Potrebbero avere un effetto domino devastante le recenti due sentenze della Commissione tributaria regionale che ha accolto due distinti ricorsi contro gli avvisi di accertamento Ici e Imu emessi dal Comune di Spoleto nei confronti di altrettanti proprietari di terreni interessati dall’ultimo Piano regolatore. Effetto economico finanziario che potrebbe teoricamente anche uscire dai confini della città del festival ed interessare altri comuni dell’Umbria che negli ultimi anni hanno adottato tale strumento urbanistico destinato a regolamentare il territorio.
La questione riguarda l’obbligo da parte dei proprietari di terreni divenuti edificabili in base al Piano regolatore, adottato a Spoleto nel 2008 sotto la Giunta Brunini, in seguito interessato dalle sentenze di Tar Umbria (2012), Consiglio di Stato e Corte di Cassazione (2014) che lo avevano definitivamente annullato. La vicenda è ormai nota: la competenza di rilasciare il parere sismico, secondo i giudici che hanno affrontato il caso, non era in capo al Comune bensì al Genio civile. Una situazione su cui la Regione dell’Umbria era intervenuta nel 2014 – di fatto aprendo la strada alla ‘riapprovazione’ del Prg – e subito dopo con la Legge regionale 1/2015, una sorta di Testo unico sulle norme di edilizia, che assegnava tale competenza ai Comuni. La norma regionale venne però impugnata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri che sollevò questione di legittimità costituzionale. La Consulta, nel 2018, accolse il ricorso del Governo dichiarando illegittima la norma. La Pdcm impugnava tra l’altro, che la norma regionale “…contrasta con l’art. 89 del DPR 380/2001, secondo cui il parere sugli strumenti urbanistici generali dei comuni siti in zone sismiche o in abitati da consolidare va richiesto ‘al competente ufficio tecnico regionale sugli strumenti urbanistici generali e particolareggiati prima della delibera di adozione nonché sulle lottizzazioni convenzionate prima della delibera di approvazione, e le loro varianti affini della verifica della compatibilità delle rispettive previsioni con le condizioni geomorfologiche del territorio’…”.
Nonostante questo, il Municipio negli anni ha continuato a richiedere l’imposta (prima Ici, poi ribattezzata Imu), che è tra le più importanti voci di entrata del bilancio. Ma veniamo alle recenti pronunce.
I proprietari, assistiti dall’avvocato Massimo Marcucci del foro di Spoleto, contestavano l’obbligo del pagamento del tributo, sostenendo sia che il PRG era stato definitivamente annullato dal massimo organo di giustizia amministrativo, sia che la successiva delibera del Consiglio Comunale che avrebbero avuto l’effetto di sanare il difetto del procedimento originario, non era quanto meno idonea allo scopo, se non illegittima; sia ancora che la illegittimità costituzionale della legge regionale n. 1/2015 in ordine alla competenza ad esprimere il parere sismico aveva definitivamente annullato il Prg travolgendo quindi anche l’individuazione delle aree edificabili. Più semplicemente, se il Prg è stato annullato, ovvero non esiste, come posso pagarci una imposta?
I Giudici della Commissione Regionale hanno di fatto accolto i ricorsi, in un caso condannando il Comune di Spoleto alla liquidazione di 3.000 euro di spese legali. Nel primo giudizio (Presidente e relatore Carlo Greco, Paolo Amovilli e Stefano Fantini membri del Collegio giudicante) è stata dichiarata l’illegittimità della imposta Ici richiesta ad un proprietario spoletino. Nel secondo (Presidente Giacomo Gasparini, Fernanda Fraioli Relatore, Massimo Orzella Giudice) le imposte Ici e Imu dal 2010 al 2014.
In entrambi i casi le due Commissioni, smentendo quindi la tesi difensiva dell’amministrazione comunale, hanno richiamato le recenti pronunce amministrative e della Consulta, dichiarando quindi illegittimi i provvedimenti emessi e aprendo così la strada al rimborso degli importi corrisposti. “Sono ovviamente soddisfatto di queste pronunce” ha dichiarato a Tuttoggi.info l’avvocato Marcucci “che danno ragione ai proprietari ingiustamente colpiti da questo tributo”.
Le sentenze potrebbero aprire la strada per ottenere anche le ultime 5 annualità. Il Comune quindi potrebbe essere chiamato a restituire il tributo corrisposto dai proprietari dei terreni divenuti edificabili a seguito del Prg per una cifra consistente, probabilmente a 6 zeri. Tanto che qualcuno sta già ipotizzando che sul tema possa partire una class action. “Sto verificando ulteriori iniziative” commenta Marcucci “già nei prossimi giorni conto di avere un quadro più preciso di quale tipologie di proprietari potranno richiedere indietro le imposte versate o ottenere dal Comune l’annullamento dei titoli di pagamento”.
La Giunta municipale, a quanto si apprende da palazzo, starebbe già lavorando a presentare ricorso davanti alla Corte di Cassazione, cui spetterà l’ultima parola. Ma le pronunce della Commissione regionale potrebbero dar vita ad ulteriori ricorsi, anche da quei comuni che nel recente passato potrebbero aver adottato un nuovo Prg con le stesse modalità di quelle seguite da Spoleto.
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