Niente più bus per gli sfollati del terremoto che si trovano ancora a Perugia e nella zona del Lago Trasimeno. Dalla prossima settimana sparisce infatti il servizio di trasporto pubblico che la Regione Umbria aveva promosso dopo il sisma del 30 ottobre ed il conseguente spostamento di centinaia di persone dalla Valnerina al Perugino.
La denuncia arriva dal consigliere comunale di Norcia Francesco Battilocchi (Rispetto per Norcia), che lamenta sui social network come si stia creando un problema per chi utilizza quell’autobus per motivi di lavoro ma anche per chi comunque in questo modo in questi mesi ha potuto continuare ad avere un legame con la sua terra. La decisione è stata comunicata presso gli alberghi del Perugino dove si trovano ancora diversi sfollati la scorsa settimana, mentre in questi ultimi giorni si è diffusa anche a chi magari nel capoluogo ha trovato un’autonoma sistemazione.
Lo stop al servizio dovrebbe avvenire dal 13 settembre, con difficoltà per gli utenti nell’organizzarsi così a breve termine. L’obiettivo alla base della decisione sarebbe quello di spingere gli sfollati ad avvicinarsi di più alla Valnerina, in autonoma sistemazione o in altre strutture ricettive più vicine a Norcia. Ma tra i cittadini c’è malcontento perché dovrebbero affrontare un nuovo ‘trasloco’ proprio ad un paio di mesi dalla consegna delle Sae, che dovrebbero essere completate – queste almeno le comunicazioni ufficiali fatte dalla Regione – entro novembre.
Si tratta di una decisione (che arriva proprio mentre oggi in Valnerina vengono consegnate nuove casette e negozi provvisori) destinata a far discutere dopo quella della scorsa primavera che aveva portato la Regione a non garantire più la sistemazione alberghiera agli sfollati dell’Umbria (ad essere interessati soprattutto quelli di Spoleto) tranne che a quelli di Norcia, Cascia e Preci.
Ad intervenire su quest’ultima decisione della Regione è Maurizio Ronconi (Movimento per l’Umbria – Centristi) con una nota: “La Regione dell’Umbria ha disposto di interrompere dal 13 settembre il servizio di trasporto giornaliero da e per le zone terremotate a favore di chi ancora oggi alloggia in strutture ricettive fuori dalla Valnerina. Un ulteriore atto che la dice lunga, al di là dei quotidiani proclami, dei tagli di nastri, delle sfilate, sulla sensibilità e disponibilità delle istituzioni. Nella disposizione regionale vengono invitati i comuni, per il momento ignari della cosa, a proporre ai terremotati interessati soluzioni abitative alternative o sistemazione in strutture ricettive delle zone di provenienza. Non si parla come invece sarebbe stato da attendersi e come tante volte promesso, di ricovero in prefabbricati che al di là delle chiacchiere evidentemente sono di là da venire. I terremotati vengono ancora una volta trattati come pacchi con una struttura burocratica insensibile alle vere necessità e alle richieste di evitare altre soluzioni temporanee ma di trasferire i terremotati senza casa, solo quando si avrà la definitiva disponibilità di prefabbricati. Sono alcune decine i terremotati, prevalentemente anziani e sofferenti per la situazione in cui sono capitati, quelli interessati al provvedimento. Rimane inspiegabile per quali motivi non si soprasieda ad una decisione che comunque determinerà altri disagi ed invece non si accelerino le operazioni di offerta dei prefabbricati”.