“In Umbria, rispetto alla vicenda della sicurezza degli invasi idrici in aree sismiche posta dalla Commissione Grandi Rischi, non registriamo situazioni di particolare criticità ed in ogni caso le dighe sono oggetto di costante monitoraggio e verifica di stabilità, soprattutto in occasione di eventi sismici”. È quanto ha ribadito questa mattina la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, (analoga affermazione l’aveva resa l’assessore regionale, Fernanda Cecchini, partecipando ieri a Roma al summit convocato dal Ministro delle infrastrutture, Graziano Delrio, proprio sulla sicurezza delle dighe) in occasione della riunione del Comitato istituzionale per la ricostruzione cui hanno partecipato, oltre ai Sindaci del “cratere” che ne fanno parte, anche i Sindaci degli altri Comuni che vi hanno aderito o che hanno segnalato danni a immobili pubblici o privati, connessi agli eventi sismici.
La presidente Marini, introducendo i lavori dell’incontro, ha sottolineato che “è nostra intenzione mettere i Sindaci nelle condizioni di poter avere tutte le informazioni possibili per poter, a loro volta, dare concrete risposte ai cittadini e operatori economici, alle questioni legate alla ricostruzione”. Una ricostruzione che, ha ricordato la presidente, in alcuni casi – soprattutto per edifici con danno lieve – “può già partire ed è a burocrazia ‘zero’”. A tale proposito, la presidente Marini ha anche detto che “il quadro normativo, delle ordinanze e delle risorse finanziarie è ormai definito e quindi sarebbe auspicabile che chi è nelle condizioni di poter avviare i lavori di riparazione dei danni e ripristino lo faccia. Ciò, oltretutto, ci consente di iniziare a far rientrare i cittadini nelle loro abitazioni”.
Supporto molto importante per i Sindaci sarà l’Ufficio speciale per la ricostruzione che la Regione Umbria ha già istituito e che nei prossimi giorni vedrà sia la nomina dei dirigenti, sia l’acquisizione del personale: “Non vogliamo affatto – ha detto Marini – che questo sia un ufficio centralizzato della Regione, bensì uno strumento operativo e condiviso al servizio dei Comuni, dei cittadini, delle imprese e di tutti gli operatori economici coinvolti nell’opera di ricostruzione”.
Altro punto affrontato nel corso dell’incontro è stato quello relativo alle opere pubbliche, scuole, beni culturali ed ecclesiastici, che saranno oggetto di specifici “piani stralcio”, dopo che saranno congiuntamente definite le priorità di intervento.