Ricostruzione post terremoto, si torna a sperare. Il decreto ‘sblocca cantieri’, norma varata qualche giorno fa dal governo giallo-verde per velocizzare a 360 gradi l’iter burocratico in tema di appalti, rilancia anche il tema della ricostruzione leggera nei territori devastati dal sisma che nel 2016-2017 ha sconvolto le regioni Marche, Umbria e Lazio.
Il documento legislativo, che si apre con alcune modifiche al Codice degli appalti, affronta al Capo II gli eventi sismici del Molise e dell’area Etnea (dall’art. 6 all’art. 20) mentre al Capo III tratta le disposizioni per i terremoti de L’Aquila del 2009 (artt. 21 e 22), del Centro Italia del 2016 e 2017 (art. 23-26) e dell’Isola di Ischia del2017 (dove viene aumentato il presidio militare a salvaguardia della zona rossa).
Le principali disposizioni per l’Umbria sono racchiuse nell’articolo 23 che delega ai comuni l’istruttoria per le concessioni di contributo per gli immobili e le unità classificate inagibili con esito B o C (la cosi detta ricostruzione leggera). Da tempo i sindaci di Umbria e Marche si battevano per questa possibilità in grado di snellire il lavoro dell’Ufficio speciale per la ricostruzione. Ma la norma recita testualmente che “i comuni, d’intesa con l’Ufficio speciale, possono altresì curare l’istruttoria…”. Ed è quel ‘possono’ che getta un’ombra sulla bontà della stessa disposizione. La norma infatti non parla in alcun modo di aiuti per assunzione di personale tecnico ed è evidente che anche i Comuni più grandi – si pensi a quello di Spoleto dove la maggior parte delle schede Aedes sono classificate appunto in B e C – preferiranno non attivare le procedure per accelerare l’iter. A meno che non si pensi ad un piano straordinario di assunzioni o a movimentare temporaneamente personale tecnico di altri uffici a quello del sisma.
In realtà sembra che la maggioranza parlamentare abbia già pronti alcuni emendamenti per rinforzare le dotazioni organiche dei municipi (si parla di 350 tecnici), ma bisognerà attendere la discussione in aula del decreto legge. Se ne saprà di più solo ai primi di giugno. Intanto qualche comune della Valnerina, quella meno colpita dal terremoto, sta studiando come risolvere la problematica legata alla carenza del personale.
Sulla quale le associazioni di categoria come pure gli ordini professionali si preparano a fare pressing sui Comuni al fine di poter finalmente avviare la ricostruzione, rimasta pressoché ferma.
Altro aspetto non secondario è la cancellazione dell’obbligo di gara per i privati: “la selezione dell’impresa esecutrice da parte del beneficiario del contributo è computa esclusivamente tra le imprese che risultano iscritte nell’anagrafe”.