Terremoto

Terremoto, multe per chi ha provveduto a casette | Nessuna deroga

Nessuna deroga, a meno che non si parli di procedure e tempistiche, per chi, colpito dal terremoto dello scorso anno, ha installato autonomamente, nell’inverno scorso, delle casette fisse, allacciandole ai propri servizi, senza seguire gli iter autorizzativi previsti. Deroghe che erano state chieste, ma non accolte, già alla Camera dei deputati. Il Movimento 5 Stelle, con i consiglieri Regionali Andrea Liberati e Maria Grazia Carbonari, ha chiesto oggi alla Giunta della presidente Marini di intervenire con una deroga temporanea contro multe e sanzioni per le strutture ‘fuorilegge’. Una richiesta che richiama direttamente la possibilità di utilizzare “i poteri commissariali sul modello del sisma ’97-’98”.

L’appello, espresso proprio alla presidente Marini e che richiamava la necessità di “tutelare la vita umana, fino alla fine dell’emergenza per eliminare il divieto di sublocazione“, però è stato respinto. Per motivi diversi. Prima di tutto perché, ha detto Marini, “anche nel 1997 non sono mai stati consentiti provvedimenti in deroga alle normative edilizie, urbanistiche, ambientali e paesaggistiche“.

Da un lato, per Carbonari e Liberati, l’installazione autonoma di casette post terremoto è da considerare “un gesto non sanzionabile perché teso a tutelare la vita umana, colmando la plateale e immorale assenza di uno Stato che ha solo favorito lo spopolamento della montagna, anziché difendere le comunità, la loro cultura, la loro storia, le loro radici, il tessuto produttivo locale. I problemi sono innumerevoli e tanti cittadini sono andati via perché lo Stato è in forte ritardo. Questa gestione rischia di scaricare definitivamente i terremotati. La ricostruzione è al palo, perché è stato cambiato ancora una volta il modello della ricostruzione, e probabilmente ci vorranno anni per partire. Cerchiamo di accordare deroghe temporanee con un monitoraggio non punitivo ma gentile per le tante famiglie che hanno dovuto fare da sole, senza ausilio da parte  delle istituzioni. Le lacune dello Stato ci sono state sia nella gestione della gara Consip per le 18mila soluzioni abitative emergenziali (Sae), sia nella fase successiva di effettiva realizzazione; i gravi ritardi nell’esecuzione delle Sae; i subappalti dei subappalti, con pessima sorpresa finale per i veri costruttori come la Vipal di Ferentillo; i clamorosi ritardi nell’erogazione del contributo autonoma sistemazione (Cas), senza che Stato/Regione abbiano provveduto a legiferare o a provvedere per un rapido disbrigo delle pratiche; le numerose strade ancora chiuse verso le Marche, senza che sia nota una credibile data di riapertura delle medesime; le strutture ricettive finora pagate solo parzialmente, a fronte dell’ospitalità doverosamente manifestata agli sfollati; i ritardi nell’erogazione dell’indennità una tantum di 5mila euro per le attività sospese all’interno del cratere”.

Dall’altro, la presidente della Giunta, Catiuscia Marini, ha sottolineato come sia “la Protezione civile ad esercitare la gestione della fase emergenziale. Una fase che ha previsto uno spettro ampio di interventi accompagnati da risorse economico-finanziarie. A parte le tende delle prime ore, i moduli container collettivi, dove ci sono attualmente circa 500 persone; i Mapre dove ci sono oltre 120 persone; le Sae, dove ci sono circa 280 persone; e negli alberghi dove ci sono 856 persone. Questo è quanto ha messo in campo il sistema nazionale di protezione civile con le risorse pubbliche. In questo quadro c’è anche il contributo dell’autonoma sistemazione, che può arrivare anche a mille euro, e di cui usufruiscono circa 2800 nuclei familiari, per un totale di oltre 6500 cittadini. Un contributo che deve essere utilizzato per qualunque forma di assistenza che sia congrua: casa in affitto, altra casa di proprietà, casa in prestito, anche case autonome conformi alla normativa. Queste deroghe sono previste per tutti gli interventi che invece effettua il Dipartimento di protezione civile. Quindi ci sono norme ad hoc emergenziali anche di tipo urbanistico edilizio per i container, per le Sae e per i Mapre di cui ci siamo avvalsi e di cui i Comuni si stanno avvalendo per l’individuazione delle aree. Le eventuali sistemazioni in casette provvisorie devono essere autorizzate, quindi devono rispettare le normative edilizie, urbanistiche e ambientali e paesaggistiche e di parco vigenti, in quanto la deroga è in capo esclusivamente al sistema di protezione civile. Le deroghe sono sulle procedure, sulla tempistica, non sono sulla violazione delle norme urbanistiche edilizie e paesaggistiche, cioè sono delle procedure semplificate tanto che anche le Sae sono sottoposte a autorizzazione di tutti gli organi preposti”. 

Nella replica Liberati ha detto che “purtroppo oggi abbiamo appreso che chi ha agito solo per tutelarsi per superare l’inverno con un casetta senza ruote, rischia una forte multa. Noi doveremmo muoverci per una sanatoria temporanea”.

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