Il Consiglio dell’Unione europea non vuole finanziare interamente le spese di ricostruzione del terremoto in Centro Italia. Una doccia gelata soprattutto per l’Umbria, che di recente – e da ultimo la scorsa settimana – ha visto più volte la presenza di illustri esponenti dell’Ue, dalla commissaria Corina Cretu al presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani.
Proprio il membro della Commissione europea Cretu aveva annunciato inizio febbraio, a Norcia, che l’organismo di cui fa parte aveva “presentato al Parlamento europeo una proposta per emendare il regolamento per i disastri naturali che varrà per tutti i Paesi e che prevede che la ricostruzione possa essere interamente finanziata dal Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr, ndr)”. Il Consiglio Ue, però, in questi giorni ha rivisto la proposta della Commissione, prevedendo un finanziamento del 90% (con l’obbligo quindi di un cofinanziamento da parte dell’Italia del 10%). Ad opporsi al finanziamento totale per la ricostruzione (di cui in futuro beneficerebbero altri Paesi in caso di altre calamità naturali) sono stati 7 Stati membri. A livello economico, la decisione per l’Unione europea si concretizzerebbe in 20 milioni di euro in meno: da 200 milioni del Fesr previsti a 180. Decisione che arriva a pochi giorni dalla cerimonia nella Capitale (che ha visto protagonista in parte anche Norcia) per i 60 anni dai Trattati di Roma, quando il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani aveva confermato l’impegno dell’Ue per il popolo terremotato.
A livello locale, ad intervenire sulla questione è stato oggi il consigliere regionale Marco Squarta. “Quattro giorni dopo la solidarietà del Parlamento UE all’Italia colpita dal sisma, con tanto di visita a Norcia della delegazione guidata dal presidente dell’Europarlamento, arriva una mezza smentita riguardo al sostegno di Bruxelles alla ricostruzione del sisma in Centro Italia”. Così il capogruppo regionale di FdI, Marco Squarta che aggiunge: “Venerdì scorso Tajani ha spiegato che dall’Ue ‘arriveranno 1,2 miliardi di euro dal fondo di solidarietà e fino a un massimo del 5 per cento del totale nazionale senza bisogno di cofinanziamento dei fondi regionali’. Ora, invece, il voltafaccia degli ambasciatori secondo cui il nostro Paese dovrà finanziare la ricostruzione delle zone terremotate attingendo al 90 per cento e non al 100. Si tratta di un colpo basso dell’Unione europea – commenta Squarta – e se gli europarlamentari vengono in Umbria solo per le passerelle e per concedersi ai flash dei fotografi sotto la statua di San Benedetto è bene che non tornino. Tajani – aggiunge il capogruppo di FdI – è italiano e ora vogliamo vedere se darà dignità agli italiani e ai terremotati cui è dovuto il rispetto. La solidarietà dinanzi alle tragedie – conclude Squarta – non può essere al 90 per cento, perciò andrebbero annullate le riserve avanzate da sette Stati, tra cui la capofila Germania, altri Paesi del Nord Europa e la Gran Bretagna alle prese con la Brexit”.
In attesa di novità sui fondi europei disponibili, il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Maurizio Martina ha incontrato gli assessori all’agricoltura delle Regioni colpite dal terremoto Carlo Hausmann (Lazio), Anna Casini (Marche), Fernanda Cecchini (Umbria) e Dino Pepe (Abruzzo) insieme al coordinatore degli assessori regionali Leonardo Di Gioia. Nella riunione si è fatto il punto sull’avanzamento delle attività a supporto delle aziende agricole e degli allevamenti nelle aree colpite dal sisma. In particolare sul fronte dei pagamenti degli aiuti agli allevatori per il mancato reddito sono stati emessi due decreti di Agea per circa 12 milioni di euro a 3mila imprese.
Per favorire la nascita nelle zone terremotate di imprese condotte da under 40 sono stati stanziati 5 milioni di euro da parte di Ismea per concedere mutui a tasso agevolato. Si è concordato di promuovere questa misura attraverso incontri mirati nei territori con un calendario che toccherà tutte e quattro le regioni colpite. Le Regioni hanno anche presentato uno stato di avanzamento dei lavori per l’installazione e montaggio delle stalle temporanee e dei moduli abitativi per gli agricoltori. Si è condivisa anche la necessità di accelerare il più possibile nelle operazioni di sistemazione della viabilità, in particolare di quella rurale, per limitare i disagi conseguenti ai danni del terremoto. Con l’assessore Di Gioia, infine, si è concordato che nella prossima riunione delle Regioni verrà studiato un contributo straordinario di solidarietà da parte delle altre Regioni attraverso un taglio dei Programmi di sviluppo rurale e un versamento a favore delle quattro regioni colpite. Il ministro Martina ha ribadito la disponibilità del Mipaaf a contribuire attraverso il Psr nazionale con una quota percentuale doppia rispetto a quella delle regioni.
“Siamo pronti – ha dichiarato il ministro Martina – a dare un ulteriore contributo importante alle imprese colpite in uno sforzo unitario di tutte le Regioni. Il ministero è pronto a fare la sua parte al fianco degli assessori regionali per una nuova misura di solidarietà concreta già nelle prossime settimane. Nel frattempo procediamo sul fronte dei pagamenti degli aiuti al mancato reddito degli allevatori, che sono cruciali per garantire continuità. E proprio per dare futuro all’area abbiamo voluto destinare 5 milioni di euro del bando di primo insediamento Ismea a ragazze e ragazzi che vogliano aprire un’impresa agricola nell’area del terremoto. Far ripartire questi territori è una sfida che parte proprio dall’agricoltura”.
Entrando nel merito dei provvedimenti relativi alla ricostruzione ed alle delocalizzazioni delle attività produttive, Moretti ha evidenziato che “i provvedimenti ci sono e sono efficaci e che verrà aperto nei prossimi giorni, a Norcia, uno sportello informativo a cui sarà possibile rivolgersi per qualsiasi delucidazione”. Relativamente alla erogazione dei contributi Moretti ha poi annunciato che “è stato pubblicato l’elenco delle prime 10 banche che hanno sottoscritto la convenzione Abi e che nel sito della protezione civile si sta mettendo a punto la piattaforma per il calcolo dei contributi”.
Nel corso della riunione è stato inoltre fornito il quadro della situazione al 27 marzo 2017. Le aziende zootecniche con almeno una stalla inagibile sono 116, di cui 20 a causa del primo sisma, del 24 agosto 2016, e 96 a causa del secondo 30 ottobre; per sette aziende è stata trovata, nell’immediato dopo-sisma, una sistemazione alternativa presso altre strutture rimaste agibili in località Piediripa, Tragna, Frascaro, San Marco.
Relativamente alle abitazioni degli allevatori, la situazione delle inagibilità è stata risolta grazie alla possibilità, per gli interessati, di optare per tre differenti soluzioni: il contributo per autonoma sistemazione, la sistemazione presso le soluzioni abitative di emergenza e la sistemazione in azienda con moduli abitativi provvisori (MaPRE). In particolare le abitazioni degli allevatori risultate inagibili sono state 21 seguito del primo sisma (di cui 7 risolte con il contributo per autonoma sistemazione, 1 con soluzione abitativa in emergenza e 13 con moduli abitativi provvisori MaPRE) e 91 a seguito al sisma del 30 ottobre (di cui 40 risolte con il contributo per autonoma sistemazione, 6 con soluzione abitativa in emergenza e 45 con moduli abitativi provvisori MaPRE). Per l’acquisto dei moduli temporanei è stato concordato tra le quattro Regioni di affidare ad una regione capofila la gestione delle procedure per l’acquisto, individuando la Regione Lazio per l’acquisto dei moduli zootecnici e la Regione Umbria per l’acquisto dei MaPRE. La Regione Umbria si è poi avvalsa della Agenzia forestale regionale (AFOR) per le attività di supporto tecnico e operativo connesse a questa tipologia di interventi, in particolare per la sistemazione delle aree per la installazione di MaPRE e dei moduli zootecnici e delle opere accessorie. Sempre all’Afor è stata affidata, per le aziende dotate di un patrimonio zootecnico numericamente più limitato rispetto alle caratteristiche dei moduli in acquisto (strutturati per n. 20 capi bovini e per n. 100 capi ovicaprini), la realizzazione di strutture provvisorie più piccole. Oltre agli interventi di realizzazione dei ricoveri provvisori, la Regione si è attivata, soprattutto nelle fasi di prima emergenza post 30 ottobre, per l’individuazione di stalle agibili e non utilizzate presenti nel territorio, per lo più di proprietà pubblica e in parte privata da mettere a disposizione degli allevatori per situazioni particolarmente critiche che richiedevano la necessità di reperire un ricovero immediato. Si è inoltre attivata per l’acquisto dei moduli tunnel, provvedendo tramite l’AFOR alla realizzazione di piccoli interventi di manutenzione necessari per l’utilizzo di tali strutture per lo più inutilizzate da anni.
“Le ulteriori risorse che il Governo ha deciso di stanziare per le aree colpite dal sisma – ha aggiunto Marini – saranno destinate non solo alla ricostruzione degli immobili privati, ma anche alla decontribuzione per persone ed imprese nelle aree del cratere, alla ricostruzione delle opere pubbliche, dalle infrastrutture alle scuole, ai beni culturali”. Per la presidente Marini “ci troviamo ora in una fase operativa di avvio della ricostruzione e di completamento degli interventi legati all’emergenza ed all’assistenza alle popolazioni. Sin dall’inizio della crisi sismica, infatti, ci siamo posti l’obiettivo di tenere insieme le due cose: gestire l’emergenza e parallelamente definire, come è avvenuto grazie allo straordinario impegno del Governo, il fabbisogno finanziario e la ‘governance’ della ricostruzione”.