Era il pomeriggio del 9 marzo scorso quando la prima delle tre scosse di terremoto (la più forte era stata di magnitudo 4.6 alle 20.08) cambiò la vita dell’intera frazione di Pierantonio. Oggi (10 maggio), a due mesi di distanza, la frazione di Umbertide si presenta ancora, purtroppo, come un paese fantasma, “finito” come dice un anziano di passaggio.
La via principale, dove è situato il campanile danneggiato (i lavori di messa in sicurezza sono già stati affidati), rimane tuttora chiusa, così come la maggior parte di negozi e abitazioni, abbandonate dai residenti per l’inagibilità delle stesse. In molti hanno infatti lasciato il paese per sistemarsi da parenti e amici – si spera ancora per poco – mentre una ventina di persone (10 famiglie, tra cui 4 bambini) vive ancora in palestra, tra bagni in comune e poca (se non nulla) privacy.
Una situazione assoluta di disagio – sebbene non manchino mai pasti caldi grazie ai volontari – che tutti sperano possano superare con l’arrivo del Cas (Contributo Autonoma Sistemazione) per il quale sono già arrivate circa 160 domande. Si tratta di risorse mensili che prevedono, per i nuclei familiari composti da una sola unità, il contributo di 400 euro; per i nuclei composti da 2 unità 500 euro; per i nuclei composti da tre, 700 euro; per quattro 800 euro e a salire per quelli più numerosi. E’ previsto inoltre un contributo aggiuntivo di 200 euro per ciascun componente del nucleo familiare avente età superiore a 65 anni o disabile con percentuale d’invalidità superiore al 67%.
Sulla situazione della palestra, nei giorni scorsi, furenti sono state le polemiche del Movimento 5 Stelle, che ha gridato “Umbertide vergogna nazionale, per la situazione in cui si trovavano gli sfollati, senza nemmeno dei divisori tra le brandine – aveva detto il consigliere regionale Thomas De Luca – Una donna ci ha detto che la figlia studia dentro al bagno. Ci chiediamo se si rispettino le minime normative per quanto riguarda le condizioni igieniche”. Dello stesso avviso era stata l’on. Elisabetta Piccolotti (Alleanza Verdi e Sinistra) che, a metà aprile, quando ancora qui le persone erano 40, aveva sottolineato la “promiscuità totale” e la mancanza di servizi essenziali come bidet e cucina e frigoriferi per i medicinali.
L’arrivo di Salvini, lunedì scorso, poi, nonostante le sue parole fiduciose sulla ricostruzione, non ha convinto molto alcuni cittadini, che scrollando la testa, a pochi metri dal Ministro, si sono chiesti perché non sia venuto direttamente a visitare proprio gli sfollati rimasti in palestra. Un anziano sfiduciato, invece, ha raccontato del “viaggio” quotidiano per andare a far la spesa da Pierantonio – dove tuttora mancano panettiere, macelleria e supermercato – fino ad Umbertide e ritorno. E poi le parole che ricorrono di più: “Abbandonato, desolato e fantasma” quando tutti parlano del loro paese.
Fortunatamente il cuore e la solidarietà della gente non si ferma: i sindacati Cgil, Cisl, Uil, insieme a Confindustria, Confapi, Confcommercio, Confesercenti, Confcooperative e Lega Coop hanno deciso congiuntamente di attivare un fondo dedicato nel quale confluiranno contributi volontari da parte dei lavoratori, pari ad un’ora di lavoro, e un contributo, sempre volontario, da parte delle imprese. Questi verranno raccolti tramite un conto corrente dedicato, attivato al Comune di Umbertide e intestato a: “Imprese e lavoratori a sostegno delle popolazioni colpite dal sisma del 9 marzo 2023”. “Abbiamo fortemente voluto questo accordo con le imprese – commentano i sindacati – per dare risposte alla popolazione in un contesto che per numeri e dimensioni rischia di essere valutato marginale. Il dramma provocato dal sisma resta profondo in termini umani e materiali e la perdita di infrastrutture pubbliche, come dI abitazioni private, rappresenta una condizione di estrema fragilità per le popolazioni coinvolte”.
Anche il mondo dell’housing sociale e quello cooperativo si sono mobilitati. Coop Umbria Casa e Finint Investments hanno infatti messo a disposizione delle famiglie sfollate alcuni appartamenti del complesso edilizio “La Nuova Fornace” di Umbertide non ancora locati. Le modalità d’accesso alle strutture avverranno a canoni ribassati. “Cerchiamo di fare tutti la nostra parte – ha detto Laerte Grimani, Presidente di Coop Umbria Casa (cogestore sociale e amministratore del complesso) – Avendo a disposizione alcuni appartamenti, si è deciso di destinarli a chi ha bisogno nell’immediato di una risposta abitativa”. Il canone proposto alle persone in possesso del certificato di inagibilità dell’alloggio sarà ribassato per i primi 4 anni e per i successivi quattro si adeguerà agli attuali canoni applicati, “per distinguere le esigenze temporanee da quelle a più lungo termine e dare tempo a queste persone di organizzarsi”.