Alessia Chiriatti
La scossa di terremoto di magnitudo 3.9 che ha fatto tremare il bacino di Gubbio ieri alle 11.58 fa parte di una sequenza sismica che si ripete ormai da mesi, e ha messo in allarme tutta la popolazione. Secondo quanto dichiarato dai sismologi dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) si tratterebbe di un'attività che già il 19 aprile 1984 colpì, con una scossa di 5.2, la zona di Urbino.
Il terremoto di ieri è stato ''almeno mille volte più debole rispetto al terremoto dell'Aquila del 6 aprile 2009, ma il tipo di faglia che lo ha generato è identico'', ha osservato il direttore del Centro Nazionale Terremoti dell'Ingv, Alberto Michelini. Scosse lunghe e sequenze sismiche ripetitive, un meccanismo tipico per i terremoti che colpiscono l'Appennino centrale: ''è una deformazione di tipo estensionale'', ha spiegato il funzionario di sala sismica Giulio Selvaggi. “Vale a dire che i due blocchi separati dalla faglia si allontanano l'uno rispetto all'altro”. E dato che la faglia del bacino di Gubbio si collega con quella di Norcia verso Nord, si può intendere il terremoto del 1984 come un campanello di allarme.
''Speriamo – ha aggiunto Selvaggi – che dopo quell'episodio siano state adottate misure precauzionali grazie alle quali palazzi e case possano resistere a scosse sismiche importanti''.
La macchina dei soccorsi è intanto stata regolarmente messa in piedi: insieme ai vigili del fuoco, anche la protezione civile si è data da fare per far fronte ad eventuali emergenze e ha istituito un presidio operativo presso la sede del Comando della Polizia Municipale di Gubbio. Lo stesso presidio è stato comunque già dismesso, dato che la situazione è tornato alla normalità. La polizia municipale inoltre non ha registrato interventi nè cittadini si sono rivolti in sede per casi particolari di emergenza. Continua il monitoraggio degli eventi sismici, grazie anche ad alcune segnalazioni pervenute presso il centro operativo, e i controlli specifici sugli edifici scolastici, oltre che su edifici particolarmente sensibili, come il Teatro comunale, l’Astenotrofio Mosca e la Biblioteca Sperelliana. Sul posto anche la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, ed il Commissario prefettizio di Gubbio, Maria Luisa D’Alessandro.
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