Poco prima delle 11 è stato trovato il cadavere di un altro uomo, di cui ancora non si conoscono le generalità.
Ad operare sul posto, oltre ai vigili del fuoco ed al personale specializzato delle forze armate, ci sono gli uomini del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico. Durante la notte hanno operato sulla valanga 40 tecnici del CNSAS, a fianco di SAGF (Soccorso Alpino GFD), Vigili del Fuoco e militari. Durante la notte, viene spiegato in una nota, sono arrivati da numerose regioni italiane rinforzi e squadre del CNSAS, per avvicendare gli uomini del Soccorso Alpino presenti sul posto. I nuovi arrivi hanno coinvolto squadre provenienti da: Piemonte, Veneto, Toscana, Lombardia, Emilia Romagna, Molise, Campania, Umbria e Lazio. Alle 6.30 le squadre che hanno lavorato durante la notte hanno iniziato il cambio turno con i rinforzi freschi, partiti dal COC di Penne (PE). Sul posto anche tecnici speleologi del CNSAS, che hanno operato nel recente terremoto del Centro Italia e specializzati negli interventi su macerie.
E ieri si è riunita la Commissione grandi rischi, che ancora una volta ha messo in evidenza la possibilità di nuove scosse di terremoto forti, evidenziando in particolare 3 zone maggiormente a rischio. Rischio che non è per forza immediato, ma su cui comunque va tenuta la guardia alta.
Si tratta di una singola sequenza sismica. L’area era già stata colpita da sequenze simili e da grandi terremoti in passato, in particolare dall’evento del 1639, e non era stata interessata dagli eventi recenti di Colfiorito (1997) e dell’Aquila (2009). Questa sequenza può essere considerata come tipica dell’attività sismica appenninica, e come tale aspettata sulla base della storia sismica e del contesto sismo-tettonico regionale.
Un aspetto della sismicità di questa regione è la possibilità che le sequenze possano avere una ripresa e propagarsi alle aree limitrofe, come già avvenuto ad esempio per la sequenza del 1703 (con una durata di oltre un anno e due eventi di magnitudo tra 6.5 e 7 a distanza di un mese), del 1639 (almeno due eventi comparabili a distanza di una settimana), di Colfiorito (1997, M6.0, con una sequenza di sei eventi di magnitudo oltre 5.2 su una durata di sei mesi) e ora nella zona di Amatrice, con tre eventi di Mw5.9-6.5 negli ultimi cinque mesi.
La Commissione conferma l’impianto interpretativo già formulato a seguito degli eventi del 24 agosto e del 26 e 30 ottobre. Ad oggi non ci sono evidenze che la sequenza sismica sia in esaurimento. La Commissione identifica tre aree contigue alla faglia principale responsabile della sismicità in corso, che non hanno registrato terremoti recenti di grandi dimensioni e hanno il potenziale di produrre terremoti di elevata magnitudo (M6-7). Questi segmenti – localizzati rispettivamente sul proseguimento verso Nord e verso Sud della faglia del Monte Vettore-Gorzano e sul sistema di faglie che collega le aree già colpite dagli eventi di L’Aquila del 2009 e di Colfiorito del 1997 – rappresentano aree sorgente di possibili futuri terremoti.
I recenti eventi hanno prodotto importanti episodi di fagliazione superficiale che ripropongono il problema della sicurezza delle infrastrutture critiche quali le grandi dighe. Nel mirino ci sono in particolare, anche se il comunicato della Protezione civile non lo specifica, la diga di Campotosto (Abruzzo) e quella di Fiastra (Marche). La Commissione Grandi rischi, infine, esprime la sua vicinanza alla popolazione colpita dalla sequenza e si complimenta con il Dipartimento di protezione civile per l’efficacia con cui sta affrontando l’emergenza.
Il numero di eventi della sequenza sismica in Italia Centrale ha superato complessivamente il numero di 48.200 dal 24 agosto 2016. Rispetto all’ultimo aggiornamento di ieri, 20 gennaio alle ore 11:00, non si sono registrati eventi di magnitudo maggiore o uguale di 4.0, mentre sono stati 5 i terremoti di magnitudo compresa tra 3 e 4 localizzati dalla Rete Sismica Nazionale dell’INGV, prevalentemente nell’area a sud tra le province dell’Aquila e Rieti. E’ quanto evidenzia l’Ingv nell’aggiornamento alle ore 13 di oggi, 21 gennaio.
La sequenza continua ad essere molto attiva nella parte meridionale tra le provincedell’Aquila (Montereale, Pizzoli, Capitignano, Campotosto, Cagnano Amiterno) e Rieti (Amatrice). Il video sotto mostra l’andamento spazio-temporale della sequenza simica in Italia centrale dal 24 agosto 2016 al 21 gennaio 2017. I terremoti visualizzati sono tutti quelli registrati dalla Rete Sismica Nazionale di magnitudo uguale o maggiore di 2.5.
(aggiornato alle ore 15:30)