Sara Minciaroni
Mentre l’Italia ha ripreso a tremare – di questa notte la scossa di magnitudo 5 che ha colpito la zona del Pollino, tra Calabria e Basilicata – spuntano nuovi retroscena sul terremoto dell’Aquila. A pochi giorni dalla sentenza – con cui i 7 membri della commissione Grandi Rischi sono stati condannati in primo grado a 6 anni per omicidio colposo plurimo (e a una provvisionale di 7 milioni di euro) – i particolari più inquietanti emergono da una intercettazione telefonica datata 2009 e precisamente a ridosso della riunione della suddetta commissione del 31 marzo, sei giorni prima della scossa che devastò l’Aquila.
Il 30 marzo Bertolaso chiama l’assessore regionale Daniela Stati e le dice che manderà gli esperti della commissione per una riunione dai fini mediatici: “Così loro, che sono i massimi esperti di terremoti, diranno: è una situazione normale. Sono fenomeni che si verificano… Meglio che ci siano cento scosse di quattro scala Richter piuttosto che il silenzio, perché cento scosse servono a liberare energia e non ci sarà mai la scossa quella che fa male… Hai capito? (…)”.
Ma non è tutto. Il 9 aprile, 72 ore dopo la grande scossa che provocò 300 morti, l’ex capo della protezione civile fa altre due telefonate: a Boschi, per impartire l'ordine di nascondere la verità sulle nuove scosse, e all'allora sottosegretario alla presidenza del consiglio Gianni Letta, al quale chiede di “zittire i giornali” sulle polemiche intorno alla Grandi Rischi. Nella telefonata al luminare della geofisica e vulcanologia che presiede l’Ingv, Bertolaso mette le mani avanti su come dovrà ‘svolgersi’ la riunione della Commissione: “La riunione di oggi è finalizzata a questo….la verità non la si dice. Alla fine fate il vostro comunicato stampa con le solite cose che si possono dire su questo argomento delle possibili repliche e non si parla della vera ragione della riunione. Va bene?”.
Subito dopo la lettura della sentenza, Boschi ha dichiarato che la riunione del 31 marzo “fu anomala” perché svoltasi in “appena quarantacinque minuti, fuori dal suo contesto naturale (la Commissione si è sempre riunita in via Ulpiano a Roma, sede della Prociv, n.d.r.) e alla presenza di persone che normalmente non vi prendevano parte”, le stesse che gli chiesero di firmare il verbale di quella riunione sei giorni dopo, ovvero nel giorno della devastazione de L’Aquila. Una firma avvenuta appoggiato ad “un muro, tra i calcinacci e le macerie della città appena crollata”.
Ci sarebbe da capire se chi ha ‘tranquillizzato’ le popolazioni colpite dagli eventi naturali di questi ultimi anni ha paura del terremoto.
Tuttoggi.info ha raggiunto telefonicamente il professor Enzo Boschi per ascoltare la sua verità ma anche il suo “rapporto” con il terremoto. E per sfatare la “leggenda” secondo la quale non avrebbe mai voluto dormire nelle zone a più alto rischio sismico, come la Sicilia.
Professor Boschi, come giudica la sentenza? Per me è difficile commentarla. Aspetto di leggere le motivazioni.
In merito alla riunione del 31 Marzo cosa può dire? Per regola della commissione, la riunione sarebbe dovuta avvenire a Roma, a porte chiuse, quella de L’Aquila non l’ ho considerata una vera e propria riunione, infatti non deliberammo nulla.
E del verbale che avrebbe firmato il giorno stesso del terremoto? Era un verbale, non era una deliberazione, lo firmai a terremoto avvenuto, non so neanche perché è stato scritto. Non ho comunicato nulla io, l’accordo era che la comunicazione l’avrebbe fatta la Protezione civile.
Le va riconosciuto di non aver usato mai un linguaggio “tranquillizzante” di fronte agli eventi sismici…. La qualità degli edifici in Italia è talmente scadente che non si può tranquillizzare nessuno. Anche un terremoto modesto può causare dei problemi. Questa cosa la diciamo dal terremoto dell'Irpinia, sono trent’anni che diciamo la stessa cosa, personalmente mi occupo di terremoti dal 1968.
Volevo chiederle, ha mai vissuto un terremoto? No di quelli importanti no, non mi ci sono mai trovato
La paura del terremoto è un sentimento che lei conosce? Comprendo e condivido questo tipo di paura, ma non è la paura del terremoto bensì è la paura dell'edificio che balla e non si capisce se viene giù, se non viene giù, se resisterà o non resisterà….la paura del terremoto, specialmente da noi dove le costruzioni sono fatte male, la paura è giustificata ed è anche un sentimento positivo.
Professore, glielo chiedo direttamente, ha paura del terremoto? Io vivo a Bologna, ho anche una casa in una zona sismica dell’appennino tosco-romagnolo, ho cercato di mettere a posto l'edificio dove vivo, questo mi rende abbastanza tranquillo.
Alcuni suoi colleghi sostengono che lei non avrebbe mai voluto dormire in zone a rischio, come la Sicilia. E’ vero? Questa è una battuta di Zamberletti. In occasione del terremoto dell’Umbria ho pernottato con mia moglie a Gualdo Tadino, cercavamo di convincere la gente a rientrare nelle case, mi hanno fatto cittadino onorario. Ma quella è una battuta di Zamberletti, uno scherzo: “quando arrivi tu si fermano i terremoti” diceva, una battuta nulla di più.
Di più il professor Boschi non dice. Al geologo Eraldo Santarnecchi di San Miniato, amico di lunga data di Boschi, abbiamo chiesto di parlarci della paura da terremoto: “è come avere un cobra ad un metro di distanza, sapendo che se ti tocca muori”, dice lo scienziato a Tuttoggi.info “ha una forza indicibile che ti paralizza, ti lascia senza fiato, lo dico con cognizione scientifica. Il terremoto aggredisce la gravità, non sai come difenderti, ti paralizza, ti fa perdere l’orientamento. Al punto da farti perdere anche la forza di fuggire dal male che ti sta braccando all’improvviso, senza avviso di sorta”.
Secondo lei Boschi ha paura? “Certo che ha paura, perché conosce la devastazione che un sisma può provocare….il professore è talmente preparato su questo campo che trema lui prima di tutti”.
Resta però un dubbio, anzi due: Bertolaso (quello del “non ci sarà mai la scossa che fa male”) e il suo vice De Bernardinis (quello del “state tranquilli, bevete un buon bicchiere di Montepulciano”) hanno paura del terremoto? E come si sarebbero comportati di fronte a chi avesse tentato di “tranquillizzarli”?
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