Categorie: Città di Castello Cronaca

Terremoto, altre scosse in piena notte al confine Umbria-Marche / La più forte è di 3.2

Da.Bac.

Un’altra notte inquieta per la zona al confine tra Umbria e Marche. Sono stati registrati, infatti, altri 8 eventi tellurici, dalle 23 di ieri alle 9 di stamani, sempre nel distretto sismico del Metauro: la scossa più forte è stata quella delle 4.20, di magnitudo 3.2 e profondità di appena 6 chilometri, seguita da un’altra di magnitudo 2.8 alle 4.44. Le altre oscillano fra 2.0 e 2.5. L’epicentro è sempre collocato tra Apecchio e Pietralunga.
Il settore dell'Appennino che va dalla zona di Gubbio a Città di Castello, tra le province di Perugia e Pesaro Urbino, è molto attivo dal punto di vista sismologico”, osserva Alessandro Amato, sismologo dell''Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). “Per noi – aggiunge – è un laboratorio naturale, nel quale abbiamo installato molto strumenti. E' infatti una zona nella quale la sismicità è quasi continua e che stiamo studiando in dettaglio”.
Apecchio (PU) e Pietralunga (Pg), appunto, sono i comuni più vicini all'epicentro. Questa stessa zona, una lingua di terra che si estende lungo l’Appennino per circa sei chilometri e larga appena un km, anche in passato è stata al centro di uno sciame sismico forte e prolungato. E’ accaduto nel 2010, quando nell’arco di pochi giorni, dal 10 al 30 aprile, si sono concentrati fino a 1000 terremoti: un numero altissimo, ma che comprende anche i sismi più piccoli, di magnitudo inferiore a 1.
Un gruppo di ricerca dell’Ingv ha recentemente studiato e localizzato con precisione tutti i terremoti avvenuti nella zona, identificando una faglia abbastanza superficiale e stretta poche centinaia di metri. “La sequenza degli ultimi terremoti sembrerebbe la continuazione di questa faglia, come se un’altra piccola parte di essa fosse tornata a muoversi”, osserva Amato. Il fenomeno che gli esperti stanno osservando è “una sismicità” che migra lentamente e che adesso sembra spostarsi più a Nord”. Grazie alla rete capillare di strumenti che sorveglia la zona al centro dello sciame sismico, i sismologi dell’Ingv sono già al lavoro per analizzare la faglia. Allo stato attuale delle conoscenze, rileva Amato, “potrebbe essere la stessa faglia che si era attivata nel 2010 oppure una adiacente: lo stiamo verificando”.
Padre Martino Siciliani, direttore dell'Osservatorio sismologico Bina di Perugia assicura incece che “le repliche sono sempre meno frequenti” e che “l'entità delle ultime scosse non è comunque tale da sollecitare gli edifici“.