A meno di 12 ore dalla scossa di terremoto di magnitudo 2.8, registrata ieri sera (14 maggio) a Gubbio – epicentro ai piedi del Monte Foce – la terra è tornata a tremare.
Stavolta l’evento tellurico, alle ore 9.56, è stato molto più forte, raggiungendo una magnitudo di 3.9 (come riporta l’Ingv). L’epicentro è stato localizzato sempre sul Monte Foce, ad una profondità di 10 km.
“E’ stata una bomba” dicono dalla Città dei Ceri, che proprio oggi si appresta ad omaggiare il patrono con i riti essenziali e senza i loro simboli.
Lo sciame sismico aperto dalla scossa di terremoto più forte è proseguito pochi minuti dopo, alle ore 9.58 e alle 10.07, rispettivamente con altre di scosse di assestamento di magnitudo 2.1 e 3.1, ancora nella stessa area. Poi ancora alle 12.19, di 3 gradi. Il primo evento è stato quello avvertito più chiaramente in tutta la Fascia appenninica e perfino in Altotevere e a Perugia.
In poco meno di 12 ore, dunque, sono state diverse le scosse moderate registrate nella zona di Gubbio.
“Tutti i controlli e le verifiche sono in corso – ha detto il sindaco Filippo Stirati – ma non ci sono segnalazioni di alcun tipo di criticità. Sin dagli istanti successivi alla scossa mi sono messo subito in contatto con Protezione Civile e Regione, valutando l’evolversi della situazione”.
In tutto sono stati una decina i sopralluoghi effettuati dai vigili del fuoco di Gubbio e Perugia in altrettante abitazioni. Le verifiche non hanno evidenziato particolari criticità alle strutture. Lievi lesioni sono state riscontrate solo agli intonaci.
Disagi si sono verificati anche sulla linea ferroviaria, con la situazione che è tornata alla piena normalità in serata.
Per qualsiasi segnalazione il numero di riferimento da comporre è quello dei Vigili Urbani, 075 9237 409. L’appuntamento previsto per oggi alle 17 in Piazza Grande con la benedizione alla città di Sua Eccellenza il Vescovo resta ad ora confermato.
Intanto continua lo sciame sismico con altre leggere scosse, almeno 20 finora, tutte nella zona di Gubbio ma di lieve entità e impercettibili alla popolazione. La più intensa di questa serie è stata di magnitudo 3.0 alle ore 12.19.
Intanto l’istituto nazionale di geofisica e vulcanologia ha pubblicato un approfondimento relativo al fenomeno delle ultime ore.
“Il terremoto odierno – viene spiegato – è avvenuto in un’area la cui sismicità, così come rappresentata dal catalogo parametrico più recente (CPTI15), è frequente ma relativamente moderata. La storia sismica della citta di Gubbio mostra 95 eventi risentiti nella regione con magnitudo superiore a 4 e risentimento massimo nella città pari al VII-VIII grado della scala MCS (1593,1751). Più recentemente, il 23 marzo 1961, è avvenuto un evento con epicentro vicino a quello odierno, ma con magnitudo superiore (M5.0), con intensità pari al VII grado della scala MCS.
Il sistema di faglie è quello dell’Alta Valle del Tevere, dominato in profondità dalla presenza di una grande faglia normale a basso angolo d’immersione (15°-20°), nota in bibliografia con il nome di Faglia Alto Tiberina. L’ATF è una faglia che per le sue dimensioni (60 x 30 km) potrebbe generare un forte terremoto, fino a magnitudo 7. L’assenza di un evento di tali dimensioni nei cataloghi di sismicità storica, la particolare geometria dell’ATF, ossia il basso angolo di immersione inferiore 30° che ne fa una struttura geologica sfavorevolmente orientata per la riattivazione rispetto al campo di sforzi regionale, e la continua e costante occorrenza di piccoli terremoti, con occasionali eventi di moderata grandezza (fino a magnitudo M 5.6; Gubbio 29 aprile 1984), fa dell’Alta Valle del Tevere un laboratorio naturale (TABOO) per lo studio delle modalità con cui le faglie accomodano la deformazione tettonica. Per il terremoto odierno, la mappa di scuotimento calcolata dai dati delle reti sismiche e accelerometriche INGV e DPC mostra dei livelli di scuotimento fino al VI grado MCS. Il terremoto è stato risentito ampiamente in Umbria e in gran parte dell’Appenino Umbro-marchigiano“.
(Ultimo aggiornamento alle ore 19)