Sei anni fa il terremoto del 30 ottobre 2016. Erano le 7.40 e la terra tornò a tremare violentemente, con epicentro a Norcia, dopo la distruzione portata tra Lazio, Umbria e Marche il 24 agosto e le altre terribili scosse del 26 ottobre. Crollò anche la basilica di San Benedetto a Norcia, che da quel giorno è diventata il simbolo di questo sisma. Ed è proprio nella sua cripta ricostruita che oggi, appunto 6 anni dopo, di domenica come allora, si è tenuto – in quell’orario simbolico – un momento di preghiera.
Alle 7.40, infatti, l’arcivescovo di Spoleto-Norcia monsignor Renato Boccardo ha presieduto un momento per fare memoria di quanto accaduto. Ed oltre all’orario, quest’anno è stato simbolico anche il luogo dove celebrare questo triste anniversario: la cripta della basilica.
Qui è stata ricostruita la volta, sono stati ricollocati gli antichi pilastri, è stato ricostituito quell’antichissimo ambiente, luogo di devozione, di arte e di storia che è la cripta, dove secondo la tradizione sono nati i santi gemelli Benedetto e Scolastico. Con il presule sono scese in cripta, in totale sicurezza, 25 persone, tra cui: il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Alfredo Mantovano, la presidente della Giunta regionale dell’Umbria Donatella Tesei, il commissario straordinario alla ricostruzione Giovanni Legnini, il Capo del dipartimento di Protezione Civile Fabrizio Curcio, la presidente della Provincia di Perugia Stefania Proietti, il sindaco di Norcia Nicola Alemanno, il soprintendente speciale per le aree colpite dal sisma Paolo Iannelli, il parroco di Norcia don Marco Rufini, il priore dei monaci benedettini padre Benedetto Nivakoff. Le persone presenti in piazza San Benedetto hanno assistito alla cerimonia attraverso dei monitor.
La riflessione dell’arcivescovo ha trovato il fondamento nel capito 3, versetti 1-8 del Libro di Qoèlet, dove si dice che ogni evento ha il suo tempo sotto il cielo. “Fare memoria – ha detto Boccardo – vuol dire sempre necessariamente “imparare”. Sorge spontanea allora la ricerca di un insegnamento da quello che abbiamo vissuto. Lo vorrei esprimere così… Il sapiente antico appena ascoltato ci ricorda che la dimensione della vita dell’uomo si realizza in un tempo preciso, dove ogni istante ha la sua ragion d’essere. È qui e ora che viviamo ed esprimiamo il nostro essere in tutta la sua umanità e nelle sue contraddizioni; c’è infatti “un tempo per amare e un tempo per odiare; un tempo per demolire e un tempo per costruire; un tempo per piangere e un tempo per ridere”. Riconosciamo in ogni giorno della nostra vita il susseguirsi di questi tempi tanto diversi tra loro e, se ci fermiamo a riflettere, possiamo ricordare periodi precisi in cui abbiamo sperimentato in modo particolare un tempo piuttosto che un altro, tempi dolorosi di lutto, di perdita; tempi felici di rinnovamento, di nascita, di vita nuova“.
“E allora noi – ha proseguito il presule – impariamo la pazienza del tempo: la vita è fatta di molteplici esperienze, di avvicendamenti, di stagioni che ruotano e di profumi che cambiano: nulla resta per sempre e ciò che oggi sembra remoto e impossibile, domani sarà tuo; la vita è fatta di relazioni e queste generano il pianto e il riso, l’abbraccio e la distanza, l’amore e l’odio, il cercare ed il perdere; la vita ha un’estensione a tutto sesto e sul limitare dell’amore si può conoscere l’odio. Il nostro cuore resta attonito e pensante dinanzi al teatro sublime e tremendo che è il dipanarsi della parabola esistenziale. Ma anche fiducioso. C’è un tempo per ogni cosa e, quindi, vivi appieno il momento: nel riso vivi tutta la gioia possibile, nel pianto cogli la goccia preziosa delle lacrime, nella ricerca metti ogni tua curiosità e, nella perdita, approfitta per liberarti dalle zavorre del passato e per prepararti ad accogliere aurore nuove; nel tempo dello strappo grida e ribellati alle lacerazioni, giungerà il giorno per ricucire i pezzi e il filo dell’unione si riannoderà. La legge della vita esiste, e la sua armonia si può udire e gustare solo sintonizzandosi con i suoi tempi giusti. Quando le cose ci appaiono brutte e non buone forse siamo semplicemente fuori tempo: mangiamo un frutto acerbo, valutiamo un processo ancora in corso, non sappiamo pazientare finché un sogno giunga a compimento, ci fermiamo al venerdì santo, vediamo un albero sfiorito nel suo autunno senza attendere la primavera. Quando l’uomo comprende – nel dolore – di non essere il padrone delle cose la cui esistenza lo affascina e seduce, allora può voltarsi, assumere uno sguardo nuovo sulla realtà e scoprire lo scorrere misterioso e sapiente della vita. Quando è stato capace di continuare a camminare nonostante la fatica e la delusione, dopo aver rinunciato per sempre alle consolazioni non vere, può scoprire all’improvviso una nuova gioia di vivere. È questo il grande miracolo che continua ad accadere tutti i giorni sotto il sole. L’esempio e l’intercessione di San Benedetto ci aiutino ad abitare così, con le sue luci e le sue ombre, il tempo della nostra vita“.
Al termine del momento di preghiera l’arcivescovo Boccardo ha ringraziato il sovrintendente Iannelli che con la sua sensibilità ha permesso di essere qui; e il grazie del presule è andato anche al commissario Legnini che “è accanto a noi fino a diventare uno di noi e speriamo di continuare a lungo questa collaborazione”. Insomma, un messaggio indiretto rivolto al rappresentante del Governo Meloni presente oggi affinché venga confermato nel suo ruolo il commissario straordinario. Considerando anche che l’attività di Legnini è stata elogiata da più parti politiche finora vista la svolta da lui impressa alla ricostruzione post sisma.
“Una grande emozione oggi commemorare l’anniversario del sisma dalla cripta della Basilica di San Benedetto ricostruita. Un altro segno concreto e reale che la ricostruzione procede”. Così il sindaco Nicola Alemanno.
“Insieme alla Soprintendenza e al MiC – ha aggiunto – stiamo definendo le modalità di fruizione di questo sito, compatibilmente con le esigenze del cantiere, affinchè tutti i nursini possano averne accesso e riappropriarsi così di un luogo che rappresenta la nostra storia, l’identità e la cultura della città.
Procede in maniera decisa anche la ricostruzione privata e oggi possiamo dire di aver raggiunto e superato l’obiettivo della presentazione del 50% delle pratiche attese. Non dobbiamo fermarci, c’è ancora lavoro da fare ma alimentato da consapevolezza, fiducia e speranza nel futuro.
E’ significativo che la prima visita ufficiale del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Alfredo Mantovano sia avvenuta proprio a Norcia. Ad egli abbiamo rappresentato la situazione al momento, un esperienza che non dobbiamo interrompere perchè vede impegnati una serie di attori, dal Governo Commissario, Protezione Civile, Regioni e Sindaci che è ormai rodata in un’azione corale che continua a lavorare, guardando anche in prospettiva. La redazione del Testo Unico per la Ricostruzione, ad esempio, che è alle ultime limature, va proprio in questa direzione e rappresenterà una base per poter affrontare le emergenze che il nostro Paese è chiamato spesso ad affrontare mettendo così a disposizione le nostre esperienze”.
[articolo in aggiornamento]