Non solo lo sciame sismico che da prima di Natale tiene in apprensione l’eugubino. Nel 2013 la terra in Umbria ha tremato a più riprese, interessando più o meno tutte le zone del territorio regionale e mettendo in allarme popolazione e autorità locali, anche se, fortunatamente, la conta dei danni non ha fatto registrare vittime o devastazioni. Solo tanta paura tra la popolazione e qualche danno a chiese o edifici antichi. Vediamo.
Il primo sisma tutto umbro dell’anno (c’è n’era stato uno a gennaio sui monti reatini avvertito anche in alcune zone della regione) è stato registrato il 25 febbraio in Valtiberina, con una magnitudo piuttosto contenuta ed epicentro tra San Giustino, Città di Castello e Citerna. La terra è tornata a tremare ad un mese esatto di distanza sempre nelle stessa zone, con due scosse notturne di 3.3 e 2.9 gradi Richter. Anche in questo caso nessun danno segnalato. Passiamo poi ad aprile, quando i sismografi all’alba hanno registrato una scossa di 2.4 gradi nel distretto sismico della Valle del Topino, con epicentro tra Spoleto e la Valnerina.
Ma è sempre l’alta valle del Tevere la triste protagonista dei terremoti umbri del 2013. La terra ha ripreso a tremare il 2 aprile, con una scossa di 3.6 gradi alle 10 di mattina nei pressi di Città di Castello avvertita distintamente anche nei comuni circostanti. Anche in questo caso non si sono registrati feriti o danni ingenti ad edifici, anche se lo sciame sismico originatosi (40 scosse in 48 ore, tutte con magnitudo superiore a 2) indusse il sindaco di Castello Luciano Bacchetta a chiudere le scuole per due giorni. Vacanze forzate per gli studenti anche a maggio, quando un’altra scossa di 3.6 gradi alle 3 di notte ha fatto scendere in strada la popolazione di Città di Castello inducendo le autorità ad aprire il palasport per tutti coloro che non se la sentivano di rientrare a casa.
Una settimana dopo, il 14 maggio, ha ripreso a tremare la bassa Umbria, con due scosse in rapida successione (quella più potente di 2.7 gradi) al confine con le Marche e nel distretto sismico dei Monti Martani. Giano dell’Umbria, Todi e Massa Martana i comuni in cui il sisma è stato avvertito più chiaramente della popolazione. Il 23 giugno, invece, sono stati gli abitanti di Gubbio ad essere svegliati nel cuore della notte da una scossa superiore ai 3 gradi di magnitudo registrata alle 3.42. Per loro sarà l’inizio di un incubo. Il 6 agosto è stata la “prima volta” di Assisi, con una scossa di magnitudo 3 localizzata proprio nella città di San Francesco, ma avvertita distintamente anche a Cannara, Nocera Umbra, Valtopina e Foligno.
Sempre ad agosto, il 27, è toccato nuovamente agli eugubini “ballare”. Sei le scosse registrate nel giro di poche ore, da mezzanotte alle 9.20. Come spesso accade, la prima è stata la più potente: magnitudo 3.7, localizzata proprio nella città dei Ceri. Costacciaro, Cantiano, Pietralunga, Scheggia e Pascelupo gli altri comuni interessati. Lo sciame sismico è andato avanti per giorni, costringendo la popolazione a scendere in strada anche 4 giorni dopo (il 31) per una scossa di 2.3 gradi, questa volta arrivata a metà mattina.
E’ il ternano una delle zone meno colpite dal terremoto in questo 2013. Nella provincia si sono registrati solo due eventi di lieve entità. Il primo datato 29 settembre, di magnitudo 2, verificatosi alle 3.23 di notte nel distretto sismico dei Monti Sabini, con Terni e Stroncone tra i comuni più vicini all’epicentro. Il secondo datato 12 ottobre, con magnitudo 2.2, avvertito anche ad Acquasparta, San Gemini e Montecastrilli. Un po’ peggio è andata allo spoletino, che nella serata del primo ottobre è stato attraversato da tre scosse di intensità intorno ai 2.5 gradi registrate nel giro di un’ora. L’epicentro è stato localizzato tra i comuni di Spoleto, Castel Ritaldi e Campello sul Clitunno, ma il sisma è stato avvertito in buona parte della Valnerina e fino a Foligno. Localizzata più precisamente in Valnerina, invece, la scossa di magnitudo 3 registrata dai sismografi due giorni dopo, con epicentro nella zona di Norcia. Il comprensorio spoletino è stato ancora “protagonista” nei giorni dal 21 al 23 ottobre: due scossa di 2.6 e 2.9 gradi, fortunatamente senza alcun danno a persone o cose.
Il resto è storia recente, col bacino di Gubbio a dir poco “martoriato”. Da ottobre alla fine di novembre i sismografi dell’INGV hanno registrato oltre 400 scosse di terremoto: un lungo sciame che ha preso piede ormai dalla scorsa primavera e che non fa star tranquilla la popolazione. E la situazione è precipitata nell’ultimo mese dell’anno. Prima con la scossa di 3.9 gradi alle 11.58 del 18 dicembre, poi con quella di magnitudo 4 nella mattina del 22, anche se, è stato spiegato dagli esperti, “è un fenomeno tellurico nella norma collegato con il movimento in atto ormai da 3 mesi anche in Alto Tevere”. Questi ultimi eventi hanno causato diversi danni ad edifici del territorio, specialmente alle chiese. Sette quelle dichiarate inagibili dopo i controlli richiesti dalla Curia.
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