Era il 27 aprile scorso, quando il sindaco di Terni, Lepoldo Di Girolamo, dal proprio profilo Facebook annunciava la riparazione della seduta di una delle panchine di marmo posizionate in Piazza Della Repubblica. “La panchina di piazza della Repubblica, spezzata nelle scorse settimane, è finalmente tornata utilizzabile. L’ufficio manutenzioni del Comune questa mattina l’ha fatta sostituire. 2 mila euro di spesa, più di un mese di necessarie procedure burocratiche. A breve il Comune interverrà per risistemare le sedute di piazza Solferino e corso Tacito. Anche in questo caso si tratta di danneggiamenti, più o meno accidentali, che richiedono soldi e soprattutto tempo per essere riparati”.
Un invito tra le righe ai cittadini ad essere più responsabili e mantenere in ‘decoro urbano’, soprattutto in un momento in cui le casse del comune sono in rosso e ogni piccola spesa ulteriore contribuisce ad appesantire il tragico buco milionario del Comune.
Se una lastra di marmo della panchina è costata 2mila euro, chissà quanto potrebbero costare quelle di travertino divelte in Via Fratti, nello spazio ‘verde’ antistante il liceo classico “Tacito”. Il perimetro che accoglie i tigli è stato, nel tempo, danneggiato pesantemente, le lastre scheggiate nella migliore delle circostanze, quando, invece, del tutto divelte e abbandonate a terra in frantumi.
Facendo un rapido calcolo ‘a occhio’ è facilmente visibile che i metri interessati dal danneggiamento sono ben oltre quelli di una panchina e che le lastre di travertino, non costoso come il marmo ma sempre materiale ‘apprezzabile’, abbiano uno spessore che sembra superiore rispetto a quello della seduta di Piazza Della Repubblica.
Nel tempo, residenti, dipendenti delle scuole “L. Da Vinci” e liceo “Tacito”, esercenti, si sono più volte lamentati di bikers o skaters più o meno spericolati che hanno utilizzato lo spazio in questione come ‘pedana’ oppure ‘ostacolo’ per evoluzioni. Nel mirino anche gruppi più o meno numerosi di ragazzi che, in qualche circostanza, hanno sfogato la loro noia con lancio di bottiglie e atteggiamenti non proprio ‘civili’.
Ultimamente si è aggiunto anche un ulteriore problema; con l’inizio della stagione estiva, visto che i tigli delle aiuole offrono una vasta zona ombrosa, spesso lo spazio diventa dormitorio a cielo aperto per chi, diciamo così, è momentaneamente colto da momenti di scarsa lucidità.
“Spesso troviamo cocci di bottiglia rotti e vetri all’ingresso della scuola – si lamenta uno studente – e c’è una gran puzza nell’aria”.
“Mi è capitato di vedere spesso persone che utilizzano questa zona come orinatoio pubblico – conferma un residente – qualche volta ho provato a intervenire, ma le violente risposte che ho ricevuto in cambio mi hanno fatto desistere”.