Terni, vendita Ast a Thyssen / Dibattito in consiglio comunale - Tuttoggi.info

Terni, vendita Ast a Thyssen / Dibattito in consiglio comunale

Redazione

Terni, vendita Ast a Thyssen / Dibattito in consiglio comunale

Lun, 02/12/2013 - 17:34

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La vendita, o piuttosto la restituzione dell’Acciai Speciali Terni da Outokumpu a Thyssen Krupp, è stato il primo argomento trattato stasera dal consiglio comunale, che lo ha inserito all’ordine del giorno in maniera straordinaria, dopo le notizie di venerdì notte.
Il sindaco Leopoldo Di Girolamo, in particolare, ha ricostruito i fatti delle ultime ore e la complessa operazione posta in essere tra TK e Outokumpu. “La nostra valutazione – ha detto – è che si sia trattato di un’operazione di stampo finanziario che contribuisce a dare stabilità finanziaria a Outokumpu e TK, garantendo entrambe da possibili conseguenze negative derivanti da una vendita sottocosto di Ast e quindi anche da rischi di futuri eventi fallimentari”.
“In questa maniera – ha continuato il sindaco – secondo le parole dell’ad di TK, si assicurerebbe un futuro più certo ai lavoratori e si stabilizza la situazione”. Tuttavia – ha detto Di Girolamo – la vicenda non va interpretata come un cambio di strategia di TK nell’inox, ma solo come una scelta utile a ridurre i rischi e in questo senso va valutata l’intenzione manifestata da TK di promuovere lo sviluppo di Ast e Vdm in attesa di possibili soluzioni future”.

“Si è trattato dunque – ha detto ancora il sindaco – di una soluzione inattesa, ma comprensibile rispetto alle situazioni finanziarie esistenti. Tutto ciò in un quadro difficile, all’interno del quale tuttavia Ast, in questo anno d’incertezza, ha mantenuto i livelli produttivi, mostrando una notevole competitività”.

“C’è da considerare – ha concluso Di Girolamo – che viene conservata l’integrità dello stabilimento e i quattro centri servizi collocati all’interno dell’operazione potrebbero garantire una competitività molto importante nel mercato europeo e turco. Quello che dobbiamo fare è dunque chiedere un impegno ancora più rilevante del Governo italiano e un incontro con la nuova proprietà per conoscere il piano industriale e le reali intenzioni di TK”.

Secondo Giampiero Amici (Pd) l’azienda viene rimessa su un binario morto senza capire per il momento quale sarà la direzione che prenderemo. “C’è stato uno schiaffo alle istituzioni a tutti i livelli – ha detto Amici – che dimostra il basso livello di considerazione in cui vengono tenute le istituzioni italiane”. Consiglio straordinario

David Tallarico (PTca) ha invitato non fasciarsi la testa e ”ad andare avanti con calma e con lucidità, senza esasperare gli animi, perché ogni passo falso può causare danni e non benefici alla vertenza”. “Domani – ha detto Tallarico – ci sarà un passaggio importante con la visita di Zanonato che va messo di fronte alle proprie responsabilità”.

Enrico Melasecche (Udc) ha parlato di una vicenda Ast, “frutto dell’abbandono di una politica industriale seria da parte dei nostri governi”, che sembra assomigliare purtroppo ad un gioco dell’oca, nel quale l’Ast torna al punto di partenza”.

Anche per Mauro Nannini (Fds) “i governi in questi anni hanno completamente abdicato rispetto alle politiche industriali”. “Riconosco al consiglio comunale – ha detto – di aver fatto tutto quello che poteva fare, ma oggi la situazione è estremamente confusa: non ci sono regole certe e l’unica è quella della massimizzazione del profitto”. Anche Nannini ha chiesto un consiglio straordinario e ha aggiunto che “il governo deve battere i pugni sui tavoli europei e su quello della Merkel”.

Federico Brizi (FI) ha detto di non ritenere che “questo sia il punto finale delle vicenda delle acciaieria e per questo ha chiesto che sia fatta chiarezza a tutti i livelli”.

Per Leo Venturi (Terni Oltre), “lo sforzo che dobbiamo compiere è quello di capire come riprendere l’iniziativa rispetto allo stato d’incertezza attuale. E’ inaccettabile mantenere nel limbo l’Ast ed è ancor più rischioso soprattutto in un momento di grande difficoltà del mercato. Restare un altro anno in attesa di acquirenti significa rischiare moltissimo”.

Secondo Giuseppe Boccolini (Psi) la questione oggi rimane che la città, la regione, il governo e i sindacati sono assenti dalla vicenda e perfino dalla notizia, “come pure il nostro commissario europeo che per mesi aveva sbandierato l’acquisto di Ast da parte di Aperam”.
“A questo punto – ha detto Boccolini – ci dicano se siamo un popolo da quarto mondo, se il Governo è rappresentativo delle istanze del Paese. Va ribadito con forza un impegno di lotta e di iniziativa politica che sia più forte e netto rispetto al passato, diversamente – ha concluso – il nostro avvenire non esisterà più”.

Anche Antonio Baldassarre ha espresso “uno sconcerto crescente” rispetto alla vicenda Ast, che adombra una mancanza di prospettive non solo per l’industria della nostra città e della nostra regione, ma dell’intero paese. “Per questo – ha detto – avevamo più volte chiesto un impegno forte del Governo italiano, l’unico soggetto istituzionale che potrebbe e dovrebbe avere voce in capitolo”.

Dubbi sul ruolo del commissario europeo Joaquìn Almunia sono stati manifestati dal consigliere Giocondo Talamonti che ha espresso una forte preoccupazione, temendo che la situazione attuale rappresenti solo un “parcheggio” per l’Ast, in attesa di una nuova futura vendita, magari ad un fondo d’investimento che rappresenterebbe il pericolo più grosso.

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