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Terni, truffa per esame patente / Denunciati 4 uomini dalla polizia

Luca Biribanti
Riuscivano ad ottenere l'idoneità alla teoria della patente di guida grazie a una truffa collaudata che permetteva ai candidati di sostenere senza difficoltà l'esame alla motorizzazione di Terni. È stato proprio grazie alla segnalazione degli uffici della motorizzazione che l'indagine della Digos ha permesso di svelare quanto stava accadendo: da qualche tempo a questa parte c'era un'insolita richiesta da parte di cittadini indiani e pakistani di poter sostenere l'esame con l'ausilio dell'audioguida in italiano, una facilitazione che consente l'impiego di cuffie con la traduzione delle domande dei quiz. Il fatto ha destato sospetto perchè i richiedenti non parlavano quasi per nulla l'italiano e il fatto che non fosse scelto l'inglese o una lingua diversa ha messo in allerta il personale della motorizzazione che ha avvertito la Questura. Gli agenti, sapendo bene che recentemente erano avvenute truffe ai danni di motorizzazioni del nord Italia, attraverso l'ausilio di radiodispositivi, hanno subito avviato le indagini, scegliendo di appostarsi nei locali adiacenti a quelli dove si sarebbe svolto l'esame di teoria dove si erano prenotati, con la richiesta di usufruire delle cuffie, cittadini indiani e pakistani.
Mentre si svolgeva l'esame, tutto sembrava nella normalità, e i poliziotti, provvisti di speciali apparecchiature non riuscivano a captare onde radio presenti in zona e tutti i candidati sembravano stessero svolgendo il quiz in modo ordinato e senza dare segni di nervosismo o avere atteggiamenti sospetti. Ma 2 cose sono balzate agli occhi degli agenti che stavano monitorando l'esame attraverso le telecamere: un uomo vestito con un pesante maglione di lana e un giubbotto, abbigliamento non certo consono alle temperature di questi giorni a Terni, e il fatto che 3 esaminandi, 2 di nazionalità pakistana e uno di nazionalità indiana, abbiano finito i quiz in circa 20 minuti, nonostante le loro difficoltà con la lingua italiana.
Pertanto, finito l'esame, gli agenti della Digos hanno fermato i sospettati che nascondevano un vero e proprio arsenale tecnologico per ottenere le risposte attraverso internet da qualcuno collegato a casa con i dispositivi dei truffatori.
Ecco come agivano.
Primo modo – l'uomo col maglione pesante, aveva una microcamera nascosta sotto il maglione, grazie alla quale inquadrava la schermata delle domande. Attraverso un microauricolare riceveva così le risposte giuste da qualcuno collegato a internet attraverso un piccolo router tascabile. L'auricolare era così piccolo che l'uomo è stato costretto ad andare al pronto soccorso per farlo estrarre dall'orecchio dal personale sanitario.
Secondo modo – i 2 che hanno chiesto le cuffie per usufruire dell'audioguida indossavano un auricolare dotato di microfono, collegato via bluetooth con un cellulare. Quando l'audioguida leggeva le domande in italiano, chi era dall'altra parte della comunicazione poteva poi facilmente suggerire la soluzione.
Quando gli agenti hanno fermato i sospettati c'era un ulteriore complice che da Brescia era arrivato a Terni per fornire tutto il kit tecnologico per attuare la truffa, ma non era lui a fornire le risposte. Il suo unico compito era quello di consegnare e riprendere auricolari, router, cellulari e microcamere, sotto un compenso che variava tra le mille e le mille e 300 euro a testa.
Gli inquirenti stanno proseguendo le indagini per capire chi possa essere la persona collegata via internet che suggerisce le risposte ai candidati e visto che la comunicazione avviene attraverso internet, potrebbe trovarsi in qualsiasi parte d'Italia o, addirittura, all'estero.
Vista la complessa organizzazione gli inquirenti ritengono che dietro la truffa possa esserci una vera e propria organizzazione criminale. Per i 4 è scattata la denuncia per falso in atto pubblico e truffa aggravata. L'auto con la quale il complice è giunto da Brescia è stata posta sotto sequestro.
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