Categorie: Cronaca Terni

Terni tra crisi economica e sfiducia di chi resiste – Confcommercio collabora a tesi di laurea

Una accurata indagine effettuata con l'obbiettivo di elaborare una tesi di laurea specialistica in economia finanza e controllo aziendale, nella sede di Terni del corso di laurea in economia, ha consentito alla dottoressa Debora Procoli di monitorare gli umori prevalenti tra le imprese commerciali della città.

L'indagine, appoggiata ad un questionario strutturato su domande per lo più a risposta orientata, è stata condotta d'intesa con la Confcommercio provinciale e la collaborazione del suo Presidente, Ivano Rulli, ed è stata seguita in qualità di relatore dal professor Sergio Sacchi, docente di Macroeconomia in seno al polo didattico-scientifico di Terni.

Premesso che la maggioranza dei partecipanti rappresentava attività con una lunga storia alle spalle, una identità consolidata presso la clientela e con una conoscenza approfondita del territorio in cui opera tra i principali risultati ottenuti dall'indagine si possono sinteticamente riassumere in quattro punti.

1) Il giudizio sul territorio in cui operano gli intervistati è preoccupato ed è una denuncia di insicurezza diffusa come risultante dagli effetti della crisi economica, con crescente disoccupazione, che pesa sui fatturati delle imprese, in sistematica caduta libera, e gli effetti indotti di una sempre più spavalda microcriminalità con furti, rapine e in ogni caso danneggiamenti alle proprietà: non a caso, peraltro, uno degli episodi criminali più ricorrenti è l'atto di vandalismo perpetrato a mezzo di “spaccata”.

2) La maggior parte degli intervistati dichiara di operare in un territorio con un degrado sociale diffuso e un habitat caratterizzato principalmente da negozi sfitti (a seguito di chiusure definitive il cui aumento è certificato dalla Camera di Commercio), venditori abusivi e presenza di tossicodipendenti.

3) Quanti hanno aderito all'indagine hanno per lo più confermato che non intendono abbandonare la zona in cui si trovano. Ma coloro che hanno già subito almeno un episodio di furto si dichiarano meno sicuri di restare in attività e di restare nel quartiere dove lavorano e più propensi, invece, a trasferire o addirittura a chiudere del tutto l'attività commerciale.

4) La causa principale dell'aumento dei fenomeni criminali è da individuarsi nella crisi economica ma anche in una certa “insostenibile leggerezza” delle pene e sanzioni comminate dalle autorità preposte. Una evidente associazione appare, va detto, tra quanti denunciano l'inadeguatezza del sistema di sicurezza della città e quanti sono già stati vittime di un furto. Sono questi ultimi in particolare, a chiedere con maggior decisione un potenziamento degli strumenti di contrasto alla criminalità.

In definitiva il quadro che emerge è oltremodo inquietante sia sotto il profilo strettamente economico sia dal pun to di vista della sicurezza (non) percepita. Sembra dunque approssimarsi abbastanza velocemente quella linea di soglia oltre la quale vi à la resa e dunque l'abbandono da parte degli operatori più corretti e tranquilli: con rinuncia ad essere produttivi e, nel contempo, ad essere elementi vitali nella città e per la città.

Del riconoscimento del pesante incombere di questa minaccia, che è etica ed economica al tempo stesso, va dato atto al lavoro svolto dalla dottoressa Procoli che, tra l'altro, si è laureata con il massimo dei voti e la lode. Alla neo dottoressa un plauso e l'apprezzamento della Confcommercio per aver preso in considerazione una realtà, quella commerciale, di cui troppo spesso sono dati per scontati e dunque ignorati fabbisogni, diritti e ritmi di vita.