Lo scorso 13 febbraio il Prof. Franco Coppoli era stato convocato all’Ufficio Scolastico Regionale per essere ascoltato sulla vicenda del crocifisso tolto nell’aula scolastica. Nell’occasione, Coppoli aveva dichiarato a TO “Si è parlato di danneggiamento. Io l’unica cosa che ho fatto è stata togliere con le mani una croce di 15 cm affissa con uno stock di 3 cm su un muro vecchio probabilmente un secolo. Io ho tolto il crocefisso, non l’ho divelto come ha scritto il Dirigente scolastico. Il mio danneggiamento sarebbe questo? Personalmente ritengo di aver garantito alla scuola, edificio pieno di buchi e di crepe, almeno la tutela di un piccolo foro. Se per questo si parla di violenza e di danneggiamento…”.
“Ribadisco che non ho compiuto alcuna violenza, non giro come è stato detto da qualcuno con attrezzi di carpenteria per la scuola e che i ragazzi hanno subito invece questa imposizione di un simbolo religiose, perché la violenza è da parte di chi impone simboli religiosi, non da parte di chi lotta per una suola libera. Io rivendico nelle aule dove insegno, la piena tolleranza, la piena inclusività di tutte le culture di tutti i mille colori che hanno le nostre aule scolastiche e quindi lotto per la libertà di insegnamento e la libertà di tutti, ovvero insegnare in luoghi inclusivi dove tutti si sentano rappresentati e nessuno violi l’uguaglianza attraverso privilegi. Non si capisce perché solo un simbolo religioso debba essere affisso nel 2015 nella scuola pubblica italiana”.
Nella giornata di ieri è arrivato il provvedimento dell’USR che ha decretato la sospensione di un mese dal servizio e dallo stipendio per il prof., con la seguente motivazione: “una violazione dei doveri connessi alla posizione lavorativa cui deve essere improntata l’azione e la condotta di un docente”.
Sull’episodio è intervenuto il Cobas: “Anche se è arrivato il 1 aprile, non si è trattato del classico pesce, ma di un pesante provvedimento di stampo inquisitoriale: il dirigente dell’Ufficio Scolastico regionale dell’Umbria, Domenico Peruzzo ha sospeso per un mese, dall’ 8 aprile al 7 maggio, dall’insegnamento e dallo stipendio il prof. Franco Coppoli per aver tolto i crocefissi dalle aule dell’istituto per geometri Sangallo di Terni in cui insegna, dimostrando che nel nostro paese, nel 2015, è ancora vietato rivendicare la separazione tra stato e chiesa e chiedere spazi educativi inclusivi senza simboli religiosi e che continua la crociata integralista, discriminatoria e diseducativa, di quelli che pretendono di imporre la connotazione religiosa delle aule scolastiche della scuola pubblica, nonostante non esista alcuna legge o regolamento che impongano la presenza del crocefisso nelle aule delle scuole superiori.
Nel provvedimento si riconoscono varie irregolarità commesse dal dirigente scolastico nel far tassellare a oltre tre metri i simboli religiosi “preso atto che nella memoria difensiva sono presenti riferimenti ad atti … che verranno trattati con distinte procedure”, ma la motivazione per un provvedimento disciplinare così grave è superficiale e generica: togliere un crocefisso, che non dovrebbe trovarsi nelle aule, costituisce per l’USR “una violazione dei doveri connessi alla posizione lavorativa cui deve essere improntata l’azione e la condotta di un docente”. Fine delle motivazioni. Perché? Ma ai sensi di quale legge? Quale violazione sarebbe stata effettuata? Di quali doveri si parla? I pubblici dipendenti non sono servi che obbediscono ai presidi-padroni, ma alle leggi e non esiste alcuna norma che imponga la presenza del crocefisso nelle aule. Tra l’altro a dicembre a Trieste, il prof. Davide Zotti, per lo stesso comportamento, è stato sanzionato con una semplice censura dall’USR del Friuli, con motivazioni molto più articolate e dettagliate. Forse l’USR pensa che l’Umbria sia ancora sotto lo stato pontificio!
E’ stato il fascismo a collocare nelle scuole e nei tribunali i crocefissi, ma pensavamo che il clericofascismo fosse relegato al passato, mentre il comportamento dell’USR dell’Umbria conferma un grave atteggiamento intimidatorio ed discriminatorio, nonostante la Corte di cassazione abbia ritenuto la presenza dei crocifissi nelle scuole, da un lato, incompatibile con il principio di laicità dello Stato (Cassazione penale, sentenza Montagnana) e, dall’altro, lesiva dei diritti di coscienza del pubblico impiegato, al punto da ritenere giustificata l’autodifesa del lavoratore (Cassazione civile, sezioni unite, sentenza Tosti).
Le aule della scuola pubblica sono piene di colori e di mondo, di ragazze, ragazzi e docenti credenti, atei o agnostici e di tante religioni diverse, ed è inaccettabile che un solo un simbolo abbia il privilegio di essere esposto sulla testa degli insegnanti in una posizione di massima rilevanza simbolica e non saranno le sanzioni disciplinari ad arrestare questa battaglia di civiltà.
L’imposizione del crocefisso ha un carattere discriminatorio ed escludente, serve a marcare un territorio e imporre una visione e una simbologia religiosa di parte, in uno spazio pubblico che deve invece essere libero, includente, laico e aperto a tutti. I diritti tutelano le minoranze e le diversità e non dovrebbero rappresentare la dittatura della maggioranza,(tutta da dimostrare tra l’altro. Per questo è inaccettabile che ancora oggi chi lavora per lo Stato debba subire pesanti sanzioni disciplinari, senza alcuna norma che le legittimi -o attraverso bizantinismi giuridici che arrivano ad affermare la… non religiosità dei simboli religiosi!- per aver contrastato il privilegio, l’arroganza e l’invadenza simbolica di quello che a molti appare un simbolo “naturale” o “neutrale” proprio perché l’obiettivo di questa inaccettabile ingerenza ha ottenuto i suoi risultati.
Mentre il governo sta cercando di far passare una nefasta riforma della scuola che ne attacca alla radice il carattere solidale e collegiale introducendo la figura del preside-podestà, l’USR dell’Umbria decide di sanzionare pesantemente, e a nostro avviso senza alcuna reale motivazione normativa, il prof. Franco Coppoli, per la sua scelta di laicità e rispetto delle differenze. Esprimiamo la nostra piena solidarietà -insieme all’appoggio in ogni sede, a cominciare da quella legale, per contestare l’iniquo provvedimento disciplinare che gli è stato irrogato- con la battaglia civile dei docenti Franco Coppoli e Davide Zotti e del giudice Luigi Tosti, contro la presenza del crocefisso nelle scuole e nei pubblici uffici, affinché si realizzi pienamente quella distinzione tra Stato e chiesa che è alla base della modernità e perché infine gli ambienti formativi siano liberi da qualsiasi simbolo religioso, contro l’arroganza integralista della nuova Inquisizione”.
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