Luca Biribanti
Dopo l'emotività della piazza nella manifestazione regionale di ieri, cerchiamo di fare un quadro della situazione sulla vicenda Ast. La circostanza che più preoccupa è il fatto che né la Commissione Europea, né Outokumpu hanno dato indicazioni precise sulla proroga che è stata concessa ai finlandesi per valutare nuove offerte, dopo che il Ceo Outokumpu, Mika Seitorvita, aveva giudicato inaccettabili le 2 pervenute, non fornendo tra l'altro motivazioni al riguardo. Il problema è che nel frattempo la domanda e la produzione del sito ternano stanno precipitando, determinando una svalutazione dello stabilimento. Qualche malizioso sostiene che Outokumpu stia giocando d'azzardo, cercando appositamente di consegnare al futuro acquirente un sito produttivo in crisi, per non subirne poi la concorrenza. Si ricorda che, con l'acquisizione di Inoxum, Ouotkumpu è diventata una multinazionale 3 volte più grande di Aperam e 5 della spagnola Acerinox, per questo la Commissione Europea Antitrust aveva chiesto ai finlandesi un adeguamento. Outokumpu ha pensato di vendere gli stabilimenti di Terni, ma a 8 mesi da quando sono iniziate le trattative, non si è ancora visto uno spiraglio positivo.
A questo scenario fa eco l'incapacità della politica di imporsi sui tavoli europei. Difficile chiedere più di quanto stiano facendo alle istituzioni locali, di più invece possono fare i vertici del governo che si sono fatti carico di rappresentare la vicenda Ast in Europa.
Su questo punto sono state chiare le parole di Susanna Camusso durante la manifestazione di ieri: “Voglio sentire il rumore del pugno che sbatte sul tavolo della Commissione Europea – ha detto la numero uno della Cgil – non si può parlare sottovoce, rischiando di perdere i volumi produttivi del sito siderurgico”.
Anche la governatrice dell'Umbria, Catiuscia Marini ha indicato come uno dei rischi più preoccupanti quello di perdere comptetitività sul mercato: “Non possiamo rischiare e non accetteremo che Terni perda quote di produzione a vantaggio di altri”.
Tuttoggi, attraverso indiscrezioni, era riuscita a quantificare il tempo concesso a Outokumpu per trovare offerte finalmente soddisfacenti, voci smentite con una mail inviata alla nostra testata dal portavoce della Commissione Europea, Antoine Colombani. Fatto che desta ancora più preoccupazione: se davvero entro 2 mesi non si prevede la soluzione della vicenda, Terni rischia il collasso, così come l'intera nazione perderebbe una delle poche grandi industrie che garantisce un'eccellenza 'made in italy'; Civitavecchia, Piombino, i porti del Tirreno perderebbero la loro principale risorsa economica, non a caso delegazioni delle due città erano presenti ieri a Terni.
Chi si prenderà la responsabilità di dire ai lavoratori che le acciaierie potrebbero chiudere?
Daje Terni.
©Riproduzione riservata
Terni, Tk-Ast tra incertezze e dubbi – Il day after manifestazione – Daje Terni
Mer, 19/06/2013 - 11:01