Grandi manovre natalizie in via Mazzini, dove, nella serata di ieri, c’è stato un confronto serrato tra giunta e maggioranza per discutere come e quando ‘salvare’ il Comune di Terni dal dissesto.
Le notizie non sono buone. L’assessore Piacenti D’Ubaldi, in versione Grinch, è arrivato con un ‘regalino’ non proprio natalizio, che non ha certo dispensato felicità tra molti dei presenti nella sede del Pd.
10 pagine, con tabelle allegate, sul nuovo indirizzo economico-finanziario che l’amministrazione potrebbe intraprendere con la richiesta di accesso al fondo di rotazione, condicio sine qua non probabilmente le Sezioni Riunite della Corte dei Conti esprimerebbero un parere negativo sul ricorso presentato dal Comune contro la bocciatura del piano di riequilibrio finanziario. Si tratta insomma di quella ‘famosa’ integrazione’ alla documentazione già formalizzata per salvare tutto il salvabile: il comune da dissesto e commissariamento e Di Girolamo dal fallimento politico.
Nel documento dell’assessore si legge
“il dissesto sarebbe una iattura per la comunità ternana, in quanto obbligherebbe l’assunzione di misure ben più severe rispetto a quelle obbligatorie previste per il piano di riequilibrio con accesso al fondo di rotazione”.
Ecco dunque confermata la volontà della Giunta; il fondo di rotazione è molto più di un’ipotesi e, in concreto, è famoso piano B del Comune.
In ordine sparso: innalzamento delle aliquote delle imposte e tasse al massimo con un incremento del gettito annuale di 4 milioni euro, riduzione di spesa dei beni e servizi contrattualizzati, tagli a personale e servizi, aumento delle tariffe su impianti sportivi, alienazione di beni patrimoniali.
Dei 4 milioni di entrate previsti dall’aumento delle tasse, secondo il piano B, ecco come saranno distribuiti: 3 milioni e 300mila euro da Imu e Tasi, 630mila da Irpef , il restante in aumento di tariffe per Tosap, pubblicità e altri capitoli.
Se possono tirare un sospiro di sollievo i proprietari della prima casa, chi ha una seconda o terza casa è invece autorizzato ad avere qualche preoccupazione.
Ecco cosa prevede il piano “relativamente alle utenze domestiche l’incidenza maggiore si realizza nei confronti dei proprietari delle seconde e terze case (e oltre) che hanno locato le proprie abitazioni a ‘canone concordato’ (+29,55%) o concesso a uso gratuito a parenti (+11,76%), mentre per quanto riguarda le utenze non domestiche gli aumenti incideranno prevalentemente sui proprietari di aree edificabili (+32,56%) e sui proprietari degli immobili di categoria D (+31,03%). l’aumento sulle altre attività produttive (negozi, laboratori artigianali etc) sarà circa +8,5%”.
Il tutto dovrà essere impacchettato e confezionato in un atto politico da presentare in consiglio comunale, verosimilmente entro la fine dell’anno corrente, per presentarsi poi, entro la data fissata dalle Sezioni Riunite sul ricorso (24 gennaio) con i conti necessari per evitare il dissesto.