Categorie: Cronaca Terni

Terni, spending review del governo Monti suona il requiem della provincia. Tutti 'sotto' Perugia

Sa. Mi. e Lu. Bi.

La Provincia di Terni scomparirà, niente proroghe da parte del governo Monti, per quella che sembra essere l'ingloriosa fine delle tre apette. L'Umbria diventerà una regione monoprovincia dal gennaio 2014. Nel frattempo il presidente in carica traghetterà l'Ente fino a quella data in attesa del novembre 2013, data entro la quale i sindaci della Regione saranno chiamati a nominare il presidente del nuovo organismo accorpato a Perugia.

La soppressione delle giunte – Gli assessorati in attesa che la riforma venga ultimata scompariranno, e questo già da gennaio, con loro probabilmente anche il personale di riferimento. Una brutta batosta per Terni, che aveva sperato fino all'ultimo nell'ancora di salvezza che la Regione aveva tentato di lanciare con la richiesta di proroga votata in consiglio la scorsa settimana.

I ricorsi – Il ministro Patroni Griffi su questo punto è stato chiaro, in mattinata appena uscito dal consiglio dei ministri che ha varato il decreto ha dichiarato “Alcuni ricorsi già ci sono stati, noi andiamo avanti con il nostro timing perche' crediamo nella legittimità degli atti. Ovviamente come ogni atto in questo Paese, sono soggetti ad un sindacato giudiziario. Noi andiamo avanti con il nostro timing''.

Ronconi avanza la proposta di Terni capoluogo – Una brutta figura annunciata quella della Giunta regionale, del Cal e di molti sindaci che hanno perseverato sino alla fine nella richiesta di deroga a favore della provincia di Terni'': Maurizio Ronconi, Udc, commenta cosi' la decisione del Consiglio dei ministri. ''Ora il decreto governativo – afferma Ronconi in una nota – cancella la provincia di Terni senza che i soloni della sinistra umbra siano riusciti a definire uno straccio di soluzione alternativa con il conseguente drammatico impoverimento di servizi a Terni. Chi non ha saputo proporre soluzioni efficaci, per prima la sinistra di governo ma anche quella parte del Pdl sempre a corto di idee, dovrebbe per coerenza ammettere il fallimento politico e decidere di conseguenza. Per il resto – conclude Ronconi – ora torna ad essere attuale la possibile richiesta che il capoluogo della nuova provincia regionale venga riconosciuto a Terni al fine di riequilibrare il territorio regionale.

Polli e Di Girolamo – Il presidente della Provincia di Terni Feliciano Polli e il sindaco di Terni Leopoldo di Girolamo hanno diffuso la seguente nota sul decreto taglia Provincie: “Riteniamo che il decreto legge di riforma delle province approvato oggi dal CDM sia inaccettabile ed incoerente con le modifiche apportate in sede di conversione che mettevano in moto un percorso di “riordino”. Di fatto, non vengono accolte le proposte formulate dai Cal e dalle Regioni attraverso un intenso e partecipato percorso politico ed istituzionale e si formula un unico tipo di deroga rispondendo ad un criterio di tipo geo-morfologico e non a quello istituzionale ed amministrativo posto alla base della proposta di riordino approvata in Umbria. Nella nostra Regione, infatti, si è pervenuti ad una proposta basata su due ambiti provinciali rispondenti ai criteri demografici e territoriali previsti dalla deliberazione del CDM del 20 luglio, validata anche dal pronunciamento di una parte consistente dei consigli comunali umbri, per evitare le conseguenze negative politiche,amministrative e socio-economiche della coincidenza della istituzione regionale con quella dell’unica provincia. A queste si aggiungerebbe anche il danno della riorganizzazione degli uffici territoriali di governo che, secondo quanto riportato dalla nota uffciale del CDM, porterà ad un dimezzamento degli stessi, facendo mancare importanti riferimenti istituzionali e di servizi ai cittadini, accompagnato anche dalla impossibilità di collocare la sede degli organi politici della futura provincia unica in una città diversa da quella capoluogo. Non intediamo rassegnarci a questa decisione del governo e procederemo immediatamente ad attivare ogni forma di iniziativa politica a livello parlamentare e dei partiti necessaria a scongiurare questo esito, anche attraverso la proposizione di emendamenti che modifichino il testo in senso coerente con le delibere assunte da CAL e Regione. Facciamo perciò appello a tutte le forze politiche economiche e sociali del nostro territorio perchè si attivino con il massimo della determinazione e dell’impegno per conseguire un obiettivo fondamentale per il futuro del nostro territorio e dell’intera regione dell’Umbria”.