Chi pensava che il Coronavirus fermasse la sfilata dei carri di maggio si è dovuto ricredere; ovviamente i ‘fratelli maggiori’ sono rimasti al palo nei capannoni dove vengono realizzati, ma, come folletti dispensatori di energia, in città sono arrivati i Carrucci.
Poco più che giocattoli con le ruote, a spingerli sarà la goliardia delle persone, nel pieno spirito della festa popolare che caratterizza la città di Terni che, anche grazie al nuovo gruppo maggiaiolo Cantamaggio (nato con l’obiettivo di rivitalizzare una festa da cui i giovani per un lungo periodo sembravano aver voluto prendere le distanze), ha trovato una via alternativa e creativa in questo ‘strano’ momento. La chiamata della nuova comitiva ha sortito effetti a dir poco sorprendenti. Se le poesie e i pezzi musicali inediti pervenuti all’organizzazione sono qualche decina, i Carrucci, invece, sono quasi 90, realizzati non solo a Terni, ma anche a Perugia, Roma, Torino, Ravenna, Bologna, Londra, Montreal (Canada), Lussemburgo. Inaspettatamente i carrucci sembrano unire nel
nome della loro festa, anche i ternani che si trovano fuori città e che abitano all’estero. Approfittando dell’abbondante tempo a disposizione, i ternani sembrano aver trovato un diversivo perfetto per rinsaldare i legami con l’energia della festa; pensati non per competere, ma per tenere acceso il fuoco della tradizione, i carrucci di maggio sfileranno virtualmente insieme la sera del 30 aprile con diretta facebook dalle ore 20.00 sulla
pagina RADIOPASSEGGIATA .
I Carrucci visionati, sono stati realizzati utilizzando gli oggetti più improbabili a disposizione per la casa, non avendo la possibilità di reperire materiali e la componentistica necessaria per i lavori manuali. Dal legno alla pasta, dai fiori alla ceramica, dalle costruzioni dei bambini alle scatole di scarpe, quelli arrivati all’organizzazione, hanno superato ogni aspettativa sia nel numero sia nella qualità.
Ad esempio, è di carta ed è intriso di poesia il carruccio della Scuola dell’infanzia Valleverde che con un lavoro di disegni spediti per mail, e poi stampati dalla maestra come buon esempio di cosa significhi la didattica
a distanza.