Lu. Bi.
Si fa sempre più intricata la vicenda relativa alla chiusura del poligono di tiro di Marmore. L'area è stata soggetta a 2 sequestri: dopo il primo, dal 30 agosto al 10 settembre, il tribunale del riesame, accolte le richieste del titolare, ha revocato il provvedimento. Il poligono riapre, ma solo per un giorno. Il pm, Elisabetta Massini, dispone il sequestro probatorio dell'area, aggiungendo ipotesi di reato relative a violazioni di norme edilizie e ambientali.
Le presunte irregolarità emerse del poligono di tiro, sarebbero state individuate da un'indagine svolta da un organismo interno al Comune, il Nop. Il nucleo operativo per la prevenzione della corruzione è costituito da dirigenti del comune di Terni che hanno particolari competenze in fatto di appalti, contabilità, concorsi pubblici e altri ambiti amministrativi, ed è operativo dallo scorso 27 giugno.
Il terreno dove sorge la struttura è una cava dismessa di proprietà del Comune che ha concesso il diritto di superficie con un atto del 2009. Nel 2011 il titolare cerca di acquistare l'area e il terreno viene inserito nel piano dei beni alienabili e stimato 800 mila euro.
Al Nop viene chiesto di verificare le procedure con cui è stata avviata l'alienazione, indagine che evidenzia la mancanza di una licenza specifica. Il tribunale del riesame aveva disposto il dissequestro proprio perchè, secondo la normativa vigente, per le attività lontane da altre strutture e centri abitati non servirebbero particolari autorizzazioni.
Il Nop chiede ulteriori chiarimenti, questa volta in questura, dove viene fornita la copia di una nota del 2001 in cui si dice che l'attività è “lontano dal centro abitato e dalle vie pubbliche”. Il documento non convince il Nop del Comune che, nello scorso agosto, sospende il processo di vendita del terreno del poligono di tiro, girando la questione al Ministero dell'Interno e alla Procura per le indagini del caso, che il 30 agosto porta al sequestro dell'area.
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