Due ore di sciopero del primo e secondo turno e presidi davanti a alle portinerie di Viale Brin e del Tubificio; questa mattina gli operai Ast hanno iniziato una mobilitazione proposta dalle sigle sindacali confederate, Cgil, Cisl e Uil, che nei giorni scorsi, avevano tuonato:
“Non è più tollerabile lo stato di indeterminazione ed approssimazione con il quale si continua ad operare all’interno di Ast. Troppe le criticità, troppi i problemi, troppe le situazioni irrisolte che non danno il senso di stabilità e serenità all’interno degli enti e dei reparti. Sono queste una parte delle motivazioni per le quali crediamo sia necessario mettere in campo questa iniziativa di mobilitazione per mettere in luce, anche fuori da Ast, quanto fino ad oggi non affrontato da parte aziendale”.
Gestione del personale, vendita degli stabilimenti da parte di ThyssenKrupp, relazioni sindacali complicate, il futuro di Ast è ancora una volta incerto e sembra di essere tornati a quel clima di totale insicurezza che si è respirato nelle ‘lotte’ degli anni scorsi che hanno portato all’accordo del dicembre 2014. La situazione era già stata sollevata lo scorso 9 febbraio: “le domande sull’andamento aziendale e sulle questioni aperte, poste da parte dalle Organizzazioni Sindacali, non hanno trovato e continuano a non trovare risposta” – avevano sottolineato i sindacarti, aggiungendo: “Evidenti ormai sono le difficoltà nelle unità produttive, nella gestione del personale nella programmazione e gestione degli impianti; Stessi problemi di gestione negli enti di funzione centrale esempio il commerciale, approvvigionamenti, sistemi informatici, e sistema appalti dove le quotidiane modifiche, spesso unilaterali, non forniscono certezze e chiarezza nella strategia e negli obiettivi”.
I sindacati avevano chiesto all’ad Burelli un incontro urgente per sciogliere quei nodi che stanno creando un intrigo che pare inestricabile, ma i vertici aziendali hanno risposto con un appuntamento a marzo.
Questo atteggiamento è stato preso come una ‘sfida’ e non convincono le parole dell’Ad Burelli pronunciate il novembre 2017, il giorno successivo all’annuncio della vendita di Ast da parte del Ceo Thyssen, Heinrich Heisinger: “Posso soltanto ripetere quanto detto lo scorso 16 Ottobre ai Segretari Nazionali delle Organizzazioni Sindacali – aveva detto l’ad – disponiamo di importanti sinergie all’interno della nostra Business Area, da quando ne siamo entrati a fare parte, abbiamo cominciato a sviluppare un nuovo modello industriale, le nostre performance sono cresciute, mese dopo mese, ed Ast è tornata a fare utili. Da Aprile 2014 abbiamo contribuito in maniera costante alla crescita dell’EBIT, nonostante le difficili condizioni di mercato: la nostra ambizione è proseguire, per migliorare ulteriormente il ruolo ed il valore di AST. Oggi possiamo confermare il nostro ottimismo sul futuro del sito di Terni”.