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Terni-Roma, studenti e professori in trasferta contro ddl Scuola

È stato un giovedì di fuoco per il mondo della scuola italiana, mentre il Senato si apprestava a pronunciarsi sul maxi emendamento al ddl Buona Scuola (approvato in serata con 159 voti a favore e 112 contrari), su cui il ministro Maria Elena Boschi aveva posto la questione di fiducia, sigle sindacali, professori e studenti scendevano in piazza in direzione Palazzo Madama per esprimere, ancora una volta, tutta la loro contrarietà al provvedimento fortemente voluto dal premier Renzi. Tra di loro c’erano anche esponenti della scuola ternana (sindacati, professori, studenti e semplici cittadini) che alle 15 in punto si erano ritrovati di fronte alla stazione di Terni per raggiungere insieme la Capitale e per far sentire “forte e chiaro al Governo Renzi la voce della piazza, che è quella della scuola pubblica” come ha spiegato il prof. Franco Coppoli tra gli organizzatori della trasferta.
“Il nostro obiettivo è alzare la voce contro una riforma che distrugge la scuola italiana” ha spiegato a Tuttoggi.info Coppoli, che ha lanciato un durissimo attacco frontale al governo del segretario PD, colpevole a suo dire di aver utilizzato “l’espediente delle 100.000 assunzioni” come cavallo di Troia per portare avanti un provvedimento che trasforma in senso “autoritario e aziendale” la scuola pubblica. “Le assunzioni sono state spacciate per ricetta salvifica, quando in realtà non sono altro che un boccone avvelenato” ha rincarato la dose il docente.
Del ddl Buona Scuola Coppoli ha contestato soprattutto la nuova figura del cosiddetto “preside podestà”, i contributi volontari alle scuole che secondo il professore rischieranno di produrre una pericolosa spaccatura tra scuole di serie A e serie B, fino agli sgravi fiscali per chi iscrive i propri figli alle scuole paritarie.
Neanche il maxi emendamento, contenente alcune aperture alla richieste delle opposizioni e su cui Palazzo Madama voterà oggi la fiducia ha convinto Coppoli: “è solo una farsa, l’impianto della riforma resta lo stesso, l’espediente della fiducia poi, uccide quel dibattito tra le parti che è la base stessa della democrazia”.
La scuola pubblica post fascista e post bellica aveva la funzione sociale di formare cittadini che fossero in grado di pensare e che avessero una propria coscienza critica” ha spiegato il docente “ed è proprio per difendere questa idea di scuola che siamo partiti da Terni per protestare. La scuola di Renzi mira a fare degli studenti soldatini obbedienti”.
Per Coppoli è inoltre significativo il fatto che sul tema della scuola si sia visto, a Terni, come in tutto lo scenario nazionale una “compattezza e una coesione tutt’altro che usuali tra le diverse sigle sindacali, come già emerso dallo sciopero generale del 5 maggio”.
“Aldilà dell’appartenenza ad un sindacato o ad un altro” ha precisato Coppoli “ognuno di noi scender in piazza prima di tutto come cittadino, spinto dal dovere civico di difendere la scuola pubblica”.