Confartigianato Terni rileva con preoccupazione la rotta dell’attuale amministrazione comunale in relazione alla politica nei confronti delle imprese. Secondo Confartigianato, infatti, la giunta Latini “dimostra di non aver ancora innovato in nulla la pluriennale politica che ha progressivamente reso sempre più ostile il territorio all’attività d’impresa, soprattutto di dimensione piccola e media”.
Secondo l’associazione di categoria nemmeno la gravissima crisi economica indotta dalla pandemia ha determinato un ripensamento, “infatti – specifica Confartigianato – non si rileva alcuna politica locale di promozione dell’economia che faccia leva sulla detassazione. Al contrario non bisogna dimenticare che le imprese ternane si sono trovate a fare i conti con la crisi Covid in contemporanea a una stagione di aumenti tariffari spesso incomprensibili ed iniqui”.
“Ricordiamo che esistono sul nostro territorio delle sperequazioni molto impattanti a scapito delle attività d’impresa per quanto riguarda la tariffa rifiuti – attacca ancora Confartigianato – la quale già in situazioni normali è eccessivamente elevata per le utenze non domestiche rispetto alle quantità di rifiuti prodotti. In questo ultimo anno le imprese forzatamente chiuse per il Covid sono state chiamate a versare praticamente le stesse cifre che versavano quando erano in attività”.
Sempre secondo Confartigianato la politica locale ha generato negli anni questa situazione di sostanziale ostilità del territorio all’attività delle imprese, soprattutto piccole e medie e “l’attuale amministrazione, con la motivazione seppure reale delle conseguenze del dissesto, sembra adeguarsi comodamente a questo andazzo deleterio”.
Le imprese ternane, sottolinea Confcommercio, hanno potuto beneficiare esclusivamente delle detassazioni governative obbligatorie per tutto il Paese, è il caso della gratuità dell’occupazione del suolo pubblico per le attività di ristorazione ancora in vigore fino al prossimo 30/06. Sempre il Governo, di fronte all’assurdità della tassa rifiuti del 2020 che ha colpito duramente le imprese come se non esistesse la crisi, ha deliberato un fondo nazionale di 600 milioni di euro per le agevolazioni 2021 dando la possibilità ai comuni di integrare le agevolazioni con risorse proprie. Tale fondo assegna al Comune di Terni un importo superiore a 1 milione e 300 mila euro per le agevolazioni TARI alle imprese.
“Nell’approssimarsi del termine per la determinazione dei regolamenti e delle tariffe della Tari e della tariffa corrispettiva sui rifiuti (fissato al 30 giugno pv) – si legge ancora nella nota di Confcommercio – ci chiediamo se il Comune di Terni e gli altri della provincia abbiano predisposto gli atti per l’utilizzo di questo fondo di agevolazione. Pertanto mentre attendiamo con la massima celerità l’utilizzo dei fondi governativi e la semplificazione delle pratiche relative, perché le imprese non ce la fanno più, chiediamo al Comune di Terni se intenda o meno utilizzare la facoltà di aggiungere risorse proprie per evitare la desertificazione economica e demografica del territorio oppure se preferisca continuare nella tradizionale politica contro le imprese”.
“Inoltre mentre per non occuparsi delle detassazioni e perpetuare gli squilibri a scapito delle imprese esiste la “giustificazione” del dissesto, ci aspetteremmo comunque e a maggior ragione il massimo impegno degli enti locali per difendere i sacrosanti interessi del territorio a recuperare competitività in termini di infrastrutture fisiche e digitali. In questo senso vorremmo capire cosa sta succedendo, nel sostanziale silenzio di Comune e Regione sulle possibilità di conseguire il rifacimento della linea ferroviaria Orte-Falconara, essenziale per le nostre imprese”.
“E’ superfluo stigmatizzare che se la linea ferroviaria Orte- Falconara fosse esclusa dal PNRR – conclude Confartigianato – persistendo il disinteresse finora dimostrato dalla Regione Umbria anche sul collegamento stradale nel tratto Spoleto-Terni (che non lo ha inserito nonostante esista in questo caso una progettazione operativa per iniziativa della Camera di Commercio di Terni) queste opere indispensabili correrebbero il rischio di diventare di competenza della prossima generazione, condannando i nostri territori alla marginalità per decenni”.