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Terni Reti, Cda fino a 5 membri | Opposizioni insorgono “Poltronificio”

Sono state approvate ieri dal Consiglio comunale, con 17 voti a favore e 15 contrari, le modifiche allo statuto di Terni Reti Srl, società partecipata al 100% dal Comune di Terni.

L’Amministrazione Comunale ha ravvisato la necessità di dotarsi di un organismo partecipato cui affidare la gestione di servizi facenti capo all’Ente necessari al perseguimento delle proprie finalità istituzionali, anche in circostanze di urgenza e contingibilità, ed ha inteso conferire a Terni Reti anche la gestione di asset del patrimonio comunale disponibile e indisponibile.

In ragione del possibile aumento delle attività gestite da Terni Reti, si è reso quindi necessario modificare l’oggetto sociale della società al fine di consentire l’esercizio delle nuove funzioni, valutando anche l’eventuale modifica della composizione dell’organo amministrativo per adeguarlo alle mutate esigenze organizzative, sia sotto il profilo quantitativo che quantitativo, esaminando la possibilità di dotare la società di un Consiglio di Amministrazione composto da tre o cinque membri.

Le modifiche allo statuto

Questi gli articoli dello statuto modificati:

Art. 17 – La società può essere amministrata, nel rispetto della normativa vigente, da un amministratore unico. L’assemblea della società, con delibera motivata con riguardo a specifiche ragioni di adeguatezza organizzativa e tenendo conto delle esigenze di contenimento dei costi, può disporre che la società sia amministrata da un Consiglio di Amministrazione composto da tre o cinque membri. L’organo amministrativo, salvo quanto previsto al comma successivo, dura in carica tre esercizi; i componenti dell’organo amministrativo sono rieleggibili. I componenti dell’organo amministrativo sono nominati dal Comune di Terni ai sensi dell’art. 2449 del c.c. e cessano dal mandato nel caso in cui venga rinnovato il Consiglio Comunale a seguito di elezioni amministrative.

Art.2  – Alla società può anche essere conferita la gestione di asset del patrimonio comunale, sia esso demaniale o indisponibile. La società ha inoltre per oggetto la produzione e/o fornitura di beni e servizi strumentali all’attività del Comune di Terni, per lo svolgimento delle funzioni di sua competenza. La società può svolgere ogni altro servizio necessario al perseguimento delle finalità istituzionali del Comune di Terni, che lo stesso Comune intenda affidarle.

Il dibattito politico, opposizioni insorgono

Sono stati respinti due emendamenti delle opposizioni, uno dei quali chiedeva che l’ampliamento del Cda non avesse costi aggiuntivi.

Il consigliere comunale Emanuele Fiorini (gruppo misto) ha parlato di “poltronificio, allargando il cda di Terni Reti si viene meno al mandato di cambiamento che l’elettorato ha chiesto alla nuova amministrazione. Invece il sindaco Latini torna addirittura indietro rispetto a quanto aveva previsto il sindaco Di Girolamo che aveva nominato un solo amministratore. E’ un tradimento del risultato elettorale. E’ una vergogna a fronte dei cittadini che già pagano le tasse in maniera massima per colpa del dissesto e ora si trovano costretti a farsi carico di nuove indennità. Ebbene la riforma Madia prevede nella sua ratio, per le partecipate, un risparmio per l’ente pubblico. Così si fa l’esatto contrario si va ad aumentare sensibilmente i costi che finiranno inevitabilmente per ricadere sui cittadini. La legge Madia parla di risparmio, questo atto  è dunque una presa in giro perché prevede aumento dei costi. Facendo un calcolo a spanne ci sarà quantomeno un aumento di 300 mila euro. Forse il sindaco si vuole tutelare , con le nomine, su problemi politici. Alla fine pagheranno i cittadini pagando con più multe comminante dagli ausiliari del traffico”.

Il Pd ha parlato di “atto indicente. Nel 2017 la giunta Di Girolamo fu previsto il solo amministratore unico, ebbene quella delibera fu ritenuta corretta dal punto vi sta tecnico contabile. Voterò  – ha detto il consigliere comunale Valdimiro Orsini – a favore degli emendamenti, contro alla modifica dello statuto che aumenta il numero degli amministratori. Il nuovo modello di gestione della maggioranza, aumenterà le poltrone”.

I Cinque stelle hanno chiesto quali siano le motivazioni che portano ad un aumento dei membri del Cda di Terni Reti. La normativa prevede che ci siano argomentazioni comprovate. Luca Simonetti: “Vedremo chi sarà nominato, questa è una delibera sfonda poltrone, si vuol far credere che la quantità degli amministratori corrisponda alla qualità. Smettetela con la retorica che un Cda con più persone garantisca qualità”.

“La maggioranza di centrodestra – dichiara il consigliere M5s Claudio Fiorelli –  anche oggi ha dato un’immagine poco edificante di se stessa. Continua a parlare di discontinuità ma nei fatti si muove come la precedente amministrazione. Un esempio in più ce l’abbiamo nel ritorno a un Cda a cinque membri rispetto ad unico amministratore. Una decisione, oltretutto, presa in assenza di motivazioni plausibili. E’ difficile non pensare che ci sia la necessità di distribuire poltrone al fine di calmare le acque in una maggioranza che ogni giorno è sempre più agitata e traballante”.

Critico anche Alessandro Gentiletti (Senso Civico): “Il sindaco ha detto lui stesso che motivazioni per l’aumento del Cda non ci sono. Si aumentano le poltrone, su questo non c’è stata risposta. Unico obiettivo è dare possibilità al sindaco di avere quattro poltrone in più per fronteggiare le esigenze di collocazione degli avvoltoi che ronzano intorno a lui”.

La replica del sindaco

Il sindaco Leonardo Latini ha risposto sui contenuti e le modificazioni contenute nelle delibere: “Noi non reiteriamo le condotte del passato. Terni Reti è amministrata da un amministratore unico e sarà condotta da un unico amministratore. Sarà eventualmente l’assemblea sociale, in caso di aumento degli asset aziendali, ad esplicitare le ragioni di adeguatezza per ampliare il numero degli amministratori. Adesso non ci sono le esigenze, abbiamo semplicemente prevista una possibilità”.

A suo sostegno gli interventi dei consiglieri di maggioranza, come Cristiano Ceccotti (Lega), che ha spiegato: “Si va ad ampliare il focus delle attività dell’azienda, l’ampliamento della Cda è una possibilità che verrà valutato dall’assemblea dei soci”.

Federico Brizi (Lega)  ha invece osservato: “Non capisco il gridare allo scandalo, viene ampliata l’operatività dell’azienda a fronte di questo un collegio di amministratori che dia un contributo articolato anche rispetto agli asset e un controllo tra di loro. Sono convinto che il sindaco sceglierà delle persone capaci di svolgere al meglio il proprio compito”.

Quindi Michele Rossi (Terni Civica): “Non nascondo di avere avuto forti dubbi, ma voglio credere nella opportunità di una visione futura dell’azienda, rimanere aperta la possibilità di una gestione più ampia. Sono stato convinto anche dalle parole che ho scambiato con il sindaco che mi ha detto che il cda verrà ampliato solo necessario.  Trovo sbagliato chiedere, come fanno i Cinque stelle, la gratuita per i gli amministratori”.

Infine Lucia Dominici (Forza Italia): “Stiamo cercando di cambiare rotta, dateci opportunità di farlo. Non vedo poltronificio. L’oggetto sociale ampio necessità di un assetto organizzativo ampio, commisurato all’azione amministrativa. Voto contrario all’emendamento che annulla i Cda. Il compenso è legittimo:  il Cda non può lavorare a gratis. Terni Reti deve essere utilizzata al meglio”.