Cronaca

Terni, Regione ‘ferma’ i lavori al Teatro Verdi “Sicurezza di alcuni muri pari a zero”

L’ingegner Marco Barluzzi, responsabile della sezione “Normativa antisismica e rischio sismico” del Servizio Rischio Simico e Programmazione Interventi Rischio Idrogeologico della Regione Umbria, ha inviato una missiva al Comune di Terni che ordina chiarimenti sul progetto di restauro del teatro “Verdi” e ne ferma, di fatto, i lavori.

Secondo quanto riferito dal dirigente regionale, infatti, la pratica inviata da Terni a Perugia, contenente alcuni adeguamenti funzionali della struttura, necessita di integrazioni dal punto di vista strutturale e geotecnico; documentazione che il Comune di Terni dovrà produrre entro 30 giorni a partire dal 20 aprile, data in cui è arrivata la notifica della Regione.

L’istruttoria riguarda solo il primo stralcio del progetto come definito negli elaborati progettuali depositati (demolizione e ricostruzione torre scenica (tranne ballatoi e scale interni alla torre e il piano di graticcio); sostituzione copertura della sala del teatro; demolizione e rifacimento localizzato murature sommitali).

Le osservazioni della Regione riguardano soprattutto l’aspetto strutturale dell’intervento di recupero. Prima di tutto si richiede una relazione sulle prove effettuate tali da giustificare l’assunzione di un fattore di un livello di conoscenza LC2.

Il Livello di Conoscenza è un fattore che permette di definire lo stato di salute degli edifici e, l’LC2 si ritiene raggiunto quando vengono soddisfatte determinate condizioni: effettuato il rilievo geometrico, sono state svolte verifiche in situ estese ed esaustive sui dettagli costruttivi ed indagini estese in situ sulle proprietà dei materiali.

La Regione quindi non ritiene sufficiente la documentazione inviata dal Comune di Terni che ha valutato un LC2 per il teatro Verdi.

Il secondo punto che viene contestato riguarda la vita nominale della struttura. Ricordiamo che la “La vita nominale è il periodo nel quale la struttura può essere considerata sicura, nel senso che è in grado di sopportare l’azione sismica che ha una fissata probabilità di occorrenza nel periodo di riferimento ad essa collegato (tenendo conto, attraverso il coefficiente d’uso, della funzione svolta dal manufatto). Il committente deve essere consapevole del significato di questa vita nominale (anche in relazione a quella normalmente assunta per gli edifici ordinari), delle sue implicazioni in termini di protocolli di manutenzione e, in particolare, delle future verifiche che dovranno essere nuovamente eseguite entro la scadenza della vita nominale”.

Secondo la valutazione del dirigente della Regione, alla fine dei lavori del primo e del secondo stralcio, il teatro avrebbe una vita nominale, e quindi sarebbe sicuro, soltanto per 3 anni.

Ma uno degli aspetti più ‘interessanti’ contenuti nella missiva riguarda la sicurezza di alcune strutture murarie: “Ci sono alcune verifiche allo SLV di pareti in muratura allo stato di progetto che forniscono coefficiente di sicurezza pari a zero” – ecco cosa afferma l’ingegnere della Regione nella sua richiesta di ulteriore documentazione al Comune di Terni.

Nei 7 punti contestati, viene inoltre chiesto di “Fornire verifica dei plinti di fondazione P13, P14, P13’ e P14’ (vd tav. STE_T02) nella configurazione transitoria in cui sia stato rimosso il terreno fino alla quota del loro piano di posa -3.40 m (fase 1 punto 3 – dunque profondità di incastro della fondazione pari a zero) e prima che siano realizzati i plinti su pali adiacenti”e ancora
“Chiarire se le pareti in muratura che saranno mantenute sono in qualche modo collegate al telaio in c.a. ; valutare la sicurezza di tali collegamenti. Chiarire se le verifiche dei cinematismi allo stato di progetto relative a tali pareti considerano il cinematismo di ribaltamento dell’intera parete muraria che si distacca dal telaio. Chiarire e fornire particolari relativi all’intervento di demolizione e rifacimento localizzato murature sommitali previsto in relazione generale in questo lotto/stralcio”infine – di “fornire verifiche dei principali collegamenti fra le membrature in acciaio e fra le membrature in acciaio e le parti in c.a”.

Queste sono le osservazioni da un punto di vista strutturale, alle quali va aggiunta quella di carattere geotecnico: “visto che l’intervento in oggetto si configura come un intervento di miglioramento sismico (C 8.3.), si chiede di fornire le verifiche statiche delle fondazioni che devono essere soddisfatte ed in particolare anche durante la fase 1 dell’intervento al punto 3 della tav. STE_T02, e le verifiche sismiche delle fondazioni che devono dimostrare il miglioramento rispetto l’attuale”.

Sulla questione è intervenuto il consigliere penstastellato, Patrizia Braghiroli, alla quale va riconosciuto il ‘merito’ di aver sollevato la questione: “criticità che il M5S aveva da tempo evidenziato, le carenze e l’inadeguatezza del progetto, ora sono certificate, occorre a questo punto ragionare sulle soluzione alternative, di cui molte già sul piatto, anziché andare avanti con un assurdo progetto di consolidamento…che tanto consolidamento appare non essere.

L’ennesimo sgarbo alla città – afferma il consigliere del M5S –  a cosa serve riesumare un Teatro consolidando solo alcune parti e che tra meno di tre anni sarà probabilmente di nuovo fuori uso?
Ora siamo veramente stufi, dopo aver constatato l’inutilità di fare domande, ottenendo sempre risposte evasive che mirano a nascondere tutte le inefficienze e le inettitudini di questi amministratori.
Bisogna fermare l’ennesima indecenza, fermiamo i lavori finché siamo ancora in tempo”.

Proprio alcuni giorni fa, l’assessore Stefano Bucari, aveva annunciato con grande soddisfazione che a breve sarebbero iniziati lavori sul teatro, ma questo nuovo colpo di scena, rischia di mettere in discussione l’intervento di restauro.