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Terni, record negativo nascite | Recessione demografica e aumento degli stranieri

Redazione

Terni, record negativo nascite | Recessione demografica e aumento degli stranieri

Quadro allarmante dei Servizi Statistici, il sindaco Latini "Serve una visione di lungo periodo"
Dom, 25/08/2019 - 10:15

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L’inverno demografico non risparmia Terni. L’aggiornamento al primo gennaio 2019 dei dati demografici riferiti alla città di Terni, elaborati dai Servizi Statistici del Comune di Terni, conferma, in linea con il resto d’Italia, una situazione di recessione demografica, che rappresenta uno dei maggiori elementi di preoccupazione per gli anni a venire con ripercussioni inevitabili nella vita economica e sociale.

“L’invecchiamento della popolazione, il forte calo della fecondità, il crollo dei matrimoni, l’aumento della componente straniera della popolazione e la parallela diminuzione di quella italianafanno notare i Servizi Statistici sono condizioni comuni a tutta l’Italia, ma a Terni gli indici demografici che misurano tali fenomeni, appaiono tutti particolarmente amplificati. Se non saranno contrastati in qualche modo porteranno inevitabilmente a scenari in cui non sarà garantito quell’equilibrio strutturale tra le diverse componenti della popolazione necessario per ottenere una condizione di benessere economico e sociale”.

La popolazione residente ammonta a 110.749 unità, 440 in meno rispetto ad un anno fa. Nel 2018 si è registrato un nuovo record negativo delle nascite, mentre il numero dei decessi è diminuito. Cresce la componente straniera della popolazione che rappresenta il 12,2% del totale. L’età media dei ternani, costantemente in crescita è di 47 anni e mezzo. Il 26,5% dei residenti ha più di 65 anni più del doppio rispetto ai bambini di età inferiore a 15 anni.

Nel tempo sono cambiate moltissimo anche le strutture familiari: le famiglie sono aumentate come numero, ma si sono “ristrette” per numero di componenti. La famiglia media è composta attualmente da 2,1 individui. Cresce la quota di famiglie monocomponente che hanno raggiunto il 40%. Si tratta di anziani soli, di giovani single, di coniugi separati, ma anche di stranieri che vivono con altre persone senza avere vincoli di parentela e pertanto pure se coabitanti mantengono ciascuno lo status di famiglia monocomponente.

“In questo nuovo rapporto sulla demografia sono descritte, nella crudezza dai dati, le emergenze più importanti e per certi versi drammatiche, delle quali siamo ben consapevoli e con le quali dobbiamo confrontarci ogni giorno come amministratori della città”, commenta il sindaco Leonardo Latini. “Dati che, purtroppo si aggiungono a quelli altrettanto drammatici sulla disoccupazione giovanile”.
“E’ chiaro a tutti che si tratta di tendenze che si sono messe in moto da tempo. Per arrestarle – continua il sindaco – non serve la bacchetta magica, quanto piuttosto una visione di lungo periodo. In primo luogo, come abbiamo più volte sottolineato nei nostri documenti di programmazione, è necessario immaginare un nuovo modello di sviluppo per la città che si affianchi e non necessariamente sostituisca quello precedente, ma che possa fornire occasioni di lavoro ai giovani consentendo loro di restare qui e di creare una famiglia: per questo senza negare la tradizionale vocazione manifatturiera dei nostri territori e l’enorme esperienza accumulata in questi settori che vanno difesi con tutte le nostre forze, abbiamo iniziato a lavorare per una città più attrattiva con la realizzazione graduale di nuove infrastrutture nei settori del turismo, dello sport, della ricerca e dell’innovazione, particolarmente adatti a possibilità di occupazione per i giovani. Allo stesso tempo dobbiamo orientare le nostre politiche del welfare basandoci sui dati demografici che ci parlano di una città più anziana rispetto alla media nazionale, con famiglie sempre più ristrette, con sempre meno nascite e con una presenza di stranieri molto più elevata rispetto alla media nazionale. Dovremo perciò sviluppare e stimolare politiche di comunità, affinché la gente, gli anziani delle tante famiglie mononucleari si sentano meno soli. La città, i suoi servizi sociali e la comunità cittadina, dovranno sempre di più sostenere le famiglie giovani di nuova formazione e i cittadini più fragili della nostra comunità, attraverso politiche mirate”.

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