Categorie: Cronaca Terni

Terni, professionista ternano accusato di riciclaggio per 2 milioni euro

Ha ripetutamente violato gli obblighi antiriciclaggio imposti nei confronti dei professionisti, i quali devono segnalare al Ministero dell’Economia e Finanze tutte le operazioni economiche/commerciali eseguite per conto dei loro clienti e che facciano anche solamente presumere il rischio che possano nascondere un’attività di reimpiego di denaro, proveniente da reato.

Ad essere segnalato al Ministero un professionista ternano, al termine di un controllo antiriciclaggio eseguito dai militari del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza, che avrebbe prestato la propria opera per la stipula di distinte operazioni commerciali dal valore totale di 2 milioni di euro circa.

Fra le più eclatanti, ad essere contestate, una operazione societaria finalizzata alla costituzione del capitale sociale, tramite il versamento di una consistente somma di denaro interamente in contanti senza, per altro, comunicare le generalità delle parti contraenti alle quali applicare le relative sanzioni per le violazioni previste in materia di uso del contante.

In un altro caso, il medesimo professionista non segnalava i numerosi ed ingiustificati cambi di titolarità delle quote di una società, avente sede a Roma, avvenuto per ben 4 volte consecutive nell’arco di 5 mesi fra 2 soggetti di nazionalità rumena.

Ed ancora, ad essere contestata, la mancata segnalazione per una sospetta operazione legata all’acquisto, per la somma di circa 1.500.000 euro, di una importante struttura da parte di una società immobiliare con perdite in bilancio ed apparentemente priva degli strumenti finanziari e delle necessarie capacità economiche.

Tutte operazioni per le quali il professionista avrebbe prestato la propria opera, nonostante fossero in palese contrato con una serie di indicatori di anomalia, elaborati dalla Banca d’Italia, per valutare procedure commerciali sospette. In pratica operazioni non in linea con il profilo reddituale delle parti e/o che facevano sospettare sull’origine della provvista finanziaria sottostante ovvero, talmente evidenti nella loro irregolarità, che lo stesso professionista non poteva non dubitare sulla liceità degli atti di trasferimento.

Le violazioni contestate dai finanzieri prevedono ora l’irrogazione di sanzioni amministrative fino al 40% del valore delle operazioni non segnalate, corrispondente ad una somma pari a circa 80.000 euro.