Un altro degli arrestati nell’ambito dell’operazione che ha portato all’arresto di 6 persone per la presunta truffa del protocollo “Seven to Stand” è stato scarcerato questa mattina. Si tratta dell’ingegnere biomedico Edoardo Romani che, secondo le indagini della Squadra Mobile di Terni, avrebbe avuto un ruolo fondamentale nella gestione del sito, ora oscurato, che promuoveva il metodo di cura per malati affetti da patologie neuro degenerative, come la Sla, messo a punto dall’avvocato Fabrizio De Silvestri.
Riguardo la reale efficacia del “protocollo migliorativo” – come definito dal dottor Proietti – TO aveva fornito la testimonianza di un padre che, dopo il trattamento somministrato alla figlia, era molto preoccupato per le condizioni di salute della donna che sembravano peggiorate dopo la cura.
Su richiesta degli avvocati difensori di Romani, Manlio Morcella e Marco Gabriele, gli stessi legali difensori del dott. Pierluigi Proietti, il responsabile sanitario del centro estetico dove venivano ricevuti i pazienti, il gip di Terni, Simona Tordelli ha accolto le istanze di scarcerazione dei legali.
Oltre all’ideatore del protocollo “Seven to Stand”, Fabrizio De Silvestri, al dottor Pierluigi Proietti, al farmacista di Rieti Giovanni Domenico Petrini, che aveva il compito di preparare il ‘mix miracoloso’ di farmaci da somministrare ai pazienti, alla fisioterapista Annalisa Grasso, che, sempre secondo la ricostruzione degli inquirenti, avrebbe non solo praticato la fisioterapia abbonata alla cura farmacologica, ma avrebbe anche fornito spiegazioni su come assumere i farmaci stessi, anche il quinto professionista coinvolto nelle indagini della Procura è uscito dunque dal carcere e si trova, attualmente, agli arresti domiciliari.
Gli avvocati presenteranno nelle prossime ore un’istanza al Tribunale del Riesame di Perugia per chiedere l’annullamento delle ordinanze di custodia cautelare in regime di arresti domiciliari.