Terni, giro di coca tra giovanissimi, professionisti e persone di ogni età. Droga a fiumi dai locali del centro alla periferia
Era il boss ‘talpa’ della cocaina perché sotterrava la droga sia per nasconderla, sia per spacciarla: è uno dei dettagli dell’operazione “Cerqueto”, dal nome della zona di residenza del boss, dei Carabinieri di Terni, illustrati nel pomeriggio di oggi nell’ambito di una conferenza stampa nel comando di via Radice. Oltre al Colonnello De Rosa e al Maggiore Ruffini, erano presenti anche il facente funzione Procuratore Capo della Repubblica, Andrea Claudiani e il sostituto, Marco Stramaglia che ha coordinato le indagini dei Carabinieri di Terni.
“Operazione Cerqueto” tra Terni, Roma, Rieti, Spoleto e Parma: 50 militari impiegati. Fiumi di coca e di contanti
Operazione Cerqueto tra Terni, Roma, Rieti, Spoleto e Parma: 50 militari impiegati. Fiumi di coca e di contanti, si parla di 150mila euro al mese di giro di affari e di molti chili di cocaina smerciata in città con la tecnica dell’occultamento sottoterra. La contrattazione, infatti, avveniva di persona, ma lo scambio di droga e soldi in segreto. La sostanza stupefacente, infatti, veniva occultata sotterra in posti precedentemente concordati e poi recuperata dai clienti. Soltanto alcuni, che nel tempo si sono guadagnati la fiducia del capo della banda, godevano del ‘beneficio’ di poter comprare la coca direttamente a casa del boss. Per tutti gli altri c’erano invece pusher che venivano ‘ingaggiati’ nell’ambito delle conoscenze dei soggetti che già avevano precedenti in materia di spaccio di sostanza stupefacente.
La banda del boss ‘talpa’ e i clienti: coinvolti giovanissimi e professionisti
La banda era composta da 10 persone, comprese tra i 30 e i 63 anni: 4 albanesi, 2 rumeni e 4 ternani, tutti arrestati, 2 con ordinanza di arresti domiciliari e 8 in carcere. Il boss era un cittadino albanese che, con la convivente rumena, dalla casa situata in località “Cerqueto”, stoccava, confezionava e gestiva il traffico di cocaina in tutta la città, dai locali del centro alla periferia. La droga veniva divisa in panetti da 1 Kg. che venivano sotterrati, per poi essere divisi in dosi di piccolo taglio che venivano smerciate sul mercato locale. Tra gli acquirenti ci sono anche giovanissimi e professionisti ma, anche in questo caso, la forbice è molto ampia. La cocaina, infatti, sembra essere diventata alla portata un po’ di tutti e ne fanno uso anche categorie che non appartengono a quelle della libera professione. Un certo allarme, invece, si può percepire dalla giovanissima età di alcuni clienti.
Le indagini: trojan fondamentali
Le indagini, iniziate nel novembre del 2022, sono state complesse, ma hanno permesso di raccogliere un corposo quadro indiziario a carico degli arrestati. Le tecniche utilizzate dai Carabinieri sono quelle del pedinamento, dei filmati e quello fondamentale delle intercettazioni tramite trojan. I trojan sono dei programmi ‘spia’ che vengono occultamente installate nel telefono del soggetto e che, da remoto, consentono di attivare il microfono della persona indagata. Quando i militari capivano che era in atto una trattativa di cessione di cocaina attivavano il microfono del cellulare intercettato, potendo così raccogliere preziose informazioni che hanno permesso di sgominare la banda.
Spaccio in Italia e canali di rifornimento, indagini in corso
Le indagini hanno portato i Carabinieri anche a Roma, Spoleto, Parma e Rieti, a testimonianza che il giro della banda era piuttosto ampio. Le indagini, inifatti, proseguono per capire fin dove si fossero spinti i 10 nel giro di spaccio che avevano messo in piedi e, soprattutto, quale fosse il canale di approvvigionamento all’ingrosso che riforniva la banda ternana.
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