Verrà presentato martedì 17 aprile ore 17 al caffè letterario della biblioteca comunale di Terni, il libro “Non è colpa mia. Voci di uomini che hanno ucciso le donne” ( Morlacchi editore, 2017). Un testo scritto a quattro mani da una giornalista, Vanna Ugolini e una psicologa psicoterapeuta, Lucia Magionami, “per capire – si legge nella quarta di copertina – cosa passa nella mente e nel cuore degli uomini che hanno ucciso le loro donne, per tentare di riconnettere esperienze di femminicidi alla realtà dei fatti ma, anche, al contesto culturale e al percorso psicologico che porta uomini normali a diventare assassini e a non assumersene, però, nel profondo, la responsabilità”.
Dalle interviste realizzate appare evidente come gli uomini che hanno ucciso le donne siano persone normali. Le autrici lo affermano con forza: non ci sono raptus, né scatti d’ira, il percorso verso il femminicidio è più lungo, lastricato di silenzi, di prigioni culturali, di diversi modi di intendere la vita, dell’incapacità di dare un nome ai sentimenti, alle situazioni e quindi di riconoscerle.
All’incontro, coordinato da Carla Arconte, dell’Irsum – Istituto per le ricerche storiche sull’Umbria meridionale, interviene Raffaella Mossa, del Centro Antiviolenza di Terni.
Lucia Magionami, psicologa e psicoterapeuta, dal 2003 lavora sulla tematica della violenza di genere. Oltre alla libera professione che svolge presso i suoi studi a Firenze e Perugia, si occupa di formazione e sensibilizzazione sulla tematica della violenza di genere. Attualmente fa parte dell’associazione “Libertas Margot” con sede a Perugia, la quale ha costituito, a livello regionale, il primo sportello di ascolto per gli uomini che agiscono violenza.
Vanna Ugolini, laureata in Economia, giornalista professionista, è vice-caposervizio alla redazione di Terni de “Il Messaggero”. Nel 2011, insieme al Siulp, (sindacato di polizia) ha prodotto un documentario verità sullo spaccio di droga a Perugia dal titolo Zbun. Cliente. Ha pubblicato diversi libri tra cui Tania e le altre. Storia di una schiava bambina (Stampa Alternativa, 2007), con cui ha vinto il Premio Le Ragazze di Benin City (2008) e Nel nome della cocaina (Intermedia Edizioni, 2011). È presidente dell’associazione Libertas Margot, composta da professionisti che si occupano di violenza di genere.