“Alcune bonifiche presentano risvolti diretti sul rischio sanitario”, parole del dirigente all’Ambiente al Comune di Terni, Marco Fattore che, per la prima volta, ammette che le aree individuate come potenzialmente inquinate, presentano non solo criticità legate al paesaggio ambientale, ma anche alla salute dei cittadini.
Ma facciamo un passo indietro. Con la delibera del Consiglio Regionale n.395 del 13 luglio 2004, erano stato individuate le aree, 17 a Terni, da sottoporre ad accertamenti preliminari per il rischio di presunte contaminazioni. Nel 2009, col piano regionale di bonifica, il Comune avrebbe dovuto informare i proprietari terrieri dei distretti Maratta 1 e 2 del potenziale rischio.
Già, avrebbe dovuto. Perché, a distanza di 15 anni, lo stesso dirigente Fattore, in una relazione diretta al sindaco Di Girolamo e all’assessore Giacchetti, fa sapere che “soltanto in questi giorni si è venuti a conoscenza che l’amministrazione civica non ha mai notificato, ai soggetti proprietari dei terreni a forte presunzione di contaminazione definiti Maratta 1 e 2”.
Il M5S, tramite 11 interrogazioni, aveva chiesto spiegazioni in merito a questo ‘buco’ temporale, ma, vista la mancata risposta da parte di Palazzo Spada, aveva inoltrato una richiesta di accesso agli atti.
Sorprendente la risposta del dirigente Fattore: “si precisa che né dalla ricerca effettuata, né dalla memoria storica dei dipendenti che lavorano presso la Direzione, emerge che l’amministrazione civica abbia emesso comunicazioni, avvisi, ordinanze di rimozione e bonifica nei confronti dei proprietari delle particelle delle aree Maratta 1 e 2”.
Nel question time di lunedì scorso, l’assessore all’Ambiente, Emilio Giacchetti aveva così risposto al M5S: “Nel piano regionale della bonifica si faceva espresso ai comuni interessati dai siti inseriti nel piano e dava indicazione nei confronti di questi comuni di produrre, non delle ordinanze ma delle informative che fissassero come elemento prescrittivo, ovviamente prima di utilizzare il terreno per qualsiasi tipo di uso, domestico sia di coltivazione e non, la prescrizione di iniziare e completare autonomamente tutto l’iter di analisi del rischio e di analisi attraverso piezometri del terreno stesso. Va preso atto da parte del Comune di Terni che questa indicazione della Regione non è stata ottemperata in questi anni”. E poi ancora “La cosa che tengo a precisare è che gli elementi di criticità sottolineati dal Consigliere De Luca rispetto ai mancati adempimenti del passato sono stato il primo a dirlo. A fronte del piano regionale di bonifica, l’individuazione di un numero x di siti, pubblici e privati, ha portato paradossalmente a che la prima delibera fatta sui siti pubblici è stata fatta la settimana scorsa. Devo dire che l’avvicendamento, non per il sottoscritto ma l’avvicendamento che nel corso degli anni ha subito, di dirigenza, anche l’ufficio ambiente, del Comune e della Regione Umbria ha creato probabilmente, così, una sacca di inadempienza che è durata molto e che arrivati a questo punto il Comune dovrebbe sostituirsi al privato nella bonifica o non fosse altro nell’analisi di rischio di questi siti. Voi sapete che il Comune non può per ovvie ragioni in questo momento sostituirsi al privato, l’unica cosa che può fare è fissare una prescrizione per il privato.
Cioè vuoi continuare a fare prima l’analisi di rischio, che voi sapete ha un costo elevato e fungerebbe quasi da elemento di scoraggiamento nei confronti del contadino a dire se devo spendere 8-10 mila euro per tre piezometri, tanto vale che smetto la coltivazione. Per arrivare a questo punto è necessario il censimento non dei proprietari terrieri che basta davvero una visura catastale ma dei responsabili della contaminazione, perché il piano regionale parla di imputare i costi e le adempienze di bonifica al responsabile della contaminazione giustamente. E’ un lavoro che ci stiamo approntando a fare in queste ore”.