Terni, Polizia stronca traffico di droga del clan marocchino Zahri con l'operazione "One way trip" - Tuttoggi.info

Terni, Polizia stronca traffico di droga del clan marocchino Zahri con l'operazione “One way trip”

Redazione

Terni, Polizia stronca traffico di droga del clan marocchino Zahri con l'operazione “One way trip”

Gio, 07/06/2012 - 16:58

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Nella mattinata odierna personale della Squadra Mobile della Questura di Rieti, con la collaborazione di quello delle Squadre Mobili di Terni, Perugia, Viterbo e Vicenza, a conclusione di complesse indagini, supportate da intercettazioni telefoniche, ha dato attuazione all’operazione denominata “One way trip” ( viaggio senza ritorno), volta al contrasto del traffico di sostanze stupefacenti, dando esecuzione a 8 fermi di indiziato di delitto emessi dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Rieti dottor Lorenzo Francia, a carico dei seguenti cittadini extracomunitari responsabili, a vario titolo, dei reati di procacciamento, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, in particolare eroina e cocaina:

ZAHRI Khaled, nato nel 1984, cittadino marocchino, residente a Terni;
ZAHRI Hassan, nato nel 1988, cittadino marocchino, residente a Terni;
ZAHRI Nabil, nato nel 1983, cittadino marocchino, residente a Terni;
ALLALI El Bouazzaoui, nato nel 1988, cittadino marocchino, domiciliato a Terni;
KRIKI Mhammed, nato nel 1977, cittadino marocchino, residente a Terni;
KOUNOUNOU Laila, nata nel 1986, cittadina marocchina, residente a Terni;
KRIKI Abdelrhani, nato nel 1985, cittadino marocchino, residente a Perugia;
BANDAOGO Adamou, nato nel 1978, cittadino del Burkina Faso, domiciliato a Schio (Vicenza).

I DETTAGLI DELL'OPERAZIONE “ONE WAY TRIP” (CLICCA)

I FERMI E I RISULTATI (CLICCA)

Le indagini, iniziate lo scorso mese di dicembre, sullo spaccio di eroina, consentivano di appurare che alcuni reatini, incensurati, dopo essersi riforniti nel vicino paese di Papigno, posto proprio a ridosso del confine tra la provincia reatina e quella ternana, reimmettevano le dosi nel circuito reatino.

Pertanto, al fine di stroncare definitivamente tale flusso di dosi di eroina, dopo aver individuato, preliminarmente, due distinti canali di rifornimento, uno gestito dal cittadino marocchino Allali El Bouazzaoui, e l’altro da altri tre soggetti della stessa etnia, Zahri Khaled, Hassan e Nabil, veniva dato inizio ad un servizio di intercettazione telefonica che, unitamente ai numerosi servizi di osservazione e pedinamento effettuati dal personale della locale Sezione Narcotici, portava alla luce una fiorente attività di spaccio destinata ad un ampio bacino di giovani tossicodipendenti reatini, i quali si rifornivano di dosi di eroina compiendo anche due o tre viaggi al giorno, avvantaggiati dal breve tragitto da percorrere a tal fine.
Proprio quest’ultima circostanza faceva supporre che gli spacciatori marocchini stessero, pian piano, monopolizzando l’illecito mercato locale con il contributo di spacciatori reatini.
Contestualmente veniva accertato che tutti i soggetti coinvolti, al fine di alimentare quotidianamente l’ampio mercato reatino e ternano, si rifornivano quasi settimanalmente di sostanziosi quantitativi di eroina e cocaina, provenienti da Casal di Principe (CE), ogni volta con modalità diverse, circostanza questa che confermava lo spessore criminale dei soggetti monitorati.
Allali El Bouazzaoui infatti, si riforniva personalmente di eroina, facendosi accompagnare da un soggetto italiano: una volta compreso tale modus operandi, lo scorso 19 febbraio, gli Agenti, dopo averlo intercettato sull’A1 in prossimità di Fiano Romano – Ponzano Romano, lo bloccavano presso il casello di Orte e lo trovavano in possesso di oltre 120 grammi di eroina e 10 di cocaina.
Il clan Zahri, del quale capo indiscusso è risultato essere Khaled, aveva ideato un diverso ma altrettanto redditizio modus operandi, peraltro più sicuro per l’impunità degli spacciatori, poiché gli stessi si facevano depositare grossi quantitativi di eroina e cocaina presso la loro abitazione attraverso corrieri che sopraggiungevano nel capoluogo ternano viaggiando su treni regionali.
Il primo corriere a cadere nelle mani degli operatori è stato Sanusi Isa, del 1983, cittadino nigeriano, che lo scorso 11 febbraio, in prossimità dell’abitazione degli spacciatori, veniva trovato in possesso di oltre 120 grammi di eroina e 60 di cocaina: in tale occasione il fermo del corriere avvenne pochi secondi prima dell’incontro con l’acquirente il quale, pertanto, non ebbe il tempo di accorgersi di quanto stava accadendo. Così, il giorno stesso Zahri Khaled, senza sospettare nulla circa i motivi del mancato incontro, contattava un nuovo fornitore il quale, già il giorno seguente, metteva a disposizione dello spacciatore un nuovo corriere, Geune Salam, del 1986, cittadino del Burkina Faso, che, ovviamente, gli investigatori, bloccavano trovandolo in possesso di oltre 110 grammi di eroina e 40 di cocaina, tutti contenuti in ovuli inseriti in due pagnotte di pane.
A fronte dell’ulteriore arresto, Zahri Khaled, che nel frattempo, aveva anche cambiato la propria dimora, così come i suoi congiunti, tentava di riorganizzare il flusso di approvvigionamento contattando altri fornitori e faceva effettuare due viaggi in terra campana al proprio cugino Hassan. In poco tempo riusciva ad organizzarsi con altri soggetti, dimoranti ad Aversa, che avrebbero consegnato le sostanze stupefacenti sempre al suo domicilio.
A causa dei suddetti arresti (mai pubblicizzati), i nuovi corrieri, per raggiungere il Capoluogo ternano, hanno allora adottato maggiori cautele, giungendo in orari e giorni diversi da quelli programmati, oppure effettuando il trasporto con più persone.
Zahri Khaled, a sua volta, utilizzava in modo molto più pressante anche i due congiunti i quali avevano il compito di scortare discretamente il corriere durante il tragitto dalla Stazione alla loro residenza al fine di verificare che quest’ultimo non fosse seguito dalle forze dell’ordine.
Ciò nonostante, lo scorso 10 maggio, a seguito di un’ ulteriore ordinazione, gli operatori, sebbene non avessero alcuna indicazione certa sul corriere, hanno accentrato le proprie attenzioni su un cittadino nigeriano, Odia Henry , il quale immediatamente accompagnato presso la Questura di Terni e sottoposto a perquisizione personale era risultato “pulito”.
Lo stesso, però, sottoposto, previa autorizzazione del magistrato di turno, ad accertamenti sanitari, aveva occultato, nella cavità rettale, tre ovuli contenenti grammi 70 di eroina e 15 di cocaina.
Inoltre, investigando sulle ampie e variegate conoscenze del clan Zahri, è stato possibile identificare altri soggetti dediti agli stessi reati, in particolare una coppia di origine marocchina, dimorante nel paese di Collestatte (TR), Kriki Mhammed e Kounounou Laila, che venivano contattati da un numero consistente di tossicodipendenti reatini, facendo emergere un terzo canale di spaccio.
Gli stessi, al pari degli Zahri, facevano trasportare le sostanze stupefacenti da alcuni corrieri i quali agivano alle dirette dipendenze di Bandaogo Adamou, cittadino del Burkina Faso, il quale, sebbene si trovasse agli arresti domiciliari nel paese di Schio (VI) per scontare sei anni per reati specifici in materia di sostanze stupefacenti, teneva tranquillamente le redini dell’illecito mercato di Casal di Principe.
Proprio intercettando l’utenza del Bandaogo, gli operatori arrestavano Sare Mamoudou, il quale, appena giunto nella città di Terni, veniva trovato in possesso di cinque involucri contenenti oltre 130 grammi di eroina.
Ad aprile, invece, veniva arrestato Modre Idrissa, del 1988, cittadino del Burkina Faso, il quale era stato trovato in possesso di quattro involucri contenenti 100 grammi di eroina e 50 di cocaina con la complicità di Kriki Abdelrhani, (fratello di Mhammed e dimorante in Perugia).
Tutte le preliminari operazioni sopra descritte sono state svolte sempre nella massima riservatezza, tant’è vero che tutti i soggetti convolti (soprattutto quelli reatini) non hanno compreso la portata dell’indagine né sospettato di essere monitorati, telefonicamente e visivamente, dagli operatori della narcotici, il cui lavoro è risultato di notevole difficoltà poiché la maggior parte degli spacciatori, proprio per sviare eventuali attenzioni sulle loro persone, utilizzavano nomi fittizi e si avvalevano di alcuni complici italiani con l’incarico di occultare le sostanze stupefacenti e i bilancini o di segnalare la presenza delle forze dell’ordine nelle zone deputate allo spaccio.
Tra questi sono stati identificati anche alcuni reatini i quali, in più occasioni, hanno coadiuvato gli spacciatori accompagnandoli da una dimora all’altra, oppure monitorando preventivamente la zona deputata allo spaccio.
In base alle risultanze investigative sono state quindi denunciate 33 persone (tra cui alcuni reatini, la cui posizione è attualmente al vaglio della Magistratura locale) per reati che vanno dalla detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti in concorso al riciclaggio di denaro, essendo stato accertato che congrue somme di denaro, provento dell’illecita attività, venivano trasferite in Marocco.
Atteso il concreto e fondato pericolo di fuga dei soggetti extracomunitari indagati, (tutti con pesanti precedenti penali e in prevalenza irregolarmente soggiornanti), nella odierna mattinata sono stati sottoposti a Fermo di indiziato di delitto e, al termine degli accertamenti di rito, associati presso le Case Circondariali di Terni, Perugia e Vicenza.
La complessità della presente indagine e lo spessore criminale degli odierni fermati emerge indubbiamente dal numero delle conversazioni registrate nel corso dell’attività di intercettazione pari ad oltre 92.000 e delle utenze telefoniche monitorate pari a 32 nonché, come detto, dalla denuncia in stato di libertà di 33 persone, dall’arresto, nella fase preliminare, anche con l’ausilio della Squadra Mobile della Questura di Terni, di 11 persone, di cui 4 reatine, nella flagranza del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, dalla odierna cattura degli 8 destinatari di decreto di fermo e dal sequestro, complessivamente, di oltre 650 grammi di eroina (risultato mai conseguito in questa Provincia) e circa 200 di cocaina, 7.000 euro in contanti provento dell’attività di spaccio, numerosi telefonini e schede sim.
Si ritiene di aver interrotto definitivamente tre distinti canali di approvvigionamento di sostanze stupefacenti a cui facevano riferimento dagli 80 ai 100 tossicodipendenti reatini e della provincia sabina i quali verranno successivamente tutti segnalati al locale Nucleo Operativo Tossicodipendenze.

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