Gli occhi sono quelli di una notte insonne e di pianto, e i cuori dei presenti all’ultimo saluto a Stefano Galletti, il 29enne che ha perso la vita nel tragico incidente di sabato scorso, sono colmi di dolore.
Una folla raccolta nella contemplazione, tante persone venute da Spoleto e da Terni hanno voluto rendere l’ultimo saluto a Stefano, rendendo necessario l’intervento di numerose unità di Polizia Municipale e Carabinieri per gestire la circolazione del tratto di Flaminia che si avvicina a Strettura.
Solo il silenzio attende l’arrivo del feretro di ‘Teto’, accompagnato dai congiunti e dagli amici. La fidanzata, Claudia, arriva con una foto che depone sulla bara coperta di rose bianche. Poi un applauso liberatorio accompagna, con un simbolico ultimo abbraccio, l’ingresso del corteo funebre nella chiesa di Santa Maria Assunta di Strettura, troppo piccola per contenere tutti i presenti.
Ad accogliere Stefano sul sagrato, anche i ragazzi del Campomaggio che allenava, i compagni di squadra della Gm10 della quale era capitano, e la rosa della Ternana che ha reso omaggio al feretro con la deposizione di una maglia per mano di Martin Valjent. Una passione quella per il calcio che lo ha spinto verso la morte; quel sabato infatti, ‘Teto’, si stava recando allo stadio “Libero Liberati” di Terni, dove la squadra locale avrebbe esordito nel campionato cadetto contro il Cagliari.
A officiare il rito funebre è stato Don Eugenio, al quale è affidato il difficile compito di trovare parole di conforto alla disperazione dei presenti: “Stefano oggi è un angelo – ha detto il parroco – che ci accompagna. Non vogliamo rassegnarci né sentirci sconfitti. Fede, speranza e carità possono aiutarci. E voi – rivolto agli amici di Stefano – continuate a coltivare i vostri progetti perché ne vale la pena, niente rimane incompiuto per sempre”.
Straziante il dolore della fidanzata Claudia, rimasta sempre a fianco del feretro: “Mai vista una festa con così tanti invitati, non piangete per lui. Lui era un altruista e ha dato tutto a tanti”.
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