Avanti senza l’assessore Vittorio Piacenti D’Ubaldi, l’amministrazione comunale sembra decisa; sarebbe questa l’indicazione emersa nell’ambito del vertice del Pd locale che si è svolto in Via Mazzini. Presenti il segretario regionale Giacomo Leonelli, il segretario provinciale Paolo Silveri e la nuova segretaria comunale Sara Giovannelli; a seguire, si sono uniti anche il sindaco Leopoldo Di Girolamo e il capogruppo del consiglio comunale, Francesco Filipponi.
Tutto il Pd al gran completo insomma per cercare di definire una linea politica condivisa che consenta ai democratici di ‘traghettare’ il partito al nuovo anno salvando il salvabile. Le date guida sono quelle del 24 gennaio, quando a Roma le Sezioni Riunite della Corte dei Conti si pronunceranno sul ricorso riguardante il piano di riequilibrio finanziario, e quella del 12 gennaio, giorno per il quale Leonelli ha convocato una direzione regionale che dovrebbe fornire ulteriore indicazioni su come affrontare la ‘questione Terni’. Ovviamente dopo un confronto con i vertici nazionale del Pd che guardano con preoccupazione quanto sta accadendo, visto che in primavera 2019 ci saranno le elezioni comunali, sempre che ci si arrivi.
Come precisato ieri da Di Girolamo, Vittorio Piacenti D’Ubaldi non è “decaduto” dalla sua funzione, come aveva sostenuta la minoranza, ma semplicemente “sospeso”.
La Giunta, dunque, è ancora nel pieno delle sue facoltà politiche e di delibera, visto che l’assessore attualmente agli arresti domiciliari con attenuanti, risulterebbe semplicemente assente nel verbale.
“Parlare quindi di pseudo giunta – spiega il sindaco – di pseudo delibera è solo una affermazione arbitraria, peraltro di cattivo gusto istituzionale, in quanto non mostra alcun rispetto per gli organi dell’Ente che sono elemento essenziale dell’Ente, a prescindere delle persone che momentaneamente ricoprono la carica. D’altronde tutta la nota che parla di pseudo delibera è caratterizzata da affermazioni non veritiere e da allusioni, un tono e una sostanza che poco si addicono a una forza politica il cui rappresentante vorrebbe presto candidarsi alla guida della città”.
Sulla questione degli appalti affidati in modo diretto e sulle partecipate, Di Girolamo ha voluto puntualizzare la correttezza del suo modus operandi: “Mi sono assunto l’impegno – sottolinea Leopoldo Di Girolamo – di azzerare il capitolo delle consulenze e durante il mio governo della città il comune di Terni non ha fatto ricorso a incarichi che possono avere quella configurazione giuridica. C’è un’unica eccezione, quella relativa all’incarico conferito per approfondire meglio i temi del ricorso sul piano di riequilibrio finanziario, una chiara situazione eccezionale, fondamentale per la vita dell’Ente. Chi asserisce il contrario è ancora una volta in malafede. In quanto alle partecipate, come sindaco mi sono sempre attenuto alla legge, rispettando l’autonomia gestionale degli amministratori preposti i quali valutano, di volta in volta, le necessità dell’Ente, tenendo conto anche della complessità delle materie nelle quali operano. Non è una mia scoperta che settori come i rifiuti, l’energia, la mobilità, solo per citarne alcuni, sono caratterizzati da normative complesse e da contenziosi articolati e frequenti. Imputare tutto questo al sindaco è l’ennesima a operazione di discredito che, forse, serve solo a sedimentare messaggi e immagini di illegalità che non corrispondo al vero”.