Confartigianato Terni torna a strigliare la giunta Latini "Terni On cancellata, politiche sbagliate su aumento tasse"
“L’amministrazione comunale di Terni sembra non accorgersi della profonda crisi nella quale versano interi settori dell’economia locale” – è quanto si legge in una nota di Confartigianato Terni che torna a criticare le scelte politiche della giunta Latini sull’economia della città. In particolare l’associazione critica il caro tassa sull’occupazione del suolo pubblico, della Taric e la cancellazione dell’evento Terni On, le notti bianche di fine estate che per anni sono state una boccata di ossigeno per le attività commerciali del centro.
Necessario un piano di rilancio dell’economia
“Abbiamo più volte richiesto che fosse il Comune a farsi promotore nell’immediato di un piano di rilancio dell’economia che vertesse su alcuni punti specifici, come ad esempio una diversa gestione della leva fiscale, anche nei confronti delle competenze degli altri enti territoriali. E invece – si legge nella nota – mentre sarebbe essenziale promuovere le attività per determinare una maggiore competitività territoriale in sede di riavvio delle attività economiche post pandemia, l’Amministrazione Comunale non solo non si fa promotrice di un rilancio economico locale”.
Canone unico sull’occupazione del suolo pubblico senza alcun serio intervento di riduzione
Con l’esaurirsi dell’intervento governativo che aveva deliberato la gratuità su tutto il territorio nazionale fino al 31/03 scorso “avevamo chiesto un intervento da parte del Comune di Terni almeno per graduare la ripresa della tassazione – continua la nota – Invece dobbiamo constatare che nonostante le imprese abbiano fatto affidamento sulle promesse da parte del Comune di supportare le attività commerciali per quel che riguarda l’occupazione del suolo pubblico per il 2022, dopo la bocciatura degli emendamenti che tendevano ad aumentare gli stanziamenti a questo scopo nell’ultima riunione del Consiglio Comunale, sono disponibili pochissimi fondi che sarebbero sufficienti per un mini sconto di meno del 10% al quale inoltre gli esercenti potranno accedere solo partecipando ad un apposito bando e relativa selezione. Una misura del tutto insufficiente”.
L’incremento della TARIC appena deliberato
lL Comune ha appena deliberato per le utenze non domestiche l’incremento della TARIC dell’8,50% sulla quota variabile e dello 0,63% sula quota fissa. A questo proposito si ricorda che la tariffa TARIC a Terni è fortemente squilibrata a danno delle imprese. “La platea delle utenze domestiche è molto più ampia rispetto a quella delle utenze non domestiche – seguita Confartigianato – Le imprese inoltre presentano una produzione di rifiuti urbani assolutamente contenuta (settore della ristorazione a parte le altre attività producono pochissimi rifiuti) ma nonostante questo sono costrette a farsi carico di quasi la metà dei costi complessivi del servizio. L’attuale amministrazione, invece di ridurre lo squilibrio, ha pensato bene di aggravarlo con aumenti percentualmente più elevati per la parte delle utenze non domestiche”.
Cancellazione dell’evento Terni On
“Dopo la scelta di organizzare e gestire all’interno Terni On, scelta che si è tradotta in anni di costante riduzione della portata dell’evento di promozione delle imprese del centro città rispetto alle edizioni del passato il Comune – sottolinea l’associazione – sembra ora intenzionato a concludere la propria opera con la cancellazione definitiva dell’evento molto atteso dalle imprese, proprio quando ci sarebbe bisogno di risollevare e rilanciare la ristorazione e il commercio”.
Appalti assegnati a imprese non di Terni
“A queste politiche – conclude la nota – si aggiunga che il Comune assegna quasi costantemente appalti a imprese di altri territori, anche quando segue le procedure di assegnazione diretta (solo negli ultimi giorni appalti del Parco di Cardeto, della segnaletica stradale, dei lavori in Biblioteca). Pertanto, esprimiamo viva preoccupazione che queste costanti politiche comunali che non supportano le imprese locali nel momento più difficile dal dopoguerra ottengano il risultato di rendere il territorio particolarmente ostile alle attività d’impresa con le conseguenze evidenti in termini di perdita della competitività territoriale e di ostacolo allo sviluppo e al lavoro”.