Terni non dimentica quello che è stato il periodo più buio dello scorso secolo: i 108 bombardamenti che, proprio a partire dall’11 agosto 1943, colpirono a morte la città dell’acciaio.
Il primo raid di 77 anni fa, erano le 10,29, seminò morte e distruzione: 500 morti, 493 feriti, più di 1.200 abitazioni rase al suolo.
La città che si sentiva protetta dalle proprie montagne e lontana dai cannoneggiamenti dal mare, fu colpita dall’alto. Le sirene suonarono quasi invano, tante furono le vittime.
Alla fine saranno 108 le incursioni aeree per 1.018 vittime. E una città da ricostruire da capo a piedi.
La sua “colpa” risiedeva nell’ospitare le acciaierie, specializzate nelle corazze navali, la Regia fabbrica d’armi, capace di costruire più di 2mila fucili ’91 al giorno, le industrie manifatturiere, simbolo di una operosità che avevano portato Terni ad essere definita già da anni la Manchester italiana.
Martedì mattina, davanti al monumento ai caduti di Via Lanzi, si è svolta la tradizionale cerimonia in memoria delle vittime dei bombardamenti, i cui nomi sono riportati nel manufatto simbolo della immane tragedia.
Trai presenti il sindaco Leonardo Latini, il vice prefetto Andrea Gambassi, il questore Roberto Massucci, il generale Vincenzo Sanfilippo (direttore del Polo armi leggere), le più alte autorità civili e militari cittadine e le associazioni combattentistiche locali. Presente anche il capogruppo del Pd Francesco Filipponi e il segretario confederale Cisl Riccardo Marcelli.
Un picchetto d’onore della polizia locale ha deposto una corona davanti al monumento.
Una cerimonia sobria ma ricca di significato, testimoniato anche da diversi cittadini che non hanno voluto mancare l’appuntamento.
“Questo monumento è la rappresentazione di quello che è successo” ha detto il sindaco Latini al termine della cerimonia “rappresentazione che possiamo vivere e sentire quando ci spostiamo tra le lapidi al cimitero dedicate alle vittime. Oggi ricordiamo il primo dei 108 bombardamenti che fecero oltre mille vittime; un bilancio drammatico in termini umani e di devastazione della città. Migliaia di persone il cui ricordo è impresso come monito nella nostra memoria collettiva. Questo giornata ci ricorda l’importanza di essere comunità, della libertà, di essere orgogliosi di appartenere ad una città che, nonostante le tante vicende che l‘hanno flagellata, ha saputo sempre rialzare la testa e guardare avanti. Facciamo memoria di queste vittime, guardiamo avanti prendendo questi monumenti a monito. Viva la nostra città, viva la libertà e che Dio benedica Terni” ha concluso il primo cittadino.
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