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Terni: “Non c’è solo l’Ast”| Tante le aziende in difficoltà

Redazione

Terni: “Non c’è solo l’Ast”| Tante le aziende in difficoltà

Per la Fim-Cisl occorre una svolta | 107 licenziamenti e più di 1500 cassintegrati nel 2015
Lun, 18/01/2016 - 11:05

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L’anno nuovo è cominciato nel segno di quello vecchio“. È il riassunto poco rassicurante fatto dalla  segreteria del Coordinamento Fim Cisl di Terni. “Nel 2015 – spiegano – abbiamo monitorato 90 aziende iscritte a Federmeccanica, Confapi, Confartigianato o seguite da Consulenti o altre Associazioni per un totale di quasi 4 mila dipendenti. Di questi 1692 sono stati coinvolti almeno dalla Cassa Integrazione. 107 sono stati i licenziamenti reali, cioè senza protezione con eventuali accordi sulla mobilità incentivata. Insomma non c’è solo Ast“.

Per la Fim-Cisl l’anno nuovo si è aperto senza particolari segnali di svolta anzi ci sono diverse questioni sul tavolo che tengono i lavoratori appesi con il fiato sospeso:

  • la richiesta di licenziamento collettivo e collocazione in mobilità per 29 unità lavorative su 36 della Car One società nata nel 2014 dalla scissione della Imec per attività di trasporto e gestione degli autoveicoli e per attività di cantiere;

  • l’annuncio dei 13 lavoratori che la Vipal ha ipotizzato come esubero a seguito di una annunciata sovraccapacità a cui le Organizzazioni sindacali hanno risposto chiedendo di cercare ogni soluzione possibile per ridurre l’impatto sociale, soprattutto in territorio come quello della Valnerina;

  • la cassa integrazione firmata a Faurecia a seguito della decisione di FCA di posticipare il lancio di alcuni modelli;

  • la richiesta di cassa integrazione alla Adamantis;

  • il fenomeno che ormai non interessa più solamente l’indotto di Ast, di accettare appalti per lavorazioni e servizi a tariffe ai limiti della legalità le cui conseguenze finiscono con l’essere scaricate sui lavoratori e sempre più spesso sulla qualità della prestazione“.

“Il 2016 – proseguono dalla Fim – deve essere per il comprensorio ternano l’anno di Industry 4.0, la rivoluzione tecnologica in grado di cambiare l’aspetto a tutto il mondo della produzione. La condizione è che accanto alle idee, ci sia una nuova classe imprenditoriale in grado di attrarre gli investimenti seguendo appunto il solco dell’innovazione. Chi ha seguito questo percorso, in modo particolare le aziende che operano nel Cluster aeronautico-spaziale, è uscito dalla crisi rafforzandosi e internazionalizzandosi.

Come Segreteria Fim Cisl di Terni siamo consapevoli che una digitalizzazione spinta, con il reciproco influenzarsi delle macchine intelligenti possano mutare il paradigma del sistema industriale, facendo cambiare il lavoratore e naturalmente il sindacato dal quale il lavoratore si farebbe rappresentare. Noi vogliamo essere pronti a questa sfida.

E’ è arrivato il momento di decidere una volta per tutte attraverso l’analisi del fabbisogno territoriale, quale futuro il comprensorio debba ritagliarsi, passando da una fase difensiva ad una fase attiva delle politiche del lavoro per le nuove generazioni che si apprestano ad entrare nel mondo del lavoro e per quelle che debbono riqualificarsi per restarci. Su questo versante diventa centrale il ruolo della Formazione professionale che può essere rivolta verso la creazione di nuove figure, come quelle di tecnici e artigiani digitali o quella indicata dalla Green Job con iniziative utili a promuovere sia la tutela dell’ambiente, l’energia alternativa che la ricerca verso soluzioni ecosostenibili attraverso l’economica circolare.

Su questo fronte le Istituzioni locali, in modo particolare la Regione dovrebbe agire, sia attraverso la programmazione comunitaria 2014-2020 che con le risorse nazionali e aggiuntive al bilancio regionale, accompagnando le imprese del comprensorio ternano, narnese-amerino e orvietano a investire prima di tutto in innovazione, ricerca e internazionalizzazione.

Come proposto lo scorso novembre all’iniziativa unitaria di Cgil Cisl e Uil “Lavoro, Sicurezza, Legalità  per lo sviluppo”, sarebbe opportuno in una fase in cui il traguardo della pensione si allontana sempre di più, di tutelare la sicurezza e la salute dei lavoratori anche attraverso iniziative specifiche come l’indagine epidemiologica in grado di prevenire, ed eventualmente correggere, tutte quelle patologie connesse all’attività lavorativa

Il lavoro è quantità, è qualità, ma soprattutto è dignità“.

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