Il consiglio comunale nella seduta di oggi pomeriggio ha approvato – 17 sì del centrodestra 11 astenuti per le opposizioni – alcune modifiche ai regolamenti comunali per il controllo sulle partecipate, le aziende del comune di Terni.
I regolamenti erano stati approvati a dicembre 2018, assolvendo un obbligo che il Comune non aveva mai assolto.
La necessità di votare l’atto entro il 31 dicembre per evitare sanzioni, non aveva permesso una compiuta discussione, anche se in quella occasione erano emersi “degli aspetti da approfondire e da definire con più chiarezza”.
Ed è per questo che a marzo 2019 la terza commissione ha deciso di affrontare di nuovo il tema. Il presidente della 3° commissione consiliare, Leonardo Bordoni, si è fatto carico di redigere gli emendamenti su cui ha lavorato la commissione.ha pertanto presentato le proposte di modifica risultanti dai lavori e riguardanti essenzialmente per il regolamento sulle società a controllo analogo (in house providing), la composizione del “Comitato per la governance ed il controllo”, (art. 12), nonché delle sue competenze (art. 13), mentre per regolamento sulle società non quotate il sistema di controllo sulle spese fuori budget (art. 4).
Il presidente Bordoni ha illustrato oggi in aula le modifiche nel dettaglio. “Per quanto attiene al comitato di controllo – ha detto Leonardo Bordoni – si è rafforzata la sua funzione tecnica, così come prevede l’art. 147 del Tuel, “si è attribuita la partecipazione del sindaco e dell’assessore a mera funzione di raccordo con l’organo esecutivo, lasciando operatività decisionale ai soli tecnici”; si è negata invece ai pareri tecnici emessi dall’organo di controllo efficacia vincolante e efficacia autorizzatoria per attribuirla al massimo organo politico del Comune, ovvero il Consiglio Comunale, il tutto al fine di attribuire al massimo organo maggiore peso nel processo di controllo delle partecipate”.
Per quanto attiene il controllo delle società non quotate, il presidente Bordoni ha spiegato che sono state rimodulate la peridiocità dei report da sottoporre all’Ente, al fine di evitare dispersioni di risorse, per tararle sui protocolli già in uso dalle partecipate.
E’ stato poi stabilito inoltre che il controllo sulle spese dell’ente avviene in modo preventivo in fase di budget annuale e per le spese fuori programmazione si procederà a un distinguo. Sono state inserite delle soglie per tre tipologie di spese sensibili ovvero: assunzione di personale; acquisizione di lavori, servizi e forniture; acquisti immobili. Se gli impegni di spesa sono sotto soglia la partecipata può impegnare la spesa con obbligo di relazionare entro tre mesi in consiglio, mentre se è sopra soglia non può farlo, senza richiedere un preventivo parere.
“Abbiamo voluto accogliere alcune richieste – ha proseguito Bordoni – che ci sono state avanzate dall’Asm, tramite l’audizione in commissione del suo direttore, al fine di migliorare la funzionalità e la snellezza gestionale dell’azienda, abbiamo respinto la solo richiesta di segretare i verbali e le delibere del Cda della partecipata. Una richiesta pervenuta nell’ottica di non compromettere le decisioni dell’azienda in un’ottica di mercato concorrenziale, ma su questo punto abbiamo preferito mantenere una trasparenza totale. In ogni caso le modifiche oggi adottate vanno nel senso di aumentare i sistemi di controllo sulle spese delle partecipate, obbligandole a riferire preventivamente o comunque tempestivamente al Consiglio Comunale. Con un aumentato controllo sarà più difficile per le società partecipate sperperare risorse dei cittadini con spese inutili e non condivise dal Consiglio Comunale”.
Il Pd ha motivato il suo voto di astensione con un intervento del consigliere Valdimiro Orsini che ritiene non opportuna la presenza del sindaco o dell’assessore delegato nel comitato di controllo in quanto una “presenza politica non necessaria, anzi superflua di fronte a un controllo che dovrebbe essere tecnico, mentre per quanto riguarda le linee di indirizzo sono queste di competenza del consiglio comunale”.
Il capogruppo della Lega, Cristiano Ceccotti, dal canto suo, ha sostenuto che “i regolamenti rappresentano un atto fondamentale poiché definiscono gli indirizzi per lo svolgimento dell’attività di controllo e introducendo degli indicatori per valutare la gestioone delle aziende. Non si tratta di semplici regolamenti ma di un approccio completamente diverso nella gestione delle società che sono un patrimonio da valorizzare e non far naufragare come è stato fatto in passato. Adesso ci sarà un rapporto più vincolante tra amministrazione e partecipate ed evitare le criticità del passato”.