Cronaca

Terni, mense a scuola round finale | Servizio in concessione per 15 milioni di euro

Mense a scuola e nuovo capitolato d’appalto in concessione del Comune, sembra che dopo un’estenuante iter burocratico, si sia arrivati a una conclusione con la relazione dell’assessore al Bilancio, Vittorio Piacenti D’Ubaldi, sul servizio che dovrà essere operativo da gennaio 2017.
Secondo le indicazioni dell’assessore, il capitolato è stato elaborato secondo 4 assi portanti:

qualità del servizio, organizzazione del lavoro, minimo impatto ambientale, informazione e partecipazione.

Il Comune terrà per sé la possibilità di decidere rispetto ai menu, alle diete speciali, ai controlli qualitativi, alla definizione delle rette, alle agevolazioni e alle possibili esenzioni.

Sui punteggi da assegnare ai potenziali concessionari si è stabilito che 70 punti su 100 siano assegnati in base alla qualità del servizio e 30 su 100 per l’economicità del servizio stesso. Nel capitolato verranno considerati elementi particolarmente significativi per il miglioramento del servizio: insonorizzazione dei refettori, educazione alimentare, mezzi di trasporto a basso impatto ambientale e recupero di cibo.

La durata della concessione del servizio è stata definita in 5 anni, a partire dal mese di gennaio 2017, con clausola di eventuale rinnovo per altri 2 anni qualora il Comune abbia le necessità di rinegoziare le condizioni per questioni legate ai cambiamenti socio-economici della comunità.

Parlando ancora di numeri, il valore complessivo della concessione è esattamente di 15.126.429.000 euro + Iva per i 5 anni, mentre per i 7 ha un valore di 20.256.028.000 euro. Il prezzo base di asta è di 5,18 euro + iva, tenuto conto dell’attuale costo di 4,80 euro (su 8 anni di servizio), la comparazione di altri bandi similari, il costo del personale, utilizzo di alimenti biologici, della manutenzione ordinaria e straordinaria, delle strutture e infrastrutture delle cucine, di tutti gli elementi legati alla trasparenza online del servizio e dei materiali in uso al personale.

Proprio per quanto riguarda il personale, calcolate 164 ore giornaliere per i cuochi e 174 per gli assistenti, si è calcolato che i cuochi dovranno lavorar minimo 5 ore al giorno, mentre gli assistenti 3 minimo al giorno.

“L’analisi ha fatto emergere la differenza fra i costi delle modalità a gestione diretta e quella indiretta nelle cucine in loco, evidenziando l’economicità del passaggio di tutto il servizio di ristorazione indiretta, pur conservando le cucine in loco – ha sottolineato l’assessore – e la scelta di appaltare il servizio nelle sua interezza riduce il costo generale del servizio di ristorazione, determinando inoltre una sensibile riduzione dei costi d’appalto delle derrate alimentari e dei servizi sussidiari. L’analisi condotta ha inoltre evidenziato i benefici e il risparmio della scelta di dare il servizio in concessione”.

Nella stesura del nuovo capitolato di appalto di ristorazione scolastica del comune di Terni, D’Ubaldi ha rivelato che sono state recepite le indicazioni contenute negli atti prodotti dalla giunta e dal consiglio comunale, in particolare l’atto n.195 approvato dal consiglio comunale il 31/05/2016 che prevedeva 12 punti fondamentali:

1. mantenere le cucine in loco, 2. tenere conto dei suggerimenti per migliorare il servizio arrivati dal percorso partecipativo con comitati e cittadini, 3. introduzione dei Criteri Minimi Ambientali che garantiscono la salvaguardia dell’ambiente con la riduzione degli scarti.

Questo ultimo punto è particolarmente complesso, visto che comprende aspetti vasti della refezione scolastica, dall’educazione alimentare all’informazione online dei gestori sulla qualità del cibo. In particolare si parla di capacità di gestire il servizio garantendo il minor impatto possibile sull’ambiente, educazione alimentare per docenti e bambini, abolizione della plastica per le stoviglie, obbligo del gestore di garantire la formazione del proprio personale sui Criteri Minimi Ambientali, obbligo di utilizzare prodotti detergenti a marchio Ecolabel.

Il punto 4. prevede il privilegio di prodotti Igp e Dop che dovranno essere utilizzati per il 70% del totale, 5. obbligo di consegnare le schede merceologiche dettagliate per ciascun prodotto somministrato, 6. modernizzazione e riqualificazione delle cucine, 7. optare per lo strumento giuridico dell’appalto in concessione, 8. affiancare la Commissione Mensa con la Commissione Mensa Cittadina, 9. premiare l’elemento qualitativo del progetto di gestione, piuttosto che l’offerta economicamente più bassa, 10. perseguire la razionalizzazione sul tema della spesa pubblica, riducendo la spesa corrente anche attraverso l’adeguamento degli altri appalti concorrenti al sistema servizi scolastici esternalizzati, dalla gestione diretta a quella indiretta in loco (90%) e trasportata (circa il 10%), 11. stabilire che il menu scolastico e diete speciali siano definite dell’ufficio scolastico, 12. stabilire che le rette, le tariffe, le riduzioni e gli esoneri dai pagamenti siano decisi dall’amministrazione comunale, ai quali si deve adeguare il concessionario.

Nel documento presentato da Vittorio Piacenti D’Ubaldi emerge che il gestore dovrà farsi carico dell’accesso dell’utente al servizio e alla riscossione delle tariffe, sull’accesso e l’entità delle quali avrà competenza il Comune.

Nella concessione, oltre alla produzione di pasti cotti in loco e trasportati, è prevista la fornitura di pasti crudi per i nidi di infanzia che mantengono le cucine a gestione diretta dell’Ente e delle colazioni per i servizi integrativi. Questa soluzione, già praticata dal altri comuni, eviterà di indire piccole gare per l’acquisto di derrate alimentari di difficile gestione, viste le modiche quantità, la differenziazione degli alimenti e la difficoltà di trovare ditte disponibili alla fornitura e al trasporto dei prodotti.

Il prezzo del pasto crudo è stabilito nel 36% del costo del pasto cotto, in riferimento alla stima del costo delle derrate alimentari nella composizione del costo a base d’asta del pasto cotto. La colazione è stabilita nel 25% del costo del pasto crudo.

Alla fine del dibattito nell’aula consiliare di Palazzo Spada, il sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo, è intervenuto con le sue conclusioni: “Non personalizziamo la politica con fango e attacchi personali che portano alla deriva
Chi era nella vecchia legislatura ha potuto constatare il rigore del vicesindaco Paci, tirarlo in causa è vergognoso. Questa deriva va combattuta. Nel merito di quanto andiamo a chiudere – seguita Di Girolamo – oggi lasciatemi dire quanto sia irrituale, mai prima ho avuto la ventura di aprire alla partecipazione per un atto la cui elaborazione spetta esclusivamente agli organi dirigenziali e amministrativi. Non diventi la prassi, sia chiaro che si tratta di un fatto del tutto eccezionale. Sulle mense, a livello nazionale sta aumentando sempre più la consapevolezza dell’alimentazione come elemento cruciale per la crescita fisica e di socializzazione dei bambini eppure il 40% delle istituzioni scolastiche principali è sprovvisto del servizio mensa. Attenendosi alle linee guida nazionali e regionali – prosegue Di Girolamo – sono state alla base del nostro capitolato insieme agli indirizzi del consiglio sulla base dei tavoli paritetici. Il risultato finale è assolutamente positivo, ora se questo all’opposizione dispiace noi invece lo riteniamo un fatto importante e il merito va ai consiglieri e ai dirigenti che con impegno e responsabilità hanno seguito il caso. La gara sarà europea, e l’affidamento in concessione è previsto dalla legge ed è vantaggioso per diverse ragioni già evidenziate. La gara al massimo ribasso – conclude il primo cittadino – che creava problemi di concorrenza sleale è stata abbandonata già da tempo dal nuovo consiglio che ha inteso invece adottare il criterio di offerta economicamente più vantaggiosa, non a caso il costo incide sul punteggio finale solo per un 30%. Le 27 cucine restano abilitate, il bando fa un salto di qualità anche rispetto al centro di cottura perché se ne istituisce un altro di emergenza, elemento che accresce la garanzia del servizio e gli oneri a carico del gestore. Il concorrente che propone innovazioni tecnologiche sarà favorito”.