Categorie: Cronaca Politica Terni

Terni, Mascio rimane al suo posto ma la maggioranza si spacca

Mascio si salva. Con 17 voti a favore, 12 contrari e 2 astenuti il Consiglio comunale ha respinto stasera la mozione presentata da Marco Cecconi (FdI) e sottoscritta da tutti i gruppi d’opposizione sulla revoca del presidente del consiglio comunale Giuseppe Mascio, ai sensi dell’articolo 31 dello statuto comunale. Per l’accoglimento sarebbe servita una maggioranza qualificata di due terzi dei componenti dell’assemblea (22). Al momento della votazione, che si è svolta a scrutinio segreto, erano presenti in aula 12 consiglieri dei gruppi d’opposizione. Due gli assenti tra i banchi della maggioranza, uno dei quali era il presidente Mascio che ha lasciato la conduzione dei lavori al vicepresidente Pennoni. Conti alla mano 5 esponenti della maggioranza hanno voltato le spalle al loro presidente del Consiglio, un gesto preannunciato dall’opposizione ma al quale in pochi credevano.

L’esito della votazione non ha certo fatto fare i salti di gioia al primo cittadino che non ha perso occasione per bacchettare i consiglieri della maggioranza che hanno tentato di affossare il presidente del Consiglio: “Ai consiglieri di maggioranza che nel segreto dell’urna hanno inteso esprimere un dissenso personale – tuona il sindaco Di Girolamo – ricordo che bisogna praticare la trasparenza e la responsabilità dei propri atti e che le questioni politiche vanno affrontate e discusse nelle sedi appropriate e non nascondendosi dietro il voto segreto: ed è quello che faremo”.

Di Girolamo ha poi voluto manifestare solidarietà al presidente Mascio:  “Voglio esprimere la mia piena solidarietà ed il mio sostegno al presidente Mascio. In questi 18 mesi di difficilissima attività amministrativa attraversata da tensioni molto rilevanti (basti ricordare l’occupazione della sala del consiglio da parte dei lavoratori Ast impegnati nella vertenza dell’azienda), il presidente ha assicurato a tutti i gruppi politici la piena agibilità, salvaguardando pienamente la dignità e l’operatività del consiglio stesso”.