M5S Terni
Lasciare la città al buio e spegnere gradualmente la pubblica illuminazione: questo è uno dei modi con cui la “pluribocciata ditta Di Girolamo” intende pagare i buffi della voragine di palazzo Spada.
Il piano di predissesto non quadra. Prima del Ministero e prima della Corte dei conti lo avevamo detto in tutte le lingue ma il Partito Democratico non riesce a farsene una ragione e vuole portare a tutti i costi la città al commissariamento per dissesto. La giunta barricata nel suo bunker, sta facendo pressioni sugli uffici per tentare il tutto per tutto.
4 milioni di euro era il taglio alla spesa previsto per la pubblica illuminazione nel piano di predissesto ma ad oggi, persino nelle più ottimistiche previsioni non si arriverà a risparmiare nemmeno la metà. A dicembre indicavano a copertura “…un piano di riqualificazione energetica, valutando anche ipotesi di finanza di progetto, che prevede la sostituzione dei corpi illuminanti più energivori sfruttando le migliori tecnologie a LED…” oggi la verità è ben altra: nemmeno un euro è stato deliberato o investito per l’ammodernamento infrastrutturale, fatto salvo per i fondi strutturali europei che solo grazie all’impegno e alla professionalità dei dipendenti stanno andando avanti.
Deus ex machina, l’unica soluzione proposta che si sta cercando di imporre agli uffici è quella di diminuire gli intervalli notturni di accensione della pubblica illuminazione in parole povere spegnere le luci invece che sostituirle. E la sicurezza dei cittadini? E il pericolo di incedenti stradali in una situazione pressoché generalizzata di segnaletica fatiscente e cancellata? E la fantomatica smart-city? Atti d’indirizzo e belle chiacchiere poi le tenebre. In questi tre anni ne abbiamo viste davvero tante ma raramente ci siamo imbattuti in simili perle negli scambi di missive all’interno del protocollo informatico.
Oltre il buio della giunta Di Girolamo si accende sempre di più la certezza che questa amministrazione è al capolinea e che dopo esserci liberati di questa decadenza potremo finalmente iniziare a progettare e immaginare Terni come una città europea, moderna e sostenibile.