Riccardo Foglietta
Si è svolta questa mattina, nella Sala dell’Orologio e negli spazi dell’area museale del CAOS (Centro Arti Opificio Siri), il convegno dal titolo “Lo strano caso di Sabino e Serapia tra leggenda e archeologia. I segni della morte tra realtà e immaginario”. Erano presenti Simone Guerra, Assessore alla Cultura del Comune di Terni, Leopoldo Di Girolamo, Sindaco di Terni, Mario Pagano, Sovrintendente per i Beni Archeologici dell’Umbria, Mario Fornaci, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni, insieme ad illustri studiosi, ricercatori ed autorità nell’ambito dell’archeologia e dell’antropologia come Maria Cristina De Angelis, della Soprintendenza ai Beni Archeologici dell’Umbria. Il ritrovamento avvenuto a Terni fra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900, presso la collina di Pentima, di una necropoli risalente alla prima età del ferro ha permesso di scoprire molte sepolture, i cui corredi consentono oggi agli studiosi di ricostruire ed ampliare la conoscenza di quella che era la società ternana dell’epoca. In particolare la tomba n.26 ha destato fin da subito molta curiosità poichè bisoma, cioè doppia e quindi, contrariamente alla consuetudine prevista, contenente al suo interno due corpi. Nel corso del tempo la tradizione popolare ha identificato il sarcofago come tomba di Sabino e Serapia, inventando ed alimentando la leggenda degli amanti di San Valentino. In realtà il reperto risale ad un periodo compreso tra la fine dell’ottavo e l’inizio del settimo secolo a.C., circa 800 anni prima la nascita del Vescovo Valentino, e la Prof.ssa De Angelis ha spiegato che: “Dai resti anallizati è possibile desumere che, forse, non si tratta di un ragazzo e di una ragazza ma di due ragazze; questa ipotesi è anche dovuta al fatto che, essendo i due morti in età giovanile, il sesso deducibile dall’apparato scheletrico non è molto chiaro. La ricostruzione fatta sulla base delle analisi antropologiche ha comunque consentito di attribuire il corredo metallico, nella sua totalità, soltanto ad uno degli scheletri. Tale corredo ci aiuta a comprendere che questo scheletro è femminile, nello specifico dovrebbe trattarsi di una ragazza appartenente ad una struttura sociale importante, poichè dotata di bolla, ovvero di un pendente circolare in bronzo, a due lamine sovrapposte, che in quel periodo storico indicava lo status di cittadini liberi.” L’Assessore Guerra ha così introdotto l’evento di oggi: “La campagna di scavi venne condotta sul campo da Luigi Lanzi, uno studioso molto importante della nostra città poichè all’epoca ricopriva l’incarico di Regio Ispettore ai monumenti. Fin da subito colpirono l’attenzione degli studiosi questi due scheletri disposti uno accanto all’altro; successivamente i resti vennero portati in quella che era la sede della Biblioteca Comunale presso Palazzo Carrara. In occasione dell’inizio dei lavori di restauro del Palazzo abbiamo portato alcuni reperti che si trovavano all’interno del vecchio Museo Civico a Carsulae, mentre di altri, grazie al contributo dato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni ed alla consulenza scientifica della Soprintendenza ai Beni Archeologici dell’Umbria, abbiamo operato il restauro, che è servito sia al recupero che allo studio della tomba stessa. La giornata di oggi è molto significativa per la presenza dei tanti studiosi di fama, che aiuteranno a meglio comprendere i riti funebri antichi che, in qualche modo, costituiscono le prime rappresentazioni del pensiero astratto dell’uomo e che, quindi, parlano di ciò che eravamo e di ciò che siamo. L’iniziativa, inoltre, nasce per rilanciare il nostro patrimonio archeologico e culturale”. Nelle ultime parole dell’assessore Guerra sembra di poter cogliere un accenno ad un possibile rilancio del turismo in Umbria e nella zona del ternano, anche in virtù dei siti e dei reperti di interesse culturale che caratterizzano il territorio. La sensazione sembra trovare conforto sia nelle parole del sindaco, Di Girolamo – “Quando pensiamo alla nostra città facciamo comunemente riferimento alla Terni sorta alla fine dell’800; in realtà la città ha origini molto antiche e penso che dovremmo puntare su questo fattore” – sia, soprattutto, in quelle del sovrintendente Pagano, che ha dichiarato: “Questo tipo di eventi sono molto importanti per valorizzare la realtà museale, anche se purtroppo non vengono organizzati spesso. Stiamo studiando itinerari tematici che consentano di scoprire i beni culturali della città di Terni, oltre ad una serie di iniziative in grado di rendere viva la rete museale.”
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