Cronaca

Terni, la ‘crociata’ contro il Caos finisce nel deserto | Indisciplinarte “Ecco perché abbiamo detto no”

“Negli anni di gestione del patrimonio pubblico del CAOS abbiamo affrontato un passo dopo l’altro, una montagna di difficoltà, falsità, diffidenza, abbandono, arrivando alla fine soddisfatti per le tante cose fatte, ma esausti. Abbiamo quindi deciso di fare la scelta più difficile, all’apparenza più incoerente, per certi versi contro natura: dire «no» a qualcosa che amiamo. Dire «no» all’opzione nota, che consente un margine di sopravvivenza” lo staff di Indisciplinarte spiega così la sua mancata partecipazione al bando del Caos che, come noto, non ha avuto il favore di alcun interessato.

Negli anni di gestione passata (quella dello staff di Indisciplinarte è iniziata nel 2009) in molti ricorderanno le crociate, in gran parte provenienti da esponenti dell’attuale maggioranza al governo della città, contro la precedente gestione, supponendo che con politiche diverse il Caos potesse diventare uno spazio fruibile da diverse e migliori opportunità.

I fatti, al momento, sembrano smentire chi ha continuamente criticato le idee di Indisciplinarte che, a onor del vero, ha sempre mantenuto uno standard di rilievo negli eventi, anche a livello nazionale.

“Quello che si è appena chiuso è infatti un bando che facilita la dequalificazione del lavoro culturale, che non valorizza le competenze, che non premia il merito, che ignora la progettualità che non tiene in considerazione la sostenibilità economica e umana.Scegliere di non partecipare implica che giovani professionisti preferiscano rimettersi in discussione e cercare un altro lavoro – è ancora la dura riflessione di Indisciplinarte – piuttosto che piegarsi a condizioni insostenibili eticamente e finanziariamente; che giovani imprenditori rinuncino ai propri investimenti, che giovani ternani scelgono di lasciare questa città”.

E l’amara conclusione: “Non sarà Indisciplinarte a gestire il CAOS ma chiediamo che – a prescindere da noi – vada difeso e rilanciato l’investimento in cultura di questa città. In altri termini, che Terni faccia una scelta definitiva e non più negoziabile per la cultura, il lavoro qualificato e l’impresa culturale. Indisciplinarte oggi avrebbe consegnato un luogo che funziona, in ottime condizioni, portatore di un valore che abbiamo costruito negli anni. Un luogo dove abbiamo generato trasferimento di valore tra generazioni, un luogo di connessione tra Terni, i suoi abitanti, e il mondo intero. Questo è il senso pubblico del CAOS, questo è quello che non deve essere disperso”.