Luca Birianti
La vicenda sembrerebbe legata a una questione economica relativa al business delle energie rinnovabili. L'inceneritore ex Printer, oggi Terni Biomasse, della Tozzi Holding, non ha ancora ricevuto dal GSE, la qualificazione IAFR (Impianto Alimentato a Fonti Rinnovabili), condicio sine qua non per accedere ai sistemi di incentivazione dei certificati verdi.
Partendo da questo presupposto, due potrebbero gli scenari che si vanno a configurare per una possibile apertura dell'impianto: 1. avere una “qualifica a progetto”, che garantirebbe l'entrata in esercizio nell'arco di tre anni; 2. partecipare a un'asta per entrare nel sistema di incentivi.
Secondo quanto riferito da Marco Neri, del comitato “NoInceneritori Terni”, è assai probabile che la Tozzi punti alla prima soluzione: “Non sarebbe altrimenti comprensibile – ha spiegato Neri – un investimento su un impianto se da questo non giungessero i lauti profitti degli incentivi; il guadagno sarebbe originato solo dal conferimento dei rifiuti industriali per i quali l’impianto è stato autorizzato nel 2009 dalla Provincia: atto valido fino
al 2019.
Inoltre – continua Marco Neri – i tempi molto stretti giustificherebbero la richiesta di Procedura Abilitativa Semplificata, PAS, chiesta da Tozzi al Comune di Terni nel mese di aprile. Ma noi riteniamo che tale impianto debba passare per una Conferenza di Servizi, in capo alla Provincia, per ottenere semmai una
Autorizzazione Unica. Ma questa ha tempi ben più lunghi della PAS (che richiede anche qualche giorno). Inoltre pensiamo che debba essere svolta anche la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale che negli anni passati non è stata invece predisposta”.
Intanto il comitato presenterà, il prossimo 29 aprile, una diffida al comune di Terni a concedere qualsiasi autorizzazione alla Tozzi Holding per accendere gli impianti.
La posizione del Comune – Nella giornata di di ieri il comune aveva preso una posizione chiara sulla vicenda con una nota stampa, leggiamola: “Il Comune di Terni ha diffidato, nei giorni scorsi, la Terni Biomasse, ex Printer, a riattivare l’impianto di Maratta. Un altolà, datato 14 aprile, dettato da motivi tecnici e giuridici, a fronte di una richiesta di procedura abilitativa semplificata, Pas, per la riaccensione del bruciatore autorizzato nel 2005.
Il 18 aprile la Terni Biomasse, inoltre, ha presentato le controdeduzioni. A questo punto il Comune, la direzione Edilizia, ha chiesto una valutazione della vicenda alla Provincia anche in base al fatto che nove anni fa l’ente di Palazzo Bazzani partecipò alla Conferenza di servizi e si espresse sulle autorizzazioni”.
La provincia – Anche la Provincia di Terni ha preso una posizione chiara sulla vicenda: “In merito alle discussioni di questi giorni sugli organi di stampa riguardanti l’impianto Printer di Maratta (attualmente Terni Biomassa srl), la Provincia precisa che allo stato attuale non esiste alcun procedimento autorizzativo avviato, né alcuna procedura di modifica autorizzativa in corso. Qualora il soggetto proponente presentasse istanza di aggiornamento dell’attuale autorizzazione, la Provincia avvierà il procedimento unico in Conferenza dei Servizi ai sensi del dlgs. 387/2003, valutando ogni aspetto ai fini della tutela della salute e dell’ambiente e garantendo la puntuale informazione al pubblico anche con riferimento alle recenti modifiche intervenute con il dlgs n. 46/2014, che aggiornano il testo unico ambientale.
L’amministrazione provinciale coglie l’occasione – continua la nota – per ricordare che l’impianto Printer è stato autorizzato dal Ministero delle Attività Produttive con Decreto n.29/2000 del 9 marzo 2000, dopo una fase istruttoria nel corso della quale la Regione Umbria, con Dgr n.1090 del 4 agosto 1999, esprimeva parere favorevole all’intervento. Tale parere recepiva le conclusioni tecniche di un apposito gruppo di lavoro composto dai rappresentanti della Regione stessa, della Provincia e del Comune di Terni. Il gruppo di lavoro aveva svolto proprie valutazioni ed approfondimenti nel periodo 1997-marzo 1999”.
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