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Terni, inaugurata sede medicina. Il rettore Bistoni: “Grande salto di qualità per università”

Luca Biribanti
È toccato al dottor Pusceddu l'onore di presentare questa mattina la nuova sede della facoltà di Medicina e Chirurgia di Terni. Dopo 11 anni dal patto tra istituzioni e università di Perugia è stato completato quel corso di studi che è stato sempre presentato come eccellenza dell'istruzione regionale. Lo stesso professor Pusceddu ha ripreso una vecchia polemica con qualche testata locale che aveva definito la sua una “mission impossible” che oggi è stata ufficialmente portata a termine con il taglio del nastro congiunto del rettore Bistoni, il sindaco Di Girolamo e la governatrice dell'Umbria, Catiuscia Marini.
ll primo a intervenire ripercorrendo la sua storia come studente e poi sindaco della città: “Da studente di medicina a Terni a sindaco della città, ho vissuto l'evoluzione del sistema sanitario in fatto di formazione, assistenza e ricerca. Oggi si apre una nuova fase per l'università a Terni con la realizzazione dell'accordo programmatico del 2001, nonostante in questo arco di tempo ci siano stati significativi tagli dei vari governi che si sono succeduti. Creiamo oggi – ha proseguito il sindaco – le basi per un futuro stabile e concreto.
Leopoldo Di Girolamo ha poi fatto riferimento al recento 'manifesto degli intellettuali' sottoscritto dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano: “Nei giorni scorsi anche il capo della Repubblica ha invitato a riconsiderare l'articolo 9 della Costituzione, quello relativo alla promozione e allo sviluppo di cultura e ricerca. In Italia stiamo facendo troppo poco in merito e ad oggi spendiamo meno di Spagna e Portogallo in questi ambiti. Quella per la cultura non possiamo chiamarla spesa, ma è un investimento”.
Il presidente della provincia, Feliciano Polli, ha poi proseguito sottolineando l'importanza della struttura integrata nel corpo ospedaliero: “La straordinaria collaborazione tra istituzioni, università, ospedale e studenti ha permesso di realizzare questa struttura che anche da un punto di vista architettonico è all'avanguardia. Il corso di Terni è una garanzia nell'ambito di uno spirito di collaborazione proficua tra ospedale e università; senza la facoltà di medicina la stessa Asl comprometterebbe le eccellenza delle quali si può vantare. Quella di Terni è una scommessa che non possiamo perdere, troppo gravi sarebbero le conseguenze qualora accadesse. Questo deve indurci ad essere responsabili”.
Dopo la benedizione dei locali di Don Francesco De Santis, vicario del Vescovo, e il saluto della autorità civili, il rettore dell'Ateneo di Perugia, Francesco Bistoni, ha spiegato l'importanza strategica del polo ternano: “Oggi è il coronamento di quella politica iniziata negli anni '70, quando a Terni venne avviato il triennio del corso di medicina, proseguita nel 2001 che ha consentito un salto di qualità fondamentale per il sistema universitario. Fu in particolare l'On. Micheli (con Raffaelli sindaco e la Lorenzetti governatrice, ndr) che volle portare importanti investimenti per l'università a Terni. All'epoca si discusse anche sulla possibilità di aprire un corso di Biotecnologia mediche a Terni, o, in alternativa, allargare l'offerta formativa. Si decise per la seconda via, oggi possiamo dire a ragione. L'ospedale di Terni nel prossimo futuro avrà grande importanza strategica non solo in Umbria, ma anche nell'alto Lazio”.
Nel suo intervento Catiuscia Marini, governatrice dell'Umbria, ha messo in evidenza il ruolo della regione nel sostenere la ricerca: “L'università è sempre più orientata verso la ricerca e deve rispondere a un carattere scientifico per formare professionisti. Terni troppo spesso si è sentita 'parente povero' di Perugia, invece ha caratteristiche e potenzialità che la rendono indispensabile all'università umbra. L'Umbria deve essere un polo di attrazione e ho reagito con orrore quando ho sentito qualche voce dal nord che vorrebbe rendere l'università 'regionale', venendo così meno a quella vocazione di libera circolazione della cultura scientifica che è alla base della ricerca”.
La governatrice ha poi illustrato il piano degli investimenti della regione: “come regione siamo intervenuti in modo consistente soprattutto su 2 punti: strutture per ospitare gli studenti e fondi per la sovvenzione della ricerca. Abbiamo stanziato 2milioni e 400mila euro per sostenere 20 ricercatori universitari, mentre 1milione e 300mila euro sono destinati al solo polo di medicina”.

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