Una folla di fedeli ha preso d’assalto la cattedrale di Terni, dove Giuseppe Piemontese è stato consacrato vescovo della diocesi di Terni-Narni-Amelia.
Una cerimonia solenne, celebrata dal cardinale Gualtiero Bassetti, ha accolto l’ex guardiano del Sacro Convento di Assisi che ha salutato il popolo dei fedeli con una preghiera: “Benedico Gesù Cristo, pastore delle nostre anime, che mi ha amato e dato la vita. Adoro lo Spirito Santo e lodo la Santa Trinità. Manifesto pubblico amore nei confronti della Chiesa che mi ha generato alla vita divina. Mi ha affidato la Parola e i Sacramenti e tramite Papa Francesco e la vostra preghiera, mi ha consacrato al soglio episcopale”.
Ai fedeli il nuovo vescovo si è presentato umile e consapevole dell’officio che andrà a svolgere in diocesi: “Vengo tra di voi senza pretese di avere tutte le soluzioni ai problemi, ma con lo spirito di San Francesco vengo per diffondere la parola del Signore”. Facendo poi riferimento a Papa Francesco: “Papa Francesco col suo nome ha voluto indicare che la via è quella tracciata da San Francesco D’Assisi, come quella percorsa da Gesù Cristo”.
Il riferimento ai problemi della diocesi non è mancato, un approccio risoluto e consapevole che non vuole nascondere la situazione di disagio: “Nella nostra diocesi c’è una grave crisi economica che deve essere affrontata con coraggio e spirito ecclesiale, senza indugiare con inutili sofismi”.
È stato Leopoldo Di Girolamo, primo cittadino di Terni ad accogliere il neo vescovo: “Qui trova un comunità viva, attenta e solidale, anche se con qualche problema. Lei arriva in una città martoriata dalla guerra e con il problema del lavoro, che, in nome del nostro passato e futuro, vogliamo difendere a tutti i costi”.
Solenne il momento del passaggio di consegne tra i precedenti vescovi Vincenzo Paglia ed Ernesto Vecchi, sotto la protezione del cardinale Bassetti, che ha consegnato l’anello, la mitra e il bastone pastorale. Il cardinale ha ricordato che quello dell’episcopato è una mandato di sacrifici e di sottomissione alla volontà divina, non un onore.
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